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Briciole di pane

Bei, 10,4 miliardi di finanziamenti in Italia nel 2013

Secondo il rapporto della Banca europea degli investimenti siamo il secondo beneficiario dell'Ue

Bruxelles, 21 febbraio 2014 - Sono stati 10,4 i miliardi erogati nel 2013 all'Italia dalla Banca europea per gli investimenti (Bei), il 14,5% del totale dei suoi finanziamenti. Secondo il rapporto annuale dell'istituto, presentato a Bruxelles, l'Italia è il secondo beneficiario in Europa dopo Spagna (14,9%) e prima di Francia (10,9%) e Germania (10,4%). In totale la Bei ha erogato finanziamenti per 75,1 miliardi di euro, in aumento del 37% rispetto all'anno precedente. I progetti finanziati all'interno dell'Unione europea hanno ricevuto 67,1 miliardi, in crescita del 42%.


I finanziamenti della Banca nel nostro Paese si sono concentrati su progetti di imprese attive nella ricerca e innovazione, nella banda larga e nelle infrastrutture. “Contribuiamo anche al finanziamento delle Pmi italiane che hanno particolarmente sofferto la frammentazione finanziaria”, ha sottolineato il presidente della Bei Werner Hoyer. In totale alle piccole e medie imprese europee sono stati destinati 21,9 miliardi, di cui 18,5 miliardi da parte della Bei e 3,4 miliardi dallo Europea Investment Fund, parte del gruppo che ha sede a Lussemburgo. In totale sono 230 mila le aziende, per 2,8 milioni di addetti, che hanno beneficiato del sostegno della Banca.


La Bei ha destinato 17,2 miliardi ai progetti di ricerca e innovazione, 19 miliardi alle azioni per il clima e l'ambiente e 15,9 miliardi per le infrastrutture strategiche. Gli interventi si sono concentrati anche sui programmi per favorire l'occupazione giovanile, con 9,1 miliardi negli ultimi sei mesi del 2013. 7,7 miliardi sono stati invece investiti fuori dall'Ue.

 

Gli investimenti però, ha spiegato Hoyer, “rimangono ancora sotto i livelli precedenti la crisi economica praticamente ovunque in Europea e questo ostacola il potenziale di crescita degli Stati membri. Inoltre stiamo anche indietreggiando in termini di competitività a livello globale perché gli altri Paesi investono molto di più in tecnologie e innovazione rispetto alla Ue e alla maggioranza degli Stati membri”. Per questo, ha concluso, “dobbiamo investire decisamente di più in ricerca e innovazione e le infrastrutture da ventunesimo secolo, per aumentare la nostra competitività”. Oggi “possiamo ancora farlo da una posizione di forza. Ma se non affrontiamo queste sfide, vivremo un momento molto difficile, vista la concorrenza globale”.
 

Laura Perna

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