Ponte sullo Stretto, Ciucci: nel 2018 sarà aperto al traffico
Intervista al presidente dell'Anas Pietro Ciucci
Milano, 23 aprile 2011 - Soprattutto, non dite mai «faraonico». Pietro Ciucci, il presidente Anas incaricato da Berlusconi di trasformare in realtà il sogno degli antichi romani di collegare la Trinacria con il continente, quell'aggettivo, affibbiato al «suo» ponte, proprio non lo regge. Sarà perché per 722 giorni, tanti ne durò il governo Prodi, per il grand commis che ha reso «l'Anas la prima stazione appaltante del Paese» quel «faraonico» è stato sinomino di sconfitta, di contratti trasformati in carta straccia, di un flop mondiale; fatto sta che, ancora adesso che il progetto è sul tavolo e ci si prepara ad aprire i cantieri, l’amministratore delegato della società Stretto di Messina all'udire quel termine precisa, puntualizza, corregge...
D'accordo, non sarà faraonico, ma ammetterà che state realizzando un'opera...
Memorabile. Questo progetto impegna le più elevate tecnologie ingegneristiche, sia per la costruzione che per integrarsi con l'ambiente e il territorio; ma non è faraonico, anzi è assolutamente alla portata del nostro Paese, tant'è vero che stiamo rispettando il cronoprogramma.
Malgrado Io stop imposto dal governo Prodi tra il 2006 e il 2008?
Il centrosinistra non si limitò a decidere che il ponte non era prioritario, ma negò l'evidenza di contratti firmati dopo regolari gare internazionali e quella situazione avrebbe potuto comportare gravi danni all'Italia se il governo Berlusconi nel 2008 non avesse ribadito la priorità dell'opera e il ministro Matteoli non avesse fatto ripartire la "macchina".
Quali sono le prossime tappe?
Il cronoprogramma prevedeva l'apertura del primo cantiere a fine 2009, ed è avvenuto; quindi la progettazione definitiva, sondaggi compresi, e anche questo step è stato completato nel dicembre scorso. Stiamo parlando di operazioni sofisticate: i sondaggi hanno comportato il congelamento del terreno fino a 50 metri di profondità, cosa mai fatta in Italia. Inoltre lavoreremo dentro importanti centri abitati, con tutti i problemi del caso. Eppure, in questi mesi abbiamo lavorato senza incontrare ostilità, informando la popolazione e trattando su tutto con gli enti locali.
I No Ponte si sono rivelati più arrendevoli dei No Tav: forse perché nessuno credeva che sareste arrivati in fondo?
Forse perché abbiamo lavorato in modo trasparente. Noi assicuriamo un monitoraggio ambientale a 360 gradi, su un'area dieci volte più ampia di quella interessata dai cantieri: i dati raccolti in questi mesi sono già stati comunicati alle istituzioni locali. E poi, si consideri che quest'attività progettuale, che da sola assorbe 110 milioni di euro, è anche un volano per l'economia locale, come l'opera in sé: il Ponte sullo Stretto non è "solo" il ponte, lo accompagnano 40 chilometri di raccordi stradali e ferroviari al servizio della mobilità regionale. Un ulteriore dividendo sarà culturale: intorno all'opera stanno fiorendo nuove competenze ingegneristiche, d'intesa con le università. Anche Berkeley ricevette un forte impulso dalla costruzione del Golden Gate. È storia.
Quando prenderete una decisione sul progetto?
Parliamo di 8000 elaborati che riguardano una cinquantina di componenti. I nostri uffici tecnici stanno eseguendo il primo controllo ma in parallelo abbiamo selezionato - con una gara internazionale - il Parsons Trasportation Group, che ci affianca nell'alta sorveglianza. È il soggetto che al mondo ha la maggiore conoscenza di ponti sospesi e sta eseguendo una “contro progettazione” , una specie di prova del nove, cui si sovrapporranno la validazione del Rina e il parere del comitato scientifico. Questo esame sarà completato entro aprile e i primi di maggio approveremo il progetto definitivo.
Dopo di che, partirà la procedura prevista dalla legge obiettivo: conferenza dei servizi, Cipe, ecc.
Esatto. Contiamo di concludere quell'iter entro ottobre. A quel punto inizieranno gli espropri dei terreni e, con il progetto esecutivo, la cantierizzazione, all'inizio del 2012. Contiamo di aprire il ponte nel 2018. In verità, sarebbe pronto l'anno prima ma intendiamo realizzare tre stazioni a Messina, per dare corpo al sistema metropolitano della città siciliana.
A che punto sono gli accordi con gli enti locali siciliani e calabresi?
Abbiamo firmato con il Comune di Messina un protocollo per la localizzazione dei cantieri e la movimentazione dei mezzi. Altri accordi per i siti di smaltimento degli inerti. Stiamo lavorando con il Comune di Villa San Giovanni. Su questi "punti caldi" in genere si arenano le conferenze dei servizi: noi vogliamo arrivarci preparati.