Il Senato dice no a Torino come sede per l'Autorità dei Trasporti
Roma, 31 luglio 2013 - Il Senato ha detto no alla collocazione della sede dell’Autorità dei Trasporti a Torino. La decisione è arrivata con la bocciatura di un emendamento – già approvato dalle Commissione Lavoro e Finanze -, al Decreto Lavoro che indicava appunto il capoluogo piemontese come sede della futura Authority. Di fronte alla bocciatura, l’emendamento sarà però riproposto in aula a partire da lunedì prossimo. Intanto, Camera e Senato hanno dato il loro ok alle nomina proprio della stessa Authority che sarà costituita da Andrea Camanzi, Barbara Marinali e Mario Valducci. “Sono molto contento che Camera e Senato abbiano approvato i nominativi indicati dal Governo – ha subito commentato il Ministro dei Trasporti Maurizio Lupi -. Si tratta di una questione fondamentale per completare il quadro regolatorio e perché ciascuna delle funzioni preposte siano effettivamente operative. E' ora fondamentale che si provveda ad un rapidissimo insediamento”. L’idea di chiedere per Torino la sede dell’Autorità era arrivata da tutti i parlamentari piemontesi (eccetto quelli del Movimento Cinque Stelle), e appoggiata dagli enti locali per valorizzare ancora di più il ruolo della città e della regione in tema di infrastrutture, viabilità e trasporti. Sarebbe già stata individuata anche la collocazione in città: l'ex sede dell'Anas, in via Talucchi a Torino, come emerso nei giorni scorsi. Ad appoggiare la richiesta erano anche stati gli industriali del Piemonte – l’8 luglio scorso -, nell’ambito dell’Assemblea dell’Unione Industriale di Torino. Dopo il blocco al Senato, motivato per questioni tecniche (“Emendamento improcedibile per estraneità di materia”), parlamentari ed enti locali piemontesi giudicano comunque sempre valida la proposta. Il testo dell'emendamento presentato rimanda alla Legge 274 del 24 dicembre 2011 (Decreto Salva Italia), istitutiva dell'Autorità di regolazione dei trasporti. Sarà poi un Dpcm a sancire, una volta che l'emendamento sarà approvato, che la sede sia Torino e non più Roma come era stato previsto dal Governo Monti.