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Briciole di pane

GRA: brevi cenni biografici

Da chiacchierata Grande Opera per risollevare l'economia romana del dopoguerra ad arteria essenziale della viabilità: ecco la storia del GRA

Roma, 23 settembre 2013 - La nascita del GRA si interseca con quella dell’Anas stessa, quando alla fine della seconda guerra mondiale l’Azienda Nazionale Autonoma delle Strade Statali fu istituita, su decreto del Ministro Giuseppe Romita, il 27 giugno 1946 dalle ceneri dell’AASS (Azienda Autonoma Statale della Strada), nata a sua volta nel 1928 per gestire i tratti stradali statali che erano sorti prevalentemente dall’Unità d’Italia in poi. Alla guida della neonata Anas fu scelto Eugenio Gra che ebbe l’arduo compito di provvedere al riparo di oltre 20.000 km di strade statali soggette a deperimento e distruzione negli anni dei bombardamenti nonché ampliare le sedi stradali di un Paese che si affacciava alla ricostruzione e al futuro boom economico. Fra le numerose Grandi Opere concepite in quegli anni c’era proprio quella di una nuova circonvallazione della capitale italiana che potesse unire tutte le strade consolari e voluta principalmente dallo stesso Ministro Romita per creare occupazione nella capitale alla fine della guerra.

 

Il progetto, concepito da Romita con Gra, sarebbe stato composto da una struttura circolare resa possibile anche dalla sua lontananza dal centro abitato. Un’idea piuttosto originale fra le opere ingegneristiche di quegli anni. In questo modo, la nuova strada avrebbe collegato l’intera capitale, riprendendo concettualmente l’idea di Edmondo Sanjust di Teulada che nel Piano Regolatore del lontano 1909 prevedeva un ampliamento del perimetro della città fuori dalle ormai troppo “strette” mura Aureliane. E cosa poteva rappresentare meglio il nuovo confine se non una strada che aveva la forma di un anello e quindi circolare? Certo all’epoca realizzare un lavoro così costoso, che avrebbe raggiunto proporzioni tre volte più lunghe dell’allora tangenziale in un perimetro lontano dal cuore della città, l’Agro Romano, e con problemi economici non certo dei più banali nell’Italia del primissimo dopoguerra, era un’impresa a dir poco titanica nonché lontana dall’approvazione pubblica. Erano quelli gli anni in cui Roma era nota per la mancanza di alloggi (qualcuno lo ricorderà, qualcun altro ricorderà la commedia campione di incassi dell’epoca Totò cerca casa di Mario Mattoli, nel quale si raccontava di questo non indifferente problema), di lavoro, dei più banali servizi. Realizzare una strada che non sarebbe stata neanche utile per gli spostamenti quotidiani dei cittadini perché lontana del centro abitato era considerato dall’opinione pubblica solamente un inutile dispendio di carenti risorse economiche.

 

Dopo i contrasti, le lunghe trafile burocratiche, i lavori ebbero però comunque inizio nel 1948, l’anno in cui entrò in vigore la nostra Costituzione. Il progetto originario consisteva in due corsie per singola carreggiata, non c’era ragione di costruire una strada che avesse la forma di un’autostrada considerato che la strada era concepita per permettere ai viaggiatori che non dovevano andare in città di bypassare il traffico locale. Non certo quello di recarsi da una punta all’altra della città, come accade invece oggi. Il punto centrale della circonferenza dell’anello doveva coincidere con il Foro Romano, luogo dal quale convenzionalmente partivano tutte le consolari. Il primo tratto costruito si sviluppava da Via Appia a Via Aurelia e fu inaugurato nel 1951, a questo seguì l’anno successivo quello che andava da Via Flaminia a Via Tiburtina e nel 1955 quello che andava da Via Tiburtina a Via Appia. Nel frattempo, all’inaugurazione di questi tre essenziali tratti, che col tempo divennero storici, l’Italia fu protagonista del boom economico; pertanto il trasporto divenne sempre più essenziale alla prosperità e alla comunicazione del Paese che aveva prediletto il trasporto su gomma.

 

Furono questi anni di grandi piani di costruzioni ai quali fecero da cassa di risonanza la costruzione della A1 Roma Milano e la A2 Roma Napoli, che per evitare di far confluire nel traffico locale della capitale furono costruite proprio a ridosso di questo anello stradale che era stato ribattezzato GRA, dal nome del suo ideatore, l’ingegner Gra e facendo coincidere appositamente con la denominazione di Grande Raccordo Anulare. Proprio per questo ampliamento del traffico, per i nuovi piani regolatori che si succedettero negli anni, per l’ingrandimento della città, il nuovo tratto in costruzione negli anni successivi che andava da Via Salaria a Via Tuscolana, che sarebbe stato inaugurato nel 1962, fu progettato per la prima volta a quattro corsie, quindi proprio come un’autostrada, anche se per ottenere questa denominazione il GRA avrebbe dovuto attendere l’anno 1969. Furono proprio quegli gli anni Sessanta a definire l’ampliamento generale della città e un nuovo e più concreto Piano Regolatore, che stabiliva una nuova organizzazione dei piani della città con una zona ad est del centro dove sarebbero sorti uffici e Ministeri.

 

Fu anche questo il periodo in cui il GRA cominciò ad essere utilizzato come strada necessaria anche per gli spostamenti urbani, tanto che in breve tempo si pensò immediatamente ad un ampliamento dello stesso anello attraverso un raddoppio, lavori che cominciarono nel 1979. Il 1983 fu invece l’anno di una terza corsia nel quadrante ovest e sud ovest e la costruzione delle complanari, negli anni Novanta furono ampliati altri tratti, come Via Ardeatina e Via Pontina; in vista anche del Giubileo dell’anno 2000 la rete fu notevolmente migliorata su quasi tutta la tratta. Lavori che proseguirono anche successivamente al Giubileo con la costruzione della nuova galleria di Selva Candida, Parco di Veio, Acqua Traversa, lo svincolo di Via Trionfale, etc. Il GRA è un’opera che dall’inizio dei suoi lavori è in continua evoluzione, ogni giorno milioni di auto lo attraversano per andare da un punto all’altro della città, che è diventata negli ultimi decenni sempre più trafficata, per fuggire da essa o per ritornarvi. Ingorghi, traffico, code, il GRA è un non luogo che in qualche modo è diventato la casa di tutti coloro che lo percorrono, specie di coloro che passano la loro vita in macchina. Il GRA in fondo è un pezzo fondamentale della città di Roma, probabilmente oggi la rappresenta molto più del Colosseo e dei Fori Imperiali. Nel bene come nel male.

Erminio Fischetti

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