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Briciole di pane

Oms, ancora "inaccettabilmente elevato" il numero delle vittime della strada

Per abbattere il numero delle morti concentrarsi sulla guida in stato di ebbrezza, velocità, cinture, casco e seggiolini per i bambini

Giorni di traffico intenso sulle strade italiane. Tempo di consigli agli automobilisti. Dati sul numero delle vittime e dei traumi dei feriti su cui riflettere. Note le cause principali degli incidenti (alcol, velocità, stanchezza, sorpassi in prossimità di curve), si studiano rimedi per diminuire ulteriormente le vittime su strada. Perché è vero che le vittime sono in calo, ma 1,24 milioni di morti sulle strade ogni anno è una cifra "inaccettablilmente elevata" secondo l'Oms che ha appena stilato il rapporto sulla sicurezza nei 182 paesi dove risiede il 99 % della popolazione mondiale. Da una lettura attenta del rapporto si scopre che solo 28 paesi fondano le loro leggi di “safety road” su pochi ma fondamentali fattori di rischi: alcol, eccesso di velocità, casco per i motociclisti, cinture di sicurezza e seggiolini per i bambini. Se si analizzano i dati che lo studio dell’Oms fornisce sul nostro paese, si apprende che nel 2010 le vittime sono state 4237, pari a 7,2 ogni 100 mila persone, su una popolazione di 60 milioni e 500 mila. Viene dunque automatico il confronto con gli altri grandi paesi europei: Francia 62 milioni di abitanti, 3992 morti; Germania 82 milioni di abitanti, 3648 morti.

È chiaro che molto ancora resta da fare per colpire quegli italiani insofferenti alle regole, i quali si preparano per affrontare il giorno più critico per la viabilità, previsto per il 3 agosto. Accanto alla Polizia stradale, all’Anas e agli altri gestori delle strade e autostrade italiane, a vegliare costantemente sulla salute degli automobilisti della rete viaria italiana ci sarà il 118, da sempre in prima linea sul fronte degli incidenti stradali. Antonio De Santis, medico specialista che dirige l’Agenzia regionale Emergenze del Lazio (Ares 118), rivela a Repubblica, che nei giorni di traffico più intenso non si registra un aumento delle vittime, ma soltanto degli incidenti. Sembra un paradosso, ma è proprio il maggior flusso veicolare a limitare gli impatti più letali. “Le ore a rischio sono quelle notturne o dell’alba quando la luce è incerta, incombe il sonno e si indulge sull’acceleratore senza rispettare i limiti”. C’è però da sottolineare che sempre meno automobilisti spingono sul pedale del gas sulle strade dove sono attivi i Tutor che controllano e registrano la velocità media. In 14 anni, annuncia la Società Autostrade per l’Italia, c’è stata una contrazione del 78 % della mortalità.

A una diminuzione degli incidenti corrisponde una riduzione dei traumi che comunque restano alti. Le lesioni più frequenti sono localizzabili nel torace, addome e cranio per gli automobilisti; per i motociclisti, invece, si concentrano alla testa e agli arti. Precisa De Santis: “Lo sterno e la parte superiore dell’addome subiscono danni gravi soprattutto se la cintura è slacciata e la velocità elevata, ma anche le gambe diventano sede di trauma se la forza di impatto si va a scaricare sulla parte bassa del veicolo. Il classico colpo di frusta da contraccolpo alle vertebre cervicali, si verifica quando il veicolo assorbe l’urto posteriormente. La velocità non solo è determinante nella dinamica dell’incidente, ma è anche responsabile dell’entità del danno che subisce l’auto e, di conseguenza, delle lesioni su conducente e passeggeri”. Vanno ad aggiungersi alle cause più comuni di incidenti, la riduzione della visibilità dovuta al maltempo, nebbia, pioggia e il fenomeno dell’acqua planning, dovuto alla presenza di pioggia sulla sede stradale che causa una perdita di aderenza degli pneumatici al manto stradale.

“Le improvvise crisi di sonno possono indurre al rilassamento”, dichiara il medico, “ecco perché ogni due ore e mezza è consigliabile una breve sosta”. De Santis aggiunge alle solite raccomandazione per una condotta di guida disciplinata anche un codice comportamentale che suona come una esortazione: “chi chiama il 118 domini l’ansia e risponda con precisione alle domande dei nostri operatori volte a calibrare il tipo di soccorso da inviare: carreggiata, casello di uscita più vicino, chilometro di uscita più vicino, chilometro dove si è verificato l’incidente. E anche sui feriti di cui è importante sapere se respirano e se sono coscienti”.

Christian D'Acunti

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