Giovannini: “Cambiare la mentalità e le abitudini verso la mobilità dolce”
L’intervista del Ministro delle Infrastrutture e della Mobilità sostenibile all’Avvenire
È un vero e proprio bilancio di questi 17 mesi di dicastero, quello che traccia il Ministro delle Infrastrutture e della Mobilità sostenibili (Mims), Enrico Giovannini, nell’intervista a cura di Alberto Capriotti pubblicata sull’Avvenire.
“La "mobilità sostenibile" – ha detto - è diventato un concetto usato ovunque anche in Italia. E ha iniziato a comprendere tutto il mondo dei trasporti (compresi gli aerei e le navi); mettendo in moto una profonda trasformazione. Non solo perché la transizione ecologica dei trasporti è imposta dai regolamenti europei, ma perché la sensibilità delle persone è cresciuta straordinariamente in questa direzione. È stato compreso, tra l'altro, che questo è un elemento competitivo e a livello locale, grazie al lavoro fatto con Regioni, Province e Città metropolitane, i fondi investiti nel trasporto locale vanno tutti in una stessa direzione, cioè la mobilità sostenibile, indipendentemente dal colore politico di chi le governa”.
Soffermandosi sull’impegno del governo in questa direzione, il ministro ha tracciato la linea degli investimenti fatti fino ad ora: “L'impegno non ha mirato solo al trasporto pubblico e privato, ma anche alla sicurezza della mobilità, che è una parte importante della sostenibilità. Dunque, abbiamo investito oltre 13 miliardi sulla manutenzione delle strade provinciali e regionali — che, ricordo, il Pnrr non contemplava — e oltre 2 miliardi perla digitalizzazione e il monitoraggio di ponti, viadotti, ecc. Quanto alle ferrovie, ai 36,6 miliardi del Pnrr ne abbiamo aggiunti 18. E dai 3,6 previsti per il trasporto rapido di massa siamo arrivati a 8,7. Complessivamente, siamo quasi a 80 miliardi di fondi già assegnati ai vari progetti”.
Grande importanza è stata data dal Ministero in questi mesi all’efficientamento del trasporto pubblico locale, su cui si sofferma Giovannini: “Abbiamo avviato una trasformazione che durerà anni, ma che va in una direzione precisa condivisa dai soggetti privati e dai gestori dei trasporti locali. Lo chiedono i cittadini, prima ancora che le normative. Abbiamo poi cambiato il codice della strada, adeguato alle nuove realtà delle auto elettriche, le regole sulla circolazione dei monopattini e delle biciclette elettriche per una maggiore sicurezza. Abbiamo potenziato la figura del mobility manager per migliorare la vita delle città attraverso una migliore organizzazione dei tempi di spostamento e forme di mobilità più ecologiche.”
L’intervista è stata l’occasione anche per illustrare il suo punto di vista su elettrificazione dei trasporti e stop alla vendita di auto a motore nel 2035: “L’aspetto più rilevante però è che noi dobbiamo accompagnare il sistema alla transizione dal lato della domanda, ma anche da quello dell’offerta, aiutando le imprese che si devono riconvertire. Senza incentivi per entrambi- ha spiegato il Ministro - tutto risulta più difficile e rischia di lasciare molte persone indietro. Con il fondo di 750 milioni quest’anno e di 1 miliardo l’anno fino al 2030, il governo ha deciso di investire su ambedue le dimensioni del problema”
Sempre soffermandosi sugli investimenti del Pnrr, Giovannini ha illustrato i progetti di futura realizzazione quali la creazione entro il 2026 di 40 stazioni di rifornimento lungo le principali reti autostradali e la sperimentazione dell’alimentazione ad idrogeno dei treni, che inizierà in Valcamonica e in Abruzzo.
Infine, parlando dell’imminente apertura della settimana europea delle mobilità sostenibili, prevista per il 16 settembre, traccia la rotta e immagina gli scenari ipotizzabili: “La parola della Settimana è "connessione" e i passaggi chiave sono cinque: investire sulla "cura del ferro" collegando porti, aeroporti e interporti con le ferrovie. Potenziare le ferrovie regionali e connetterle all'alta velocità, aumentando l'accessibilità alle principali direttrici per chi vive nelle aree interne. E poi puntare sulla sicurezza stradale e ferroviaria, rinnovare il parco circolante (auto, treni, autobus, ecc.) in senso ecologico, digitalizzare le infrastrutture per avere più servizi a parità di reti fisiche. Infine- conclude il Ministro - il cambio di mentalità e delle abitudini verso la mobilità "dolce".