Nuova Linea Torino-Lione: lavori al via entro giugno
Saranno accompagnati subito da miglioramenti nel trasporto pubblico locale
Roma, 4 maggio 2011 - L’avvio concreto dei lavori per la Nuova Linea Torino Lione (NLTL), che dovrà finalmente proseguire il Corridoio europeo 5 fra Lisbona e Kiev, è previsto fra maggio e giugno 2011. E’ il risultato della riunione di oggi del Tavolo Istituzionale di Palazzo Chigi che riunisce tutti gli attori della vicenda, iniziata più di dieci anni fa. A segnare l’inizio vero dei lavori, sarà il cantiere del tunnel geognostico di Chiomonte (in località Maddalena), l’unico in territorio italiano dopo le tre discenderie completate in Francia. A seguire, poi inizieranno gli altri cantieri secondo un programma che sarà stabilito dall’Osservatorio Tecnico per la Valsusa, presieduto da Mario Virano, d’accordo con le ferrovie. In questo modo, sarà rispettato il calendario europeo dell’opera: condizione imprescindibile per mantenere tutti i finanziamenti stabiliti da Bruxelles (circa 671 milioni di euro).
L’avvio del cantiere di Chiomonte (che probabilmente non sarà un’operazione “indolore” vista la presenza di resistenze sul territorio), sarà affiancato da una serie di altre operazioni.
“Ho garantito alla Regione Piemonte e agli Enti locali interessati – ha infatti spiegato il Ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture, Altero Matteoli al termine dell’incontro - che saranno disponibili, con l'imminente avvio dei lavori del tunnel della Maddalena, 20 milioni di euro per l'acquisto di materiale rotabile per il trasporto pubblico locale. Ho inoltre rassicurato che nell'arco di due mesi avremo la disponibilità del progetto preliminare dell'opera. Ho infine ribadito la necessità di rivedere con la Francia l'accordo del 2004 sulla ripartizione dei costi dell'opera e che stiamo operando in tal senso con il governo francese”. Si dovrebbero così realizzare due delle condizioni essenziali per far incamminare la NLTL per i giusti binari: attuare da subito dei miglioramenti per l’attuale trasporto pubblico, riesaminare gli accordi con la Francia in termini di costi (l’incontro cruciale dovrebbe avvenire il 24 maggio prossimo).
“Il tema dei benefici per i territori – ha d’altra parte spiegato Virano - è quello che socialmente ha una più delicata valenza. Si traduce nella territorializzazione del progetto: sono ascrivibili a questa strategia la Stazione internazionale di Susa per il turismo delle Valli Olimpiche e i 150-200 posti di lavoro permanenti e qualificati delle strutture tecniche di sicurezza e controllo; il rilancio dello Scalo di Orbassano come Piattaforma logistica sul Corridoio 5; l’88% del tracciato in galleria, poi, garantisce l’assenza di alterazioni dei territori ad opere finite, nonché la scelta ferroviaria per la movimentazione dei materiali di scavo”.
Ad affiancare i lavori, quindi, vi sarà anche il Piano strategico per la Valsusa messo a punto dalla Provincia di Torino che prevede una serie di interventi che accompagneranno i cantieri. Antonio Saitta – Presidente della Provincia di Torino – ha poi sostenuto le richieste di alcuni comuni (Rivoli, Settimo e Grugliasco), preoccupati per i cantieri che insisteranno sui rispettivi territori.
Per la manutenzione ordinaria e straordinaria delle stazioni sulla attuale linea Torino-Bardonecchia – un’altra delle condizioni per far partire i lavori della NLTL - si prevede invece uno stanziamento di 850 mila euro da parte Rfi, mentre la Regione con il contratto con Trenitalia sbloccherà 16 milioni.
Condizioni queste ultime, che hanno fatto dire al Presidente della Regione Piemonte, Roberto Cota: “Non ci sono più ostacoli, si può partire con il cantiere tra maggio e giugno. “Si va avanti - ha poi aggiunto - non ci sono più passaggi che possano ritardare l'opera”. Una certezza, quella di Cota, che si fa forte anche dalla recente approvazione della legge regionale per le grandi opere che prevede il coinvolgimento delle comunità e delle aziende locali per la realizzazione dei cantieri e dei lavori necessari alla NLTL.
Rimangono, tuttavia, le incertezze legate alla situazione sul territorio. Circa una ventina di Sindaci, infatti, continuano ad essere contrari all’opera, mentre due di essi – presenti alla riunioni a Palazzo Chigi – hanno sottolineato le loro perplessità in fatto di necessità della stessa e di reale disponibilità dei fondi. Mentre Antonio Ferrentino – Sindaco di S. Antonino da sempre impegnato nella vicenda – ha avvertito: “E' rimasto tutto fermo dal 2008 e questo è l'ultimo treno per ottenere i fondi europei. Il nostro invito è fare incontri con il territorio nel tentativo di recuperare il rapporto che si é sfilacciato in questi anni”.
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