Aeroporti: a rischio 15 scali al servizio dei territori
Roma, 17 aprile 2013 - Futuro incerto per 15 dei 46 aeroporti a voli commerciali definiti di “non interesse nazionale” dall’atto di indirizzo per la definizione del Piano nazionale degli aeroporti, emanato dal ministero dello Sviluppo Economico lo scorso gennaio. Spetterà alle Regioni, secondo l’atto, il destino di questi scali che, dopo la Conferenza Stato-Regioni, dovranno scegliere se operare con una concessione regionale oppure indirizzarli ad altre destinazioni o chiuderli. In pratica, gli aeroporti dovranno cavarsela da soli e gli enti locali e le Camere di commercio, che ne sono soci, dovranno decidere se ricapitalizzarli, cedere la partecipazione a privati, oppure chiuderli. E’ è questo lo scenario di cui si è discusso oggi a Roma, nell'ambito di un convegno organizzato da Unioncamere e Capo Horn con il supporto di Uniontrasporti.
Il presidente di Unioncamere, Ferruccio Dardanello, nel corso del suo intervento, ha evidenziato che gli scali “minori” sono al servizio del territorio e che una loro chiusura avrebbe un contraccolpo per le imprese e per i cittadini, con un danno economico di 52 milioni di euro. Dardanello non ha negato l’utilità di un piano di riassetto del settore. “Molte società di gestione - ha sottolineato il presidente - registrano risultati di esercizio negativi e un rapporto squilibrato tra costi e ricavi per passeggeri che non può essere ignorato”. Ma quello che il presidente di Unioncamere ha voluto evidenziare riguarda la necessità di individuare politiche di riassetto alternative, che tengano conto del territorio sulla base dei “costi-benefici” e non su scelte dettate dalla logica dei “costi-ricavi delle strutture”.
I quindici aeroporti a rischio sono Cuneo, Aosta, Brescia, Brescia, Albenga, Forli', Parma, Grosseto, Marina di Campo (Elba), Perugia, Foggia, Taranto, Crotone, Comiso e Tortolì. Nel 2012, questi scali hanno registrato un traffico passeggeri di 1.106.230 persone, nel 40,5% dei casi con voli nazionali, nel 59,5% con tratte internazionali. La scelta di questi siti ''minori'' dovrà comunque essere confermata in sede di Conferenza Stato-Regioni.
"L`intero settore dell`aviazione (considerando compagnie aeree, aeroporti, industria aeronautica e fornitori di servizi) – ha ricordato poi Dardanello - dà un apporto al Pil nazionale di 15 miliardi di euro e offre lavoro a 500mila persone e movimenta un traffico di 149 milioni di passeggeri”. Sulla base di questi numeri, il presidente di Uniontrasporti, Antonio Paoletti, ha quindi auspicato che si avvii “un'indispensabile riflessione dell'intero sistema camerale sulla situazione della realtà aeroportuale italiana, con particolare attenzione agli aeroporti minori, che possa portare all'adozione di una strategia condivisa”.
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