Sicurezza stradale: "dopo l'alcool sfideremo la droga"
Il dragometro per riscontrare la presenza di stupefacenti nell'organismo di chi è alla guida
Roma, 7 aprile 2010 - Roberto Sgalla ama correre in bici e non in macchina. Diversamente non potrebbe essere, visto che ogni giorno, combatte l'imprudenza dei guidatori e le loro distrazioni. Dopo la lotta contro l'alcool alla guida, promette un “drogometro” per misurare il tasso di droghe assunte mentre si è al volante.
Direttore qual è la situazione della sicurezza sulle nostre strade e autostrade?
Il dato lstat, aggiornato al 2008, è di 4700 morti l'anno per incidenti stradali ma stiamo aspettando quelli del 2009. L'Europa aveva definito un piano proprio nel 2001 ed aveva assegnato a tutti i Paesi l'obiettivo della riduzione dei morti del 50% entro il 2010, noi siamo partiti circa da 7200 morti all'anno e siamo appunto arrivati a 4700. L'Italia è uno dei Paesi che si colloca tra quelli pi virtuosi in Europa: siamo a meno 33% di morti su strada. Sicuramente un numero ancora alto per i costi sociali ed umani che tanti incidenti provocano.
E allora cosa si può fare ancora?
La sicurezza stradale è un tema molto complesso in cui pi attori vi partecipano, ma è indubbio che il comportamento dell'uomo è ancora la prima causa di incidenti stradali e incidenti stradali gravi. Ci rendiamo conto che lo sforzo per educare il cittadino al rispetto delle regole della sicurezza è sicuramente lo sforzo principale per far sì che questi dati possano essere maggiormente contenuti, almeno per avvicinarci all'obbiettivo fissato dall'Europa. Credo che in una società evoluta come quella italiana, estremamente dinamica, avere ancora migliaia di morti per incidenti stradali ci metta in condizione di subire danni umani ed economici altissimi.
Crede che per arginare questi dati avreste bisogno di pi uomini?
Diciamo che la ricetta non è né semplice né di breve termine, vari fattori devono contribuire: l'educazione stradale che inizia nella scuole, lo sforzo che stiamo facendo per incrementare i controlli anche con l'aiuto della tecnologia, basti vedere l'efficacia del Tutor. Puntiamo molto sulle tecnologie per incrementare forme di controllo su vasta area. Abbiamo oltre duemila chilometri di autostrada dove è in funzione il Tutor. Ci sono interventi plurifattoriali che possono funzionare, e non ricette a breve termine. Nei tratti con Tutor si è raggiunto il meno 50% che l'Europa stabilisce.
La riforma del codice della strada è ferma in Senato, porterà forti cambiamenti...
Sì il disegno di legge è fermo in Senato, ma è un provvedimento importante. Noi aspettiamo fiduciosi che il Senato lo approvi per poi tornare alla Camera per la seconda lettura. E' un testo importante perchè pur nella consapevolezza che la norma di per sé non risolve il problema è importante che ci sia per creare la consapevolezza del rispetto. L'esempio dell'inasprimento delle regole contro l'alcool per i minori, va verso la direzione giusta di frenare l'uso di sostanze alcoliche che purtroppo dilaga tra i giovani.
Qualche settimana Report ha denunciato la mancanza di etilometri sufficienti per coprire tuffo il territorio? Le risulta?
Le dico qualche dato. Nel 2009 abbiamo fatto quasi due milioni di controlli con l'etilometro ed ogni anno aumentano in maniera esponenziale, oggi la Polizia stradale dispone di un numero sufficiente: abbiamo oltre 1 .200 etilometri e centinaia di precursori. In tre anni abbiamo triplicato i controlli, nel 2007 erano poco meno di seicentomila, oggi siamo quasi a due milioni e anche nei primi mesi del 2010 i numeri stanno aumentando.
Controlli su l'alcool ma non sulla droga ovviamente?
Certo, questa è una faglia. Se per misurare il tasso di alcool c'è etilometro, per misurare la concentrazione di stupefacenti nel sangue mentre si guida, c'è bisogno di uno strumento analogo che potremmo definire “drogometro”. Per questo, con la Presidenza del Consiglio dei ministri, nello specifico con il sottosegretario al la Presidenza con delega alle politiche per la famiglia, al contrasto delle tossicodipendenze e al servizio civile, e con il capo dipartimento; si sta avviando, una sperimentazione per valutare se gli strumenti che sono oggi sul mercato possano aiutarci a rilevare tracce di droga senza dover ricorrere alle analisi in altro loco.
Sempre in tema di sicurezza, come Polizia stradale avete portato a termine una ricerca. Ce ne parla?
Da anni la Polizia stradale collabora con la Facoltà di psicologia della Sapienza di Roma, con loro abbiamo validato vari progetti. Il più grosso è “Icaro”. “Icaro” ha previsto anche diverse ricerche: una di queste ha riguardato due aspetti fondamentali, e cioè: il paradosso del giovane guidatore cioè a dire che sebbene esistano più profili, dai meno prudenti ai pi prudenti, ma il giovane guidatore che infrange la regola senza che gli succeda nulla, si convince di essere imbattibile e persevera nell'errore. L'altra ricerca, invece, muove da un argomento molto interessante e cioè l'utilizzo delle immagini shock per le campagne pro sicurezza stradale. Abbiamo appurato che per essere efficace, l'educazione stradale deve sì partire dalle immagini, ma se queste non vengono spiegate in modo chiaro e continuativo possono sortire l'effetto contrario a quello desiderato.
Dal 2008 al vertice della Stradale, in quali condizioni ha trovato questo corpo e come lo definirebbe oggi?
Premetto che la Polizia stradale gode di grande considerazione e di grande stima, veniamo visti come gli angeli della strada per tutte le condizioni avverse in cui ci troviamo ad intervenire. In due anni la Stradale ha avuto 650 nuove autovetture, 1200 etilometri e in questi giorni entreranno in servizio circa 280 uomini.
Nessuna faglia?
Il problema più serio per noi è aumentare sempre pi la professionalità. Insieme al Ministero dei trasporti abbiamo attuato un piano per la formazione del personale nostro e loro per il controllo dei mezzi pesanti. Rientra in un protocollo firmato tra il Ministro Maroni e il Ministro Matteoli. L'altra è quella di rendere ancora pi visibile la Polizia Stradale. Soste programmate, uso di aree dedicate, riduzione della velocità media delle nostre vetture. Tutto ci per far percepire maggiore sicurezza con la nostra presenza. Questi i due aspetti pi delicati.
Volendo descrivere, con una sola parola, qual è il comportamento scorretto pi diffuso tra gli automobilisti italiani, quale userebbe?
Sicuramente... “distrazione”. lo credo che bisogna stringere un patto con il cittadino conducente, noi possiamo favorire il rispetto delle regole ma deve essere lui - consapevole che gli conviene rispettare le regole per la sua' incolumità, dei suoi familiari e degli altri.
La ricerca scientifica sull'impiego dei filmati nell'educazione stradale