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Briciole di pane

Ciiti: al lavoro per il nuovo porto di al Faw in Iraq meridionale

Il costo complessivo del progetto è di oltre 5 miliardi di euro

Roma, 11 novembre 2010 - E' cominciato il lavoro del consorzio di aziende italiane Ciiti - Consorzio italiano infrastrutture e trasporti per l'Iraq (40% Anas) -, che si e' recentemente aggiudicato l'appalto di 47 milioni di euro per la fase di pre-progettazione del porto di al Fao nell'Iraq meridionale. Il pool dovrà completare i lavori entro i primi mesi del 2012 e successivamente si procedera' all'affidamento della progettazione di dettaglio. Obiettivo del progetto, il cui costo complessivo e' valutato oltre i 5 miliardi di euro, è creare a Bassora, nella provincia di Dhi Qar, un grande hub, un centro di smistamento delle merci che dovrebbe essere pari per capacita' alla somma di tutti i porti italiani (si stima una movimentazione di circa sette milioni di container). La struttura, una volta ultimata, verrà collegata al confine con la Turchia, nel nord, da una linea ferroviaria che attraverserà tutto il Paese. L'idea e' costituire un'alternativa al canale di Suez per far arrivare le merci nel Mediterraneo, evitando che i trasporti si trovino costretti ad affrontare una serie di problemi che attualmente affliggono il Golfo Persico, primo tra tutti quello della pirateria lungo le coste africane orientali.

Fanno parte del consorzio italiano Technital, Impregilo, Fincosit, Todini, Moratti, Condotte, Progetto Europa, Sima, e Rsg Progetti.

A sostegno del progetto e' intervenuto il Sistema Paese italiano. Innanzitutto a maggio del 2009 l'allora ministro dello Sviluppo economico, Claudio Scajola, firmò a Bagdad un Accordo di collaborazione tra Italia e Iraq con il vice premier del paese mediorientale, Barham Salih. Poi, l'assegnazione dell'appalto e' stata siglata dal ministro dei Trasporti, Amir Abdul-Jabbar Ismail, e da quello della Pianificazione, Ali Baban. Infine, la direzione generale per la Cooperazione allo sviluppo (Dgcs) della Farnesina si appresta a proporre al prossimo comitato Direzionale una serie di iniziative a sostegno del nuovo porto. In particolare, un contributo del valore di tre milioni di euro a Unido (l'agenzia Onu per lo sviluppo industriale) per la pianificazione di zone industriali nel paese mediorientale che permettano al governo di Bagdad di intervenire sulle infrastrutture e l'economia. L'attenzione sarà focalizzata in particolare sulle aree che offrono potenzialità di sviluppo per gli scambi internazionali, soprattutto il commercio marittimo. In questo contesto, il progetto Unido sarà quello di contribuire a costituire nell'entroterra una rete sostenibile di gestione, stoccaggio e trasporto delle merci nel Mediterraneo a sostegno del porto di Al Fao.

Inoltre, Bagdad aveva segnalato all'Italia la carenza di personale specializzato. Di conseguenza, la Dgcs presentera' al Direzionale un progetto da circa un milione e 500 mila euro per la formazione di specialisti di altissimo livello: questi saranno soprattutto ingegneri, che si occuperanno della progettazione e costruzione della struttura, ed esperti per la gestione del traffico delle merci e la pianificazione.

L'Iraq, comunque, si è rivolto al nostro paese anche per quanto riguarda il trasferimento di tecnologie, di competenze, e di strumenti manageriali e le risorse per la progettazione, la costruzione, e la manutenzione. A questo proposito, il 15 ottobre a La Spezia è arrivata una delegazione irachena di alto livello, guidata dal ministro delle Risorse idriche Abdul Latif Rashid, che visiterà le maggiori aziende italiane del settore. Nell'occasione, chiamata "Iraq day", e' stato presentato anche il progetto del porto.

"L'Iraq offre grandi opportunita' per le imprese italiane, essendo un Paese da ricostruire - ha spiegato recentemente il nuovo ambasciatore italiano a Bagdad, Gerardo Carante, in base a quanto riporta il sito internet OsservatorioIraq -. E con oltre due miliardi di euro l'Italia e' al primo posto tra i Paesi europei nell'interscambio con l'Iraq. Il nostro Paese, inoltre, ha concesso a Bagdad oltre due miliardi di remissione del debito, e l'aiuto complessivamente dall'Italia e' superiore ai tre miliardi". A ciò si aggiunge l'impegno della Cooperazione italiana "che ha gia' speso 800 milioni di euro e mettera' a punto un piano di aiuti per altri 400 milioni". Il nostro paese, infatti, mantiene ormai da anni con lo stato mediorientale rapporti privilegiati, tanto che nel 2010 sono state riviste le priorita' d'intervento e rimodulate sui settori in cui l'Italia e' in grado di avere un valore aggiunto rispetto agli altri donatori: questi sono l'agricoltura, l'irrigazione, lo sviluppo della Piccola e media impresa (Pmi) e la sanita'.

  Consorzio italiano infrastrutture e trasporti per l'Iraq

  In Iraq un consorzio italiano per il porto di Al Faw