Canale di Panama, Giro: ripresa dei negoziati ci fa ben sperare
Il sottosegretario agli Esteri: "irragionevole" interrompere i lavori
Roma, 27 gennaio 2014 - Sarebbe "irragionevole" fermare i lavori di ampliamento del Canale di Panama, visto anche lo stato di avanzamento del cantiere, completato gia' al 70 per cento. Lo ha ribadito nei giorni scorsi all’agenzia di stampa Velino il sottosegretario di Stato agli Affari Esteri, Mario Giro, all'indomani della riunione che si e' tenuta a Bruxelles con il vicepresidente della Commissione Ue, Antonio Tajani, e i rappresentanti dei governi di Spagna (il sottosegretario ai Trasporti, Rafael Catala'), Italia (lo stesso Giro) e Belgio (il rappresentante permanente aggiunto presso l'Ue, Olivier Belle).
"Auspico che il presidente Martinelli trovi una soluzione a questo problema, cosi' come ha dichiarato a Davos", dove si e' tenuto il World Economic Forum. "Si tratta di un contenzioso che si puo' verificare, soprattutto per un'opera di cosi' grande levatura. Credo che insieme si possa trovare la giusta soluzione".
Dal 23 gennaio, ha ricordato Giro, "sono ripresi i dialoghi tra le imprese e le autorita' che gestiscono il canale, questo ci fa ben sperare. Si tratta di trovare i soldi per completare l'opera; sarebbe irragionevole interrompere i lavori visto che il cantiere e' quasi terminato".
Adesso "c'e' questa presa di posizione unitaria europea grazie al vicepresidente Tajani" ha concluso il sottosegretario rimandando alla dichiarazione comune uscita ieri a Bruxelles.
Motivo del contendere, va ricordato, sono i circa 1,6 miliardi di dollari in piu' rispetto ai 3,1 mld stimati all'inizio dei lavori. Secondo il consorzio di costruttori - "Grupo Unidos por el Canal" che comprende la spagnola Sacyr, Salini Impregilo, la belga Jan De Nul e la panamense Constructora Urbana -, i costi in eccesso dovrebbero essere a carico della Pca (Panama Canal Authority) in base a quanto stabilito dal contratto.