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Briciole di pane

Un articolo de "Il Messaggero": caccia all'errore

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Non sarà pubblicata alcuna lettera dai toni insultanti, violenti, prepotenti o provocatori. I nostri lettori debbono saper mantenere quel rapporto tra sobrietà e correttezza che purtroppo manca ad alcuni giornalisti.

Ecco i commenti all'articolo di Nino Cirillo sul pedaggio del Grande Raccordo Anulare di Roma, in allegato, che sono giunti alla email della redazione di Le strade dell'Informazione.

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Cara Anas,
sono anche io un “Forzato del Raccordo”, come quelli descritti oggi da Nino Cirillo sul Messaggero.  Dal lontano 1992, ogni mattina mi alzo alle 5 per venire a lavorare a Roma alle 8. Non sono però affatto d’accordo con il giornalista.
Devo ammettere che negli ultimi anni la situazione sul GRA è molto migliorata e il traffico è diventato più fluido, grazie alla terza corsia. Il problema sorge semmai quando ci s’immette sulla viabilità locale, allora son dolori!
Quando si è cominciato a parlare di pedaggi, la mia prima reazione - ovviamente - non è stata positiva. Però, pensandoci, non è una cosa sbagliata.
Non mi sogno di dare ragione alla Lega, ma è un fatto che a Milano (ma anche a Napoli, dove vado spesso per lavoro), le tangenziali sono a pagamento. E se voi investirete i soldi incassati da noi “Forzati del Raccordo” per la manutenzione e il miglioramento del GRA, allora ben vengano i pedaggi.
Fra l’altro, correggetemi se sbaglio, a differenza di quanto sostiene Cirillo, non saranno installati caselli, e quindi non c’è rischio di creare ingorgo.
Saluti,

Francesco Vitolo

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Io trovo “inaccettabile” la campagna dei politici romani e leghisti sul Grande Raccordo anulare e non il pedaggio su un’autostrada che i cittadini della Capitale non pagheranno, se non quando sono diretti verso le autostrade già a pagamento da sempre.

Mario Alessi, Guidonia

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Non sono contenta di dover pagare un pedaggio - sia chiaro - ma da quanto ho capito i romani non pagheranno per utilizzare il GRA come collegamento cittadino. Allo stesso tempo, comunque, trovo giusto far pagare un pedaggio a chi usa una strada e non ricorrere alla tassazione generale, dove tutti pagano e pochi beneficiano.

Angela Caputi, Roma

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Sono d’accordo con Cirillo è inaccettabile far pagare il pedaggio sul GRA, anche se questo può sembrare un paradosso. E’ sempre stato gratis e non vedo perché debba cambiare.

Antonio

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Leggo un commento pubblicato proprio oggi sul mio quotidiano e decido di rispondere. Rispondo perché sono di Roma e in questi giorni mi sento chiamato in causa troppo spesso. Rispondo perché dopo essere stato offeso da un Ministro devo anche farmi deridere dai giornalisti. Il Gra è patrimonio dei romani ed infatti i romani non pagheranno per muoversi nella città. Questo è quello che ho capito io documentandomi in questi giorni e questo a me sta bene. Se voglio che i servizi vengano garantiti, o magari anche migliorati dove in effetti ce ne sarebbe bisogno, non posso illudermi che sia a costo zero.
Mi dispiace per chi dovrà caricarsi una spesa in più per accedere in città ma le strade sono necessarie e costose ed i servizi pubblici si pagano collettivamente.
E’ un po’ come le strisce blu sotto casa, col vicino che protesta perché siccome per ragioni fiscali a lui conviene che la macchina non sia intestata a lui non ha diritti al bollino per parcheggiare gratuitamente e vorrebbe parcheggi gratis. E il Comune come fa cassa e come può offrire servizi ai suoi cittadini? E’ un problema del mio vicino evasore (o forse “elusore”) delle tasse o di chi non cambia la residenza perché non “gli conviene”. Non puoi chiedere di cambiare le regole se sei il primo a non rispettarne nessuna!

Luca Croma

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Gentile Signor Cirillo,
leggendo il suo “Commento Inaccettabile” sul pedaggio del GRA mi sono sentito in dovere di risponderLe. E’ troppo facile, caro Cirillo, cavalcare l’onda della protesta e della rabbia quando ci si chiede di mettere mano al nostro portafoglio personale. Le sue affermazioni possono essere facilmente paragonate a quelle di alcuni nostri concittadini che elencando le mancanze e le lacune di alcuni servizi pubblici (e mi riferisco ad esempio Ospedali, Scuole, Università, ecc.) si creano l’alibi per evadere le tasse.
Caro Cirillo, le tasse vanno pagate! Qualcuno l’asfalto del Raccordo lo deve mantenere oppure no? Forse lei non è aggiornato ma il Muro di Berlino è crollato e con lui un certo tipo di politica economica statale, giusta o sbagliata che sia stata.
Pagare un eventuale pedaggio ci autorizzerà a criticare o plaudire il servizio usufruito. D’altronde, pagando il prezzo della copia di un quotidiano non ho il diritto di rispondere ad un articolo pubblicato che non condivido?

E.C.

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Sono uno dei 160 mila forzati del raccordo, e rispondo all’accorato appello che il Messaggero ci ha rivolto oggi.
Ovviamente, a nessuno farà piacere dover sborsare questi ipotetici 500 euro annuali per percorrere il GRA. È banale dirlo. Mi chiedo però se sia possibile fare un po’ di chiarezza su questa vicenda. Seguendo i giornali e i telegiornali, mi è sembrato di capire che il pedaggio non riguarderà i cittadini romani, che utilizzano ormai il raccordo come un’arteria urbana, bensì gli automobilisti in arrivo dalle varie autostrade. Abitando fuori Roma, dovrei pagare quei soldi, e non sono assolutamente soddisfatto della cosa. Però, sempre leggendo i giornali, ho anche appreso che in Italia i vari tratti tangenziali (vedi Milano o Bologna) sono gestiti da società private che già riscuotono un pedaggio. Si può quindi dire che nel resto d’Italia ci sono cittadini più sfortunati rispetto ai romani, che da anni pagano per recarsi a lavorare ogni giorno.
Un altro punto su cui vorrei soffermarmi: sinceramente, spero che il fatto che a riscuotere il pedaggio sul GRA sia un Ente statale possa essere una garanzia che il ricavato venga effettivamente utilizzato per mantenere l’arteria a livelli di servizio adeguati. Insomma, se proprio devo pagare, meglio che quei soldi finiscano alla Pubblica Amministrazione che nelle tasche di qualche privato.

N.Z. (Manziana)

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Caro Cirillo,
Le scrivo perché leggo per l’ennesima volta l’ennesimo commento negativo sul possibile pedaggiamento del Gra che, secondo quanto deciso da Camera e Senato, entrerà in vigore a partire dal prossimo primo maggio. Credo che tutte le critiche piovute in questi giorni costituiscano un facile pretesto, la tentazione deve essere stata grande, per il grande titolo da giornale o il commento sapiente di chi presume di essere dalla parte della ragione e rappresentare il pensiero umano. Un proverbio cinese recita “quando il dito indica la luna, lo sciocco guarda il dito”. Mi spiego meglio. Sul Gra non ci saranno tariffe da pagare per chi lo usa a livello locale e non ci saranno nuovi caselli. In pratica pagherà una tariffa forfettaria solo chi, giungendo da un’autostrada, userà il nostro raccordo anulare come se fosse la parte finale di una autostrada.  Niente di scandaloso. Meglio non pagarlo e renderlo un giorno decrepito e pericoloso? Ingestibile? Tanto si è fatto negli anni e, se rimangono ancora molte cose da fare e da migliorare sul caro Gra (nessuno può negarlo, ci mancherebbe), mi sembra che il raccordo abbia retto bene anche l’urto degli esodi di quest’estate e poi una tariffa sicuramente non lo peggiorerebbe anzi aiuterebbe a renderlo migliore, in primis per i romani. Il suo commento, caro Cirillo, mi ricorda tanto quelle grida manzoniane che venivano “gridate” proprio perché le persone non sapevano né  leggere né scrivere, diffondendo il terrore tra la popolazione. Oggi, forse, per evitarle basterebbe solo un po’ di informazione corretta.

A.S.

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Sono un ex dipendente Anas e ho lavorato sul GRA per una vita. Ho letto l’articolo di Nino Cirillo e ho visto il suo intervento a Uno mattina qualche giorno fa, all’alba. Ma come si fa a parlare senza sapere quello che si afferma? Cirillo scrive su un importante quotidiano e non sa neanche che la Pontina non è una strada statale gestita dall’Anas.
Quando lavoravo io, il Raccordo era a due corsie e i lavori per la terza corsia erano cominciati con tante speranze. Oggi la terza corsia è una realtà e per me il Gra è un orgoglio, anche a nome di quei cantonieri che sono rimasti gravemente feriti sul lavoro.
I soldi del pedaggio non faranno fini oscure ma serviranno alla manutenzione. Solo un giornalista superficiale non comprende la realtà delle cose e il lavoro – vero – degli altri. Le strade non si mantengono da sole.

M.G.

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Ho letto sulle Strade dell’informazione l’articolo del giornalista del Messaggero e da milanese mi domando… Ma i romani non hanno alcun pudore? Io quotidianamente utilizzo la tangenziale di Milano, dove il traffico è il doppio del raccordo di Roma e, naturalmente, pago il pedaggio. Per quale motivo i romani e i calabresi non devono pagare le autostrade? Oltretutto la manutenzione perché deve ricadere anche sul mio portafogli che non vado in Sicilia o alla Garbatella?

Roberto

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Io spero che il GRA passi in gestione alla Regione Lazio e che non si pagherà mai il pedaggio. Però mi sorge un dubbio? Ma la Regione Lazio non ha un debito stellare a causa del buco della Sanità?

Paolo Risso

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“Pedaggio iniquo e oscuro. Iniquo perché grida vendetta al solo pensarci”. Questo è quello cha ha scritto Cirillo in un articolo contro l’Anas oggi su Il Messaggero. Il giornalista non argomenta la sua affermazione e descrive l’Anas come il personaggio cattivo di un film noire. Vorrei dall’Azienda delle strade una spiegazione. Insomma, questo GRA si paga o non si paga? I caselli creeranno ulteriori file?

Pina Roselli, ROMA

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Spett.le Anas,
ho letto su un quotidiano romano che si pagheranno i pedaggi sul GRA, ma nei giorni scorsi avevo capito il contrario. O meglio, avevo capito che pagherà solo chi utilizza il Grande raccordo dall’autostrada. Io ogni mattina mi faccio la mia fila dalla Tuscolana alla A24 e penso sempre… magari mettessero il pedaggio, così diminuisce il traffico.
Sul quotidiano, inoltre, ho letto che non si conosce la destinazione dei ricavi del pedaggio. Beh, a me sembra ovvio che come avviene per le autostrade già a pagamento il ricavo sia utilizzato per la manutenzione dell’autostrada stessa o per fare le tre corsie. Sul Gra 3 corsie ci sono già. Quando ne facciamo quattro?

Barbara, 29 anni

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In questi giorni si è acceso un continuo dibattito sui pedaggi stradali con particolare riferimento al Grande Raccordo Anulare di Roma. Se si considera che le tangenziali e i raccordi delle più grandi città italiane sono a pagamento, la proposta del pedaggio sul Raccordo Anulare di Roma non dovrebbe scatenare reazioni infinite.
Non possiamo concentrare tutte le attenzioni soltanto sul tema pedaggio sì o pedaggio no ma sarà opportuno innalzare la qualità del dibattito in termini costruttivi con l’augurio che il sistema del pedaggio possa rappresentare un valido contributo per la realizzazione ad esempio della quarta corsia, visto che oggi la terza corsia delle nostre autostrade non basta per sostenere una quantità di vetture aumentata in modo esponenziale negli ultimi anni. 

Massimo Tosti

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Egregio Direttore,
La demagogia dei politici e dei giornalisti sul GRA è oltre ogni limite ragionevole. I politici romani accusano l’Anas di voler far pagare i romani; i politici leghisti accusano i romani di non voler pagare un servizio. I politici romani di sinistra accusano i politici romani di destra di essere responsabili. I politici di destra cantano vittoria per aver scongiurato di far pagare i romani sul Gra. I giornalisti romani non sanno che scrivere e dicono che il pedaggio è “iniquo” quando neanche si è ancora parlato di quantità. Insomma, in tutta questa vicenda a me sembra che l’Anas deve fare chiarezza. Quando saranno completati i lavori per la terza corsia? Quanto si pagherà e chi pagherà?

Sandro Rosa

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Caro giornalista che si rivolge a noi utenti del GRA, credo che il suo articolo sia un’autentica corsa al massacro per nulla utile e, dal momento che in questo nostro povero amato paese ci sarebbe più che spesso bisogno di un po’ di positività costruttiva, e qui la vostra professione ha una particolare importanza, amerei suggerirle il mio pensiero in merito alla questione.
A mio parere la situazione non è affatto apocalittica (per chi ci crede le rammento che “il duemiladodici arriverà solo nel duemiladodici”). Non ci si chiede mai: “chi paga le strade ed autostrade senza pedaggio?”, “chi ne fa la manutenzione?”. Ecco. Qui in Italia credo sia troppo diffusa l’abitudine al disfattismo, la corsa al colpevole. Certamente trovo irresponsabile fomentare la gente facendole credere che pagherà ogni accesso al Raccordo Anulare, mentre invece ci sarà il contributo solamente da chi arriverà da fuori. D’altra parte se le strade di Roma si degradano è anche a causa degli innumerevoli passaggi di veicoli provenienti da fuori città. Strade che poi verranno aggiustate dal comune di Roma. Dunque. Ben venga un piccolo contributo a, non dimentichiamolo, una delle città d’arte più importanti e più preziose del mondo, che è anche patrimonio dell’umanità.
Anzi. E se si facesse pagare ai non residenti un biglietto “una tantum” per entrare a Roma?

Alessandro F.

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Signor Cirillo,
il Raccordo, per me che vivo praticamente attaccata a Roma, non è mai stato un problema. Certo non sempre il traffico scorre come dovrebbe o l’asfalto è perfetto, ma quanti automobilisti lo utilizzano ogni giorno? Come sarebbe la vita per noi che quotidianamente entriamo e usciamo da Roma senza il Raccordo Anulare? Un inferno sicuramente. E poi non è così male, anzi. Quello che Lei scrive non mi sembra vero e, soprattutto, giusto. Se il pedaggio dovesse davvero partire da maggio penso che gli investimenti che ne deriverebbero potranno servire a noi tutti. A chi proviene da un’autostrada e a chi lo usa solamente per raggiungere più velocemente alcune zone di Roma. Sono convinta, poi, che gioverà proprio a chi, come lei e me, pensano che “Roma e il Lazio hanno un bisogno estremo di una viabilità moderna, di metter mano alle infrastrutture del trasporto”. Altrimenti il rischio è l’immobilismo, che tutto rimanga uguale. Per questo non mi oppongo al cambiamento e sono un po’ infastidita quando leggo articoli come il suo. Le dirò di più, proprio un balzello credo servirà a migliorare la nostra viabilità e, in fin dei conti, la vita di chi ama profondamente Roma tanto da attraversarla ogni giorno.

Enrica Pamuk

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E’ tornato in questi giorni d’attualità il tema del pedaggio stradale. Radio, televisione, giornali e gente comune dibatte e commenta sulla necessità o meno di introdurre nuovi sistemi a pagamento sulle autostrade italiane.  Tra questi quello pubblicato sul quotidiano Il Messaggero dal titola: “Un Oltraggio davvero inaccettabile” merita secondo me una riflessione.
Il giornalista  ritiene inaccettabile che si “scarichi” sul Grande Raccordo Anulare di Roma un pedaggio “iniquo e oscuro” e che questo gravi sulle spalle di un assonnato impiegato di “Lunghezza” (città vicino a Roma) che ogni mattina “insieme ad altri 160 mila forzati” è costretto ad essere ingoiato da un “budello circolare”.
Sono uno dei 160 mila “Forzati del Raccordo”.  Passo molto tempo in auto. L’altro giorno  ho ascoltato su Isoradio un’intervista ad un manager dell’Anas che ha affermato che il Grande Raccordo Anulare di Roma non sarà a pedaggio per il traffico locale, ovvero quando sarà utilizzato per collegare le varie parti della città. Ha anche detto che tutta la rete autostradale, fino ad oggi gratuita, diverrà a pagamento e che il futuro, come sta accadendo nel resto del mondo,  va verso il principio “pago ciò che uso”. Concordo con il principio. Ritengo che sia quindi più utile focalizzare l’attenzione sull’efficienza dei servizi, sui controlli, sul loro buon funzionamento, piuttosto che sollevare inutili e sterili polemiche.  Sono i disagi, i mal funzionamenti, i ritardi, il disfattismo che mi fa perdere tempo e che mi fa consumare molta ma molta benzina. Preferisco spendere qualche centesimo di pedaggio ma viaggiare su una strada scorrevole, che abbia una buona manutenzione, che sia ben collegata, che mi informi costantemente sullo stato del traffico, che abbia tutti i livelli di confort e i giusti standard  di sicurezza. Questo sarà per un impiegato assonnato più economico e più utile.

Marco

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Cirillo l'ha sparata grossa, ma il Gra deve rimanere gratis per i romani!!!

Associazione Grande Raccordo Anulare "Corrado Guzzanti"

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ho letto l'articolo di Ciriello e non sono d'accordo con il giornalista del Messaggero. A me sembra giornalismo-demagogia affermare che gli incassi dei pedaggi finiscano chissà dove. Ma che pensa che i lettori hanno la sveglia al collo?
Occorrerebbe riflettere: se un cantiere lavora anche di notte... i costi aumentano e ci si lamenta che i costi aumentano. Se un cantiere non lavora di notte... ci si lamenta che i lavori non finiscono mai. Se ci sono le buche... ci si lamenta che non si interviene mai. Se si interviene per rifare l'asfalto e chiudere le buche... ci si lamenta che ci sono i lavori e si forma traffico. Se sulla A3 ci sono i cantieri... ci si lamenta che si formano le code. Se non ci sono i cantieri... ci si lamenta che i lavori sono infiniti. Insomma, l'Italia insofferente non sarà mai contenta di nulla!!!

Gianni, Salerno

La Redazione

  Nino Cirillo su Il Messaggero - 1 ottobre 2010