Terzo valico, la marcia degli imprenditori
«Dal governo promesse disattese: stufi di aspettare»
Genova, 28 giugno 2011 - Il ministro è arrivato, ha promesso, è andato via. La questione del Terzo valico, il super-tunnel ferroviario tra Genova e la pianura padana che la Liguria aspetta da 20 anni, si sarebbe sbloccata «entro tre - quattro giorni». Così aveva tuonato la scorsa settimana Altero Matteoli, in un incontro organizzato dalla sua fondazione a palazzo Ducale. Aveva parlato davanti a una marea di imprenditori. Che dopo aver applaudito, si sono messi in attesa. I «tre o quattro giorni» sono passati, e non è successo niente. Così, anche gli imprenditori si sono resi conto che aspettare non bastava più: ieri la giunta di Confindustria Genova ha approvato all'unanimità l'organizzazione di una marcia "pro-Terzo Valico". «La faremo lunedì prossimo, a Genova - dice Carlo Castellano, presidente di Esaote -. Il corteo partirà prima delle undici da piazza De Ferrari, percorrerà via Roma e si fermerà sotto la prefettura». Una delegazione salirà dal prefetto, per rappresentare il disagio di una classe imprenditoriale che sta soffocando, sempre più marginalizzata, e il motivo, spiega ancora Castellano, è dovuto proprio alla mancanza del Terzo valico. Il manager giura di aver già arruolato le 100 imprese che fanno parte del Dixet, il Distretto di elettronica e tecnologie avanzate che operano sul territorio genovese. L'obiettivo degli industriali, spiega ancora il numero uno di Esaote, è quello di raccogliere tutte le forze: «Vogliamo coinvolgere tutte le altre organizzazioni imprenditoriali, le istituzioni, senza distinguo». Certo, rimangono degli interrogativi sulle tempistiche dell'operazione: oggi il numero uno di ItaliaFutura, Luca Cordero di Montezemolo, arriverà a Genova per sancire l'impegno della sua fondazione per il rilancio delle politiche marittime - il che significa anche Terzo valico. Ora, che non ci sia amore tra la numero uno di Confindustria, Emma Marcegaglia, e il presidente della Ferrari, è abbastanza risaputo. E forse non è un caso se ieri pomeriggio è arrivato a parlare alla giunta degli industriali genovesi il direttore del Centro ricerche di Confindustria, Luca Paolazzi, che ha illustrato la situazione congiunturale della Liguria e in particolare la necessità di investire in infrastrutture: dove non si è fatto, ha ammonito, si è andato verso una depressione economica del territorio. L'idea della marcia non era nemmeno all'ordine del giorno, ma quella presentazione ha dato la frustata ai genovesi. Muoversi, fare qualcosa. Con il fiato di Roma sul collo? «No, Montezemolo non c'entra - mette le mani avanti Giovanni Calvini, presidente di Confindustria Genova -. Ci siamo trovati di fronte a quelle considerazioni, abbiamo deciso di prendere un'iniziativa forte, che coinvolgesse tutti in un impegno civile». «Davvero una buona idea - la definisce il presidente della Camera di Commercio, Paolo Odone -. Del resto noi abbiamo fatto in Europa, per 11 anni, un forte lavoro di lobbying sul Terzo valico, oltre a 102 incontri sulla Genova-Rotterdam. Ricordo che il cardinale Bagnasco ha sottolineato la necessità di costruire infrastrutture per il nostro territorio». Odone ci sarà, ma quello che si sussurra ai piani alti in via Garibaldi, è di un certo timore a svegliare il can che dorme, i comitati del "no". Uno scontro tra chi è pro e chi è contro il Terzo valico, estremizzando gli schemi anziché cercando il confronto. Ma prima ancora di arrivare a questo, bisogna risolvere l'unico vero ostacolo all'apertura dei lavori, e cioè l'arbitrato tra le Ferrovie e il contraente generale dell'opera, il consorzio Cociv: oggi - mentre a Roma si incontreranno Cociv e Ferrovie per una nuova riunione - Enrico Musso, vicesegretario nazionale del Partito Liberale, presenterà un'interrogazione al Senato diretta a Matteoli, in cui sarà sollecitata una commissione d'inchiesta per «chiarire le ragioni che hanno determinato una sequenza normativa e contrattuale che appare anomala». Per Musso è necessario segnalare la vicenda alla magistratura contabile e all'Autorità giudiziaria competente. Per Musso andrebbe «disposta urgentemente una gara comunitaria per l'affidamento dei lavori» per evitare ogni «contenzioso in materia che, legittimamente, potrebbe essere sollevato da soggetti terzi».
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