Flash news Infrastrutture:
 
 

Briciole di pane

L'UE viaggia verso il Sistema ferroviario unico

Il Parlamento europeo ha adottato ieri in prima lettura una riforma della legislazione comunitaria del 2001 riguardante la liberalizzazione dei serviz

Roma, 17 novembre 2011 – Lo spazio ferroviario unico europeo è sul binario di partenza. Ieri il Parlamento di Bruxelles ha adottato in prima lettura, con 526 voti a favore, 80 contrari e 36 astensioni, una riforma della legislazione comunitaria del 2001 riguardante la liberalizzazione dei servizi ferroviari. Obiettivo: incoraggiare l'ingresso nel mercato di nuovi operatori ferroviari, stimolare servizi di qualità e abbassare le tariffe. Un importante passo in avanti per il cosiddetto recast, ossia la semplificazione e armonizzazione del settore, che il Parlamento europeo vuole perseguire.

Ora che è stato superato questo primo passaggio, il Consiglio adotterà formalmente entro l'inizio del 2012 la sua posizione comune, che sarà esaminata dal Parlamento in seconda lettura nel giro di quattro mesi. Secondo la relatrice Debora Serracchiani, eurodeputato del Pd, con il provvedimento approvato ieri si è aperta la strada “alla creazione del Sistema ferroviario unico europeo, che fa ordine nella normativa del primo pacchetto ferroviario, causa in passato di numerose procedure di infrazione e dunque di confusione”. “Da questo provvedimento - ha aggiunto Serracchiani - ci attendiamo un impulso allo sviluppo del mercato ferroviario europeo, fermo all’11% per il traffico passeggeri e al 6-7% per quello merci. Il ferro è infatti l’unico sistema di trasporti europeo che non ha aumentato il suo volume ma che anzi ha perso nel trasporto merci in favore della strada e dell’aviazione”.

La novità più rilevante del rapporto approvato ieri è la creazione di un’Autorità autonoma e indipendente, che avrà il compito di monitorare il mercato delle ferrovie, garantendo a tutti gli operatori l’accesso ai servizi ferroviari. Questa apertura del mercato dovrebbe tradursi in un abbassamento delle  tariffe e in una maggiore efficienza del servizio, a tutto vantaggio degli utenti. In particolare, come si legge in una nota pubblicata sul sito dell’Europarlamento, ogni Stato membro dovrebbe garantire l'indipendenza e l'imparzialità dell'autorità nazionale di controllo. Il fine dichiarato è eliminare le pratiche concorrenziali discriminatorie, per quanto concerne le tariffe e l'attribuzione dei binari, e consentire l'accesso ai servizi correlati come la vendita dei biglietti, gli impianti di riparazione e manutenzione, le stazioni e le stazioni di smistamento.

Inoltre, Serracchiani ha voluto rimarcare che il recast ferroviario ha rispettato le norme sul diritto del lavoro, “lasciando intatte le norme sul diritto di sciopero, garantendo misure rigorose sulla sicurezza sul luogo di lavoro e aprendo anche prospettive di cambiamento di un mercato ferroviario ancora asfittico, profilandosi come un volano per l’economia e l’occupazione”.  L’eurodeputato ha anche sottolineato che  sono stati tenuti in considerazione gli aspetti connessi alla sicurezza dei passeggeri, ed è stato chiarito ulteriormente che la responsabilità ultima in caso di incidenti è delle compagnie di trasporto ferroviario.

Un altro aspetto saliente del rapporto ha come oggetto la trasparenza finanziaria e la separazione contabile tra perdite e profitti fra gestori della rete e operatori del trasporto che fanno parte della stessa holding, considerate necessarie dai deputati e dalla Commissione. Il motivo è di tale indirizzo è garantire lo sviluppo della rete ferroviaria e assicurare che i fondi pubblici non siano dirottati verso attività commerciali. “Pertanto – si legge ancora nella nota pubblicata ieri – il Parlamento chiede alla Commissione europea di presentare prima della fine del 2012 una proposta legislativa sulla separazione totale fra gestione delle infrastrutture e dei servizi di trasporto, oltre che sull'apertura dei mercati nazionali del trasporto ferroviario passeggeri alla libera concorrenza”.

Nel frattempo, però, proprio su questo aspetto sono intervenuti ieri Filt Cgil, Fit Cisl e Uiltrasporti, che hanno chiesto ulteriori approfondimenti in proposito. I sindacati hanno affermato che “la separazione totale delle funzioni del gestore di infrastrutture dall'impresa ferroviaria non ha alcun senso”, e accrescerebbe i costi amministrativi, rendendo l’intero sistema ferroviario più costoso. “La separazione totale – hanno aggiunto Filt, Fit e Uilt – cancella tutti i benefici effetti delle sinergie sui piani della sicurezza, dell'innovazione, del miglioramento della qualità infrastrutturale, degli investimenti senza evidenti effetti positivi dal punto di vista dell'efficienza del sistema ferroviario. Tutto questo in un quadro generale complicato dal calo in Italia di risorse disponibile nel settore, i cui effetti si scaricano nel servizio reso ai cittadini e sui lavoratori del settore”. Alla luce di queste considerazioni e in vista dell'adozione dell'accordo, prevista a dicembre, da parte del Consiglio europeo dei ministri dei trasporti, i sindacati hanno chiesto al deputato Debora Serracchiani una pausa di riflessione. L’obiettivo è duplice: da una parte, permettere di confrontarsi con uno scenario economico auspicabilmente migliore; dall'altra, avere a disposizione ulteriori approfondimenti già messi in campo dal Parlamento europeo.

Matteo Martellacci

  Treni Ue alla prova liberalizzazioni