Flash news Infrastrutture:
 
 

Briciole di pane

Boom di domande per il bond targato Fs. Collocati 750 milioni

La richiesta ha raggiunto i 3,6 miliardi

Roma, 16 luglio 2013 - Le Ferrovie dello Stato hanno deciso di lanciare il primo bond sul mercato dei capitali sfidando il nervosismo dei mercati dopo il declassamento dell'Italia e della Francia da parte di S&P e di Ficth. L'esito dell'operazione di ieri dimostra che l'audacia è stata premiata e, al contempo, che i mercati ormai reagiscono con più lucidità ai downgrading «a sangue freddo» e guardano con più attenzione ai fondamentali. La società guidata da Mauro Moretti ha fatto il tutto esaurito, registrando una domanda di 3,6 miliardi, oltre sette volte l'ammontare inizialmente offerto. Non solo: la società aveva messo in conto il rischio di dover pagare qualcosa in più termini di spread dopo l'assegnazione di un rating Bbb da parte di S&P, allineato con quello della Repubblica. La decisione dell'agenzia di rating ha allargato lo spread sul Btp, per cui le Fs ipotizzavano di dover riconoscere un premio sul titolo di Stato di uguale durata di 30-40 punti base. Alla fine, invece, il book è stato chiuso a un differenziale sul Btp di 25 punti base, un risultato ritenuto un successo.

Lo spread sul midswap, partito da una proposta iniziale di iniziale tra 278 e 288 punti base, è stato aggiornato prima a 270 per poi chiudere a 268 punti base. L'emissione avrà una durata di 7 anni, con scadenza 22 luglio 2020, una cedola del 4 per cento e un rendimento del 4,15 per cento, perché emesso poco sotto la pari.

«La domanda è stata molto forte, distribuita in tutta Europa ed è arrivata da circa 300 investitori» spiega Pietro Bianculli, responsabile debt syndacate di UniCredit. «La settimana scorsa avevamo avuto un ottimo feedback da parte degli investitori dopo il road-show a Parigi, Milano, Londra, Francoforte e Monaco. Il nervosismo di mercato nella seconda parte della settimana, dovuto ai recenti downgrade e alla situazione del Portogallo, poteva incidere negativamente sull'operazione. Siamo partiti da una guidance sullo spread di 278-288 punti base, ma ci siamo presto resi conto che l'interesse era comunque molto forte». La consistente domanda si spiega anche con il fatto che le emissioni nel comparto delle ferrovie sono operazioni già molto rodate in altri Paesi europei, come Francia e Germania. «Trattandosi di una debut issue gli investitori sono stati sicuramente interessati a comprare un titolo che entrerà nei principali indici di mercato europei» continua Bianculli. «La presenza nelle Ferrovie di un azionista al 100% come il ministero dell'Economia sicuramente contribuisce a rassicurare gli investitori, e dimostra anche che il rischio Italia, nonostante la recente fase di volatilità, non rappresenta un freno ma un opportunità di investimento a rendimenti interessanti».

Unicredit fa parte del consorzio del collocamento del bond assieme a Banca Imi, Credit Agricole, Bnp Paribas, Deutsche Bank, JP Morgan e Société Générale.

Gli ordini sono arrivati soprattutto da investitori italiani, con una richiesta del 43 per cento, seguiti da Germania e Austria con il 19%, da Gran Bretagna e Irlanda con il 18 per cento, Francia con il 12 per cento, poi Benelux con il 3%, Svizzera 2%, Spagna 1 per cento. L'interesse per l'operazione è legato anche al fatto che l'ad delle Ferrovie, Mauro Moretti, in occasione del road show ha ribadito l'intenzione della società di presentarsi con regolarità sul mercato dei capitali, con una cadenza di circa 6-8 mesi, ovviamente condizioni di mercato permettendo. L'ipotesi è che un prossimo collocamento possa avvenire già nel prossimo autunno. In occasione del road-show la società aveva sondato anche l'interesse degli investitori sulla durata dell'emissione. Si è partiti con l'idea di fare un bond a 5 o 7 anni; il mercato ha mostrato di apprezzare una durata più lunga che coincideva anche con la preferenza di Fs.

Laura Serafini (Il Sole 24 Ore)

  Il declassamento dell'Italia fa slittare i bond Ferrovie