Flash news Infrastrutture:
 
 

Briciole di pane

Trasporto pubblico, l'Italia è in ritardo

D'Angelis: "Mobilità troppo fondata sull'automobile". I dati di Istat e Legambiente

Roma, 17 settembre 2013 - L’Italia in tema di Trasporto pubblico locale (Tpl) deve fare ancora molta strada. E’ quanto emerge da una serie di dati e rilevazioni in occasione della Settimana Europea della Mobilità Sostenibile promossa dalla Commissione Europea, la cui edizione 2013 si svolge fino al 22 settembre, ma anche degli Stati generali della Green economy.


"I dati raccolti confermano quanto già sappiamo da tempo, ovvero che l'Italia ha una mobilità troppo fondata sull'automobile con 606 auto ogni 1000 abitanti, dati ben più alti della media europea di 473”, ha spiegato il Sottosegretario alle Infrastrutture e Trasporti, Erasmo D'Angelis, che ha aggiunto: “Questo non dipende spesso solo dalla volontà degli italiani, ma dalle forti difficoltà ed emergenze in cui versa in diverse aree del Paese il trasporto pubblico locale e per la mancanza di sostegno e attenzione nei confronti dell'utenza debole come i ciclisti”. Anzi, secondo D'Angelis, “gli italiani hanno voglia di trasporto pubblico locale e soprattutto nelle grandi città cresce la domanda di passeggeri su mezzi pubblici”.


Proprio i numeri, indicano che in tema di mobilità sostenibile e Tpl, il nostro Paese soffre di ritardi e problemi che dovrebbero essere affrontati subito. Dall'indagine “Dati ambientali nelle città”, effettuata annualmente dall'Istat a partire dal 2000, emerge per esempio che nel 2012 la domanda di trasporto pubblico (numero di passeggeri trasportati in un anno dall'insieme delle modalità di trasporto pubblico urbano), è risultata in calo del 7,4% rispetto all'anno precedente. Nel 2011, invece, secondo il rapporto “Mobilità urbana” dell'Istat, il calo era stato dello 0,2%. Mentre secondo il dossier speciale “Trasformazioni urbane” che raccoglie 20 anni di numeri e analisi di “Ecosistema urbano”, la ricerca di Legambiente realizzata insieme ad Ambiente Italia con la collaborazione editoriale del Sole 24 ore, si va dai 97 viaggi per abitante all’anno effettuati in media sui bus nel 1994 (primo anno disponibile), agli 80 del 2003, per fermarsi a poco più di 83 in media nel 2011. Certo, la situazione reale varia molto da città a città, ma il dato generale non cambia. Tra le grandi agglomerati urbani, Roma nel 2003 vantava 499 viaggi per abitante all'anno, oggi è arrivata appena a 519. Milano totalizzava 404 viaggi per abitante all'anno del 2003, mentre oggi arriva a 456. In calo i dati di Catania, Palermo e Trieste, bene invece quelli di Firenze e Padova, mentre minimi miglioramenti si registrano tra le medie città. Ad esempio Trento nel 2011 registra solo 182 viaggi/ per abitante l'anno, nel 2003 ne vantava 153.


A diminuire, tuttavia, non è stata solo la fruizione del Tpl ma anche l’offerta. Sempre l’Istat ha rilevato un calo dell'offerta del trasporto pubblico pari al -3,9% per quanto riguarda i posti-km per abitante erogati dall'insieme dei mezzi e del -5,4% per i soli autobus, che rappresentano ancora la più diffusa e consistente modalità di Tpl. Sono tuttavia in incremento i servizi offerti dalla metropolitana: la densità della rete cresce del 7,3% e quella delle relative fermate del 6,7%; mentre la disponibilità di vetture che compongono i convogli aumenta del 5,1% e i posti-km per abitante offerti all'utenza dell'1,0%. Nei grandi centri metropolitani è più consistente il numero di persone che fanno ricorso al sistema pubblico di trasporti (il 67,6% dei cittadini contro una media del 24,7%) e, tra questi, poco meno di quattro su 10 dichiarano di ricorrervi tutti i giorni o comunque più volte alla settimana (rispetto al valore medio dell'11,9%). Ma gli abitanti dei comuni delle aree metropolitane sono anche i meno soddisfatti della qualità del servizio offerto: circa il 30% lo è della pulizia delle vetture (rispetto al 42,1% del totale); 35 su 100 sono soddisfatti della possibilità di trovare posto a sedere e della comodità delle fermate (rispettivamente contro il 51,2 e 39,4%); meno del 40% della puntualità (contro il 53,4%).


Sempre D'Angelis, poi, in un’intervista pubblicata dal giornale online “lavocedeltrasporto.it”, supplemento di Siciliaway, si era anche soffermato sulle ferrovie aggiungendo: “L'estate che ci lasciamo alle spalle ha dimostrato che quella dei pendolari è un'altra emergenza nazionale. Le Ferrovie dello Stato devono affrontarla, perché questa è la loro nuova missione, affidata loro dal Governo nel momento della nomina dei vertici di Fs”. Secondo il Sottosegretario, “abbiamo investito molto e giustamente negli ultimi anni sull'AV, oggi possiamo davvero offrire un servizio di livello europeo che collega soprattutto il Centro al Nord, però abbiamo lasciato molto indietro le altre linee, che vengono quotidianamente utilizzate dalla stragrande maggioranza di chi viaggia in treno: pendolari, studenti, lavoratori, turisti. La nuova missione di ferrovie è dunque quella di rilanciare il trasporto ferroviario per i pendolari”.


Mentre il Presidente dell'Autorità di vigilanza sui contratti pubblici, Sergio Santoro, in audizione in Commissione Trasporti alla Camera, ha spiegato che l'attribuzione delle risorse al trasporto pubblico locale “ha comportato una difficile gestione, quanto a equilibrio del bilancio. In Italia - ha riferito Santoro - a paragone del contesto europeo, c'è una differenza: ci sono tariffe contenute perché il costo è tendenzialmente sostenuto dalla fiscalità generale. Ma si osserva anche una scarsa produttività in termini di passeggeri per chilometro”. Da qui la ricetta di Santoro: “Occorre individuare criteri di ripartizione basati sui costi e i fabbisogni standard”. Il settore dei servizi pubblici locali, inoltre, è per Santoro “troppo spesso all'attenzione del legislatore, con interventi normativi sempre più frequenti, stratificati e sovrapposti a discapito di esigenze di certezza del diritto”.
 

Andrea Zaghi

  Al via la Settimana europea della mobilità. "Cambiare abitudini per migliorare la nostra vita"