Sulla Salerno-Reggio liberata dai cantieri "Finalmente si va"
In viaggio lungo l'eterna incompiuta, dove dopo gli ultimi lavori il traffico scorre. Il reportage sulla autostrada A3 Salerno-Reggio Calabria pubblicato oggi, 6 agosto, sul quotidiano La Repubblica a firma di Alessandra Ziniti
6 agosto 2016 - Falla con gli occhi del piccolo Lucio che non crede alle sue orecchie quando il papà gli dice: «Andiamo che oggi finalmente si corre e riusciamo anche a fare il bagno con la nonna a Scilla». O con quelli di Paola e Giusy, partite di buon mattino da Castelluccio sul Pollino, dirette all'aeroporto di Reggio e che, visto il largo e inatteso anticipo, si concedono «il gelato più buono che c'è, il tartufo di Pizzo». O ancora con quelli di Sabrina, che da Villa San Giovanni va a raggiungere per un giorno solo il fidanzato che sta lavorando in Costiera amalfitana e non ha ferie: «Fino a qualche settimana non l'avrei mai fatto, visti i tempi di percorrenza». Falla tutta in quinta la famigerata A3, e solo quando, alla fine, vedrai la punta della Sicilia, crederai che la bestia nera delle autostrade italiane è finalmente libera da quella giungla di cantieri che, solo negli ultimi 21 anni, hanno fatto lievitare fino a quasi otto miliardi di euro i costi di ammodernamento dell'unica dorsale che collega il sud al nord del Paese.
Nel primo weekend di esodo, nel primo venerdì di agosto con il bollino rosso, si vola sulla Salerno-Reggio Calabria: quattro ore e venticinque di mattina, in direzione nord, con il traffico leggermente rallentato da centinaia di autoarticolati costretti poi allo stop dalle 14 alle 22, e quattro ore e cinque minuti in senso contrario, tornando verso sud lungo la rotta più battuta dai vacanzieri.
Una media di 120 chilometri orari, nessun cantiere o deviazione né in un senso né nell'altro, "Vado a trovare il mio ragazzo in Costiera per un giorno solo: mesi fa non lo avrei mai fatto" "Si, a noi camionisti ogni tanto scappa il piede su II' acceleratore: è l'ebbrezza della novità" cinque restringimenti su una corsia ma per poche centinaia di metri in direzione Salerno, solo tre verso Reggio Calabria.
Si vola e non si dovrebbe, perché anche se di cantieri non se ne vedono, in troppi tratti i cartelli invitano a ridurre la velocità anche a 80-90 km orari, in galleria, ma anche su rettilineo. Apparentemente non si capisce il motivo, ma basta chiedere e si scopre che più tratti dell'autostrada sono stati costruiti in difformità dal progetto originale e forse anche con materiali non del tutto idonei. Ci sono diverse inchieste aperte dalla magistratura, che ha imposto in questi tratti limiti di velocità che, però nessuno rispetta.
Persino sul viadotto Favazzina, tra Bagnara Calabra e Stilla, il fiore all'occhiello dell'autostrada, 440 metri di altezza e tre campate altissime, per troppi anni ridotto a gimkana tra birilli e transenne, gli autoarticolati ingaggiano sfide che fanno tornare in mente scene di Duel di Spielberg. «Si, è vero, non potremmo sorpassare e in alcuni tratti, soprattutto nella parte finale verso Reggio, con un'alternanza continua di viadotti e gallerie, è davvero pericoloso», ammette Francesco, alla guida di un autoarticolato con rimorchio, «ma io faccio questo mestiere da vent'anni e so fino a dove posso spingermi. E questa maledetta A3 per noi è sempre stata un incubo, fino a sette, talvolta anche otto ore per fare 400 chilometri.
Adesso che finalmente non siamo costretti in colonna e a continui cambi di carreggiata per decine di chilometri, ci prende l'ebbrezza...» sorride mentre addenta un panino alla 'ndujia nell'area di servizio di Rogliano est. Qui decine di turisti appena scesi da un pullman sciamano nella Bottega del contadino tra capocollo e vasetti di 'foto" spalmabile.
«Da quando i tempi di percorrenza si sono abbassati di molto ci consentiamo una sosta anche per acquisti - dice la guida - prima la gente era così nervosa che nessuno aveva voglia di fermarsi». Il Pollino, con le sue salite a una carreggiata e le gallerie cadenti, era uno degli incubi della A3, ma dal 26 luglio (quando Renzi ha inaugurato il nuovo tra Campotenese e Laino Borgo) si sfreccia anche sull'asfalto lucido del Viadotto Italia, mentre nelle tre gallerie consecutive ora illuminate a giorno anche da lucine laterali il gioco continuo di abbaglianti e anabbaglianti è solo un ricordo.
Quando, scendendo da Salerno, ti lasci alle spalle il Pollino e cominci la discesa verso Cosenza ( questa ancora stretta e con il fondo pieno di dossi) ti sembra che il peggio sia ormai passato. E quando, a Falerna, ti si apre la vista del mare scintillante la sensazione è di essere ormai arrivati. Ma c'è ancora il viadotto da brivido di Sant'Onofrio quasi sospeso sullo spettacolare costone di Tropea e ci sono ancora 175 chilometri prima di arrivare a scorgere Reggio. Era lì, in quegli ultimi cento chilometri verso il mare, che per anni si è materializzato l'incubo delle code infinite. Oggi il primo cartello che avverte di una coda è quello che indica l'imbarcadero di Villa San Giovanni.
Un solo piccolo traghetto ogni 40 minuti per chi ha come destinazione la Sicilia. La volata sulla A3 finisce in un'estenuante attesa in riva allo Stretto. Ma questa è un'altra storia.