Incidenti stradali, è più pericoloso andare in bicicletta che in macchina
Quasi il 40% dei sinistri che vedono coinvolti ciclisti, nell'area Ue, avviene in prossimità di un incrocio

Roma, 16 settembre 2013 - Sempre più “a rischio” ciclisti e pedoni. E questo nonostante si registri una diminuzione, nel nostro Paese e nella UE, del numero complessivo degli incidenti stradali.
Nel 2012 in Italia, sulla base di una stima preliminare dell’Istat, si sono verificati 184.500 incidenti stradali con lesioni a persone. In decisa flessione il numero dei morti sulle strade urbane (-8%); diminuisce in maniera più contenuta sulle strade extraurbane (-4%). Stabile, invece, il dato interessante le autostrade.
Ma, come si diceva, per gli utenti non motorizzati il trend continua a essere preoccupante. A evidenziarlo è stato, di recente, il Rapporto sulla sicurezza stradale del Centro Tecnologico Allianz (Allianz Zentrum für Technik, AZT). Lo studio, molto attendibile come tutti quelli originati dal comparto assicurativo (merito della completezza dei dati a disposizione di quel settore), ha preso in esame proprio tali utenti.
Quali le possibili soluzioni per ovviare al trend negativo interessante chi utilizza le “due ruote”? Ad esempio: un uso più puntuale dei dispositivi di protezione individuale. Il rischio più sottovalutato, stando al Rapporto, è quello delle cadute. Quelle, cioè, che non hanno comportato il coinvolgimento di terzi. Quasi il 40% dei sinistri che vedono coinvolti ciclisti, nell’area Ue, avviene in prossimità di un incrocio o nel punto d’inserimento di una strada.
Il pericolo delle lesioni alla testa, per i ciclisti, raddoppia per i giovani dai 6 ai 16 anni. Può, addirittura, decuplicarsi per gli anziani. L’utilizzo del casco, anche quando si è in bicicletta, può davvero salvare la vita e, comunque, ridurre, in maniera apprezzabile, il pericolo di lesioni. Per chi non lo indossa, la probabilità di riportare danni al cervello è doppia rispetto agli altri.
Dal 1990 al 2010, il numero di pedoni e ciclisti che hanno perso la vita in un incidente stradale è aumentato, a livello mondiale, di oltre il 60% (WHO Global Burden of Disease Project). Pure i pedoni, come detto, risultano essere tra i più esposti agli incidenti. Da qui la necessità di porre in essere iniziative utili per assicurare loro una maggiore tutela.
Tra queste: l’installazione dei dissuasori di velocità; un’appropriata manutenzione della segnaletica stradale, in particolare degli attraversamenti pedonali; limiti di velocità, nei centri abitati, adeguati alle esigenze del traffico e alla sicurezza delle persone. Tutti interventi che, come si vede, coinvolgono gli Enti proprietari della strada. I quali non sono certo i responsabili unici della sicurezza. Ma svolgono, rispetto a quest’ultima, un ruolo strategico.
E dovrebbero, pertanto, fruire immediatamente del patrimonio informativo e statistico proprio di altri comparti. Magari diventando, per legge, i “collettori” necessari di tutti i dati acquisiti dai vari soggetti che, direttamente o indirettamente, operano sulle strade in caso di incidente.