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Briciole di pane

Ance: "Il settore delle costruzioni sempre più in crisi. Perso mezzo milione di posti di lavoro negli ultimi anni"

Assemblea annuale dell'Ance. Previsioni negative per il 2012: -6% di investimenti

Roma, 13 luglio 2012 - Il settore delle costruzioni soffre sempre di più. "Siamo logorati da anni di crisi durante i quali si sono persi, compreso l'indotto, 500 mila posti di lavoro. Tra il 2008 e il 2012 gli investimenti si sono ridotti del 26%, ovvero 43 miliardi di euro in meno, riportando i livelli di produzione a metà degli anni 70". Lo ha detto il presidente dell'Ance, Paolo Buzzetti, aprendo l'assemblea nazionale dei costruttori edili in corso al Palazzo dei Congressi di Roma.

"Dalla fine del 2009 hanno chiuso 40 mila imprese. E molte altre sono sull'orlo del fallimento - ha aggiunto Buzzetti - Il carico fiscale è diventato insostenibile, siamo al 45% del Pil, e per quanto riguarda l'Imu non e' giusto che le nostre imprese lo paghino sui 'prodotti' che realizzano per la vendita. Infine abbiamo raggiunto la cifra di 19 miliardi di euro di crediti vantati dalle nostre imprese. E' una situazione inaccettabile".

Le previsioni per il 2012

"Gli investimenti nel settore delle costruzioni caleranno nel 2012 del 6%, un calo maggiore di quello registrato nel 2011, pari al -5,3% e anche delle stime per quest'anno, pari al -3,8%", ha lanciato l'allarme il presidente dell'Ance. In cinque anni, dal 2008 al 2012, ha aggiunto, "il settore delle costruzioni avrà perso più di un quarto (-25,8%) degli investimenti, tornando ai livelli della metà degli anni '70". In particolare, ha aggiunto, "soffrono tutti i comparti, a partire della produzione di nuove abitazioni, che nel quinquennio avrà perso il 44,4%, l'edilizia residenziale privata, con una diminuzione del 27,9% e i lavori pubblici, che registrano una caduta del 37,5%. In questo comparto la contrazione è iniziata nel 2005 e complessivamente la flessione raggiunge il 44,7%". Inoltre nel primo trimestre 2012 le erogazioni di finanziamenti alle imprese edilizie continuano a diminuire. Nel dettaglio: "-24,1% di mutui per investimenti in edilizia residenziale, -41,5% di mutui per investimenti in edilizia non residenziale. In quattro anni i finanziamenti per l'edilizia residenziale sono diminuiti del 38,2% mentre quelli per l'edilizia non residenziale si sono sostanzialmente dimezzati (-45%)".

Il credito verso la P.A.

"Le imprese edili vantano crediti per 19 miliardi nei confronti della Pubblica amministrazione", ha soiegato Buzzetti, definendo la situazione dei ritardati pagamenti "inaccettabile". "In un contesto economico in cui la liquiditaà è il bene più prezioso - ha detto Buzzetti - lo Stato ha fatto la scelta di drenare risorse a suo favore continuando a ritardare i pagamenti alle imprese. Abbiamo raggiunto la cifra di 19 miliardi di euro di crediti vantati dalle nostre imprese. E' una situazione inaccettabile". "Abbiamo apprezzato l'accelerazione data dal Governo con la pubblicazione dei decreti sulla certificazione dei crediti - ha aggiunto Buzzetti - e registrato l'impegno a tenere conto delle specificità del settore. Siamo ancora in attesa di decisioni in questo senso dopo la disponibilità dimostrata inizialmente. Diciamo subito che non vorremmo, però - ha aggiunto - che la montagna di debito verso le imprese partorisca il topolino di un altro certificato, altra carta bollata per affermare quello che già sappiamo: abbiamo diritto ad essere pagati".

Il peso insostenibile del fisco

"Il carico fiscale è diventato davvero insostenibile, siamo al 45% del pil, che raggiunge, in termini reali, il 54,5%", ha affermato il presidente dell'Ance. "Solo sugli immobili - ha aggiunto - il fisco pesa ormai per 55 miliardi di euro l'anno, anche a causa della nuova patrimoniale sulla casa introdotta con l'Imu, balzello che è valso all'Erario, solo per la prima rata, 9,5 miliardi di euro. Quello dell'Imu - ha proseguito - è un 'cantiere aperto', che deve necessariamente cambiare: non è giusto che le nostre imprese, uniche nel mondo industriale, paghino l'Imu sui 'prodotti' che realizzano per la vendita". "Noi - ha aggiunto - partecipiamo allo sforzo della comunità e quindi subiamo, come tutti del resto, il costo dell'Imu sugli immobili che utilizziamo per la nostra attività - ha concluso - ma non accettiamo di pagare un'imposta patrimoniale su prodotti realizzati per essere venduti. Questo rappresenta una grave distorsione".

Il mercato della casa: compravendite in calo

"Le compravendite di abitazioni hanno registrato nei primi mesi di quest'anno una flessione del 19,6% su base annua", ha detto Buzzetti. "In questo periodo - ha aggiunto - i prezzi medi delle abitazioni hanno manifestato solo lievi flessioni. Fin dall'inizio della crisi l'Ance aveva evidenziato che in Italia non c'è il pericolo di una bolla immobiliare". Quanto al fabbisogno immobiliare l'Ance evidenzia "che quello potenziale è di circa 582 mila abitazioni".

Più concorrenza nei lavori autostradali

"Nel settore delle infrastrutture autostradali serve più concorrenza aumentando al 100% la quota di lavori da affidare a gara", ha detto il presidente dell'Ance. Un Governo che si definisce europeista non ignora le regole che vengono dall'Europa sulla concorrenza - ha detto - in questo senso, abbiamo apprezzato che il recente "Dl Sviluppo" abbia elevato dal 50% al 60% la quota di lavori che i concessionari autostradali devono affidare tramite gara, benché dal 2015. Ma non basta. Riteniamo che tale elevazione non sia sufficiente ad aprire un mercato che finora è stato eccessivamente protetto, tanto più che le concessioni sono state acquisite, nella quasi totalità dei casi, senza gara". E allora - ha aggiunto - con buon senso, si dica che, a partire dal 2013, il 100% dei lavori che devono realizzare le concessionarie sia messo in gara, favorendo la partecipazione di tutto il tessuto imprenditoriale. Bisogna, inoltre, ritornare ai tagli fisiologici degli appalti, evitando accorpamenti artificiosi e fenomeni di gigantismo, così come vuole anche il legislatore comunitario". "L'economia funziona, se c'è concorrenza - ha ribadito - ciò detto, bisogna liberalizzare i mercati, e rompere quelli ancora protetti. Ad esempio, appare ancora troppo diffuso il fenomeno dei lavori in-house. Ora, in un momento di crisi come quello che stiamo vivendo, qualsiasi forma di protezionismo non può continuare ad esistere. Quanto ai concessionari, è incomprensibile il perché si insista nel rifiuto di mettere in gara le opere a valle delle concessioni".

Mario Avagliano

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