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Briciole di pane

Sicurezza stradale, "Sulla buona strada" e nel rispetto delle regole

Gli incidenti sono causati soprattutto dai comportamenti di chi è al volante

Roma, 29 marzo 2016 - Si continua a morire sulla strada, nonostante l’impegno quotidiano di tutti i soggetti istituzionali deputati a garantire arterie più sicure. Ma a poco valgono le attività promosse degli Enti che gestiscono le infrastrutture viarie, e di quanti preposti alla prevenzione e repressione delle infrazioni al Codice della strada, se chi è al volante non ha un maggiore rispetto delle regole che soprintendono la circolazione. Anche questi ultimi giorni, purtroppo, si lasciano dietro una scia di sangue per morti assurde che si potevano, quasi sicuramente, evitare.


Non consola nemmeno il fatto che ci sia stato il primo arresto, in Campania, per omicidio stradale e lesioni personali stradali. Si continuano a registrare gli incidenti, nonostante (pure) la martellante campagna pubblicitaria “Sulla buona strada”, del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, dedicata alla sicurezza stradale, che rammenta la necessità di comportamenti virtuosi quando si è alla guida. Il messaggio degli spot è di forte impatto: “Tornare indietro è impossibile. Resta sulla buona strada”. Questo perché ci sono errori che non consentano di tornare indietro. Protagoniste sono sei persone, a ognuna delle quali è associata una delle cause più comuni che provocano il maggiore numero d’incidenti in Italia: distrazione alla guida, velocità, mancanza del seggiolino per i bambini, cinture non allacciate, biciclette non sufficientemente visibili.


Altre novità sono in arrivo per gli automobilisti. Potrebbe, scattare, prossimamente, l'obbligo d’installare la “scatola nera” a bordo dei veicoli. Siamo ancora, è bene sottolinearlo, a livello di proposta inserita nel disegno di legge “Concorrenza” all'esame della Commissione Industria del Senato. All’occorrenza, dicono i sostenitori della stessa, si potrà verificare l’effettiva dinamica dei sinistri al fine dell’accertamento delle responsabilità.
 

Carlo Argeni

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