Ambiente, UE: necessario considerare i rifiuti una risorsa
Una piena attuazione della legislazione dell'Unione farebbe risparmiare 72 miliardi di euro l'anno, e creerebbe 400mila posti di lavoro entro il 2020
Roma, 16 gennaio 2012 – È possibile considerare i rifiuti come una risorsa, e non soltanto una fonte di inquinamento o anche, come sappiamo bene in Italia, uno spinoso problema sociale e politico? Secondo l’UE si può, anzi è doveroso farlo. Il messaggio è stato lanciato in occasione della pubblicazione di uno studio di settore della Commissione europea.
Il rapporto presenta un'analisi approfondita degli effetti che si potrebbero ottenere negli Stati membri applicando al meglio la normativa esistente. Ne è emerso che i vantaggi sarebbero consistenti. Infatti, Una piena attuazione della legislazione dell'Unione sui rifiuti consentirebbe di risparmiare 72 miliardi di euro l'anno, con un aumento di 42 miliardi di euro del fatturato annuo del settore e delle attività di riciclaggio e con la creazione di oltre 400mila posti di lavoro entro il 2020. D’altro canto, lo studio rimarca che le operazioni illecite sui rifiuti costituiscono un ostacolo alle opportunità di crescita economica.
Janez Potocnik, commissario per l'Ambiente "È necessario considerare i rifiuti una risorsa”
Sul tema è intervenuto il commissario responsabile per l'Ambiente, Janez Potocnik, che in un comunicato stampa ha affermato: "È necessario considerare i rifiuti una risorsa: interrare le risorse in discarica è una politica estremamente deleteria. Questa relazione mostra che la gestione dei rifiuti e il riciclaggio possono contribuire considerevolmente alla crescita economica e alla creazione di posti di lavoro”.
“Se la legislazione vigente fosse attuata correttamente – ha aggiunto Potocnik –, potremmo evitare costose operazioni di pulizia, inquinamento e problemi di salute, senza dimenticare che i materiali riciclati costano meno delle materie prime vergini, oltre a ridurre le emissioni di gas a effetto serra e la nostra dipendenza dalle importazioni".
Un settore molto dinamico, che offre ancora un forte potenziale di espansione
Una gestione migliore, dunque, garantirebbe effetti positivi sia per l’ambiente, sia in termini di risparmio per i Paesi dell’Unione. I vantaggi non si esauriscono però qui, e toccano anche altri aspetti economici, finanziari e sociali, come è emerso dall’analisi che ha preso in esame Cipro, Germania, Irlanda, Italia e Paesi Bassi. I risultati mostrano che “il settore della gestione dei rifiuti e del riciclaggio nell'Ue è molto dinamico ma offre ancora opportunità economiche con un forte potenziale di espansione”.
Ad esempio, si potrebbero ottenere benefici notevoli in termini di occupazione. Nel 2008 il fatturato del settore, pari a 145 miliardi di euro, costituiva circa l'1% del PIL dell’UE e dava lavoro a 2 milioni di persone. Potenzialmente, però, il settore potrebbe accogliere altri 400 mila posti di lavoro, arrivando 2,4 milioni totali, con un fatturato annuo complessivo di 187 miliardi di euro.
Che fare? Norme comuni per le ispezioni, dati più affidabili e "chi inquina, paga"
Per ottenere miglioramenti, bisognerebbe innanzitutto intervenire sui prezzi, che non rispecchiano il costo reale dello smaltimento. Inoltre, è stato ribadito che una migliore gestione dei rifiuti passa per il rispetto del principio "chi inquina, paga". Peraltro, è stato rilevato che molti Paesi dell’Unione sono ancora privi delle infrastrutture necessarie per la raccolta differenziata, il riciclaggio e il recupero.
Si registra poi la mancanza di un controllo sistematico e di meccanismi di rispetto dell'applicazione della legislazione, per cui sarebbe utile adottare norme comuni per le ispezioni. Infine, nel settore si nota una carenza di dati affidabili, necessari per accrescere la conoscenza della gestione dei rifiuti. In proposito, sono stati conseguiti dei ragguardevoli miglioramenti grazie alla creazione di un centro dati sui rifiuti (Data Centre on Waste) da parte dell'Eurostat.
Per migliorare il monitoraggio riguardante l'attuazione della normativa nei vari Paesi, senza però far lievitare i costi, è stato proposto di ricorrere all'esperienza e alle capacità dell'Agenzia europea dell'ambiente (Aea), evitando così di dover creare una nuova agenzia specializzata nei rifiuti.
Tabella di marcia per un'Europa efficiente sotto il profilo delle risorse
Lo studio è ora a disposizione della Commissione Europea, che lo analizzerà al fine di sviluppare adeguati strumenti giuridici ed economici, come indicato nella tabella di marcia per un'Europa efficiente sotto il profilo delle risorse e nella strategia tematica di prevenzione e riciclo dei rifiuti. Obiettivo, rendere il settore più efficiente, economico e rispettoso dell’ambiente, nonché della legislazione comunitaria, trasformando quindi i rifiuti in “preziose” risorse.