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Briciole di pane

Decreto Sviluppo, Matteoli: "Non ci sono soldi, puntiamo sulla defiscalizzazione"

Oggi vertice a Palazzo Grazioli tra Berlusconi, Tremonti e Matteoli

Roma, 19 ottobre 2011 - Si è tenuto oggi, a Palazzo Grazioli, un vertice sul decreto sviluppo tra il premier Silvio Berlusconi e i ministri dell'Economia, Giulio Tremonti, dello Sviluppo, Paolo Romani, e delle Infrastrutture, Altero Matteoli. Prima dell'incontro, il ministro Matteoli, nel corso del suo intervento alla presentazione del volume "Laboratorio Brianza, infrastrutture, mobilità e sviluppo: spunti concreti per elaborare un nuovo modello di intervento", ha ribadito che "i soldi non ci sono e, per questo, una leva su cui agire sarà quella delle defiscalizzazioni per attrarre i privati nella realizzazione di nuove infrastrutture. Da parte sua, lo Stato, al massimo, può contribuire per il 25-30%".

"Il dl sviluppo - ha osservato Matteoli - è diventato la panacea di tutti i mali; tutti si aspettano soldi per opere che, però, mi pare difficile poter trovare". Piuttosto, "pensiamo a risorse indirette come quelle della defiscalizzazione, che per i concessionari potrebbero essere sufficienti per realizzare l'opera". Come esempio, il ministro ha citato l'Orte-Mestre, il cui costo si aggira intorno ai 9 miliardi. "Otto miliardi - ha spiegato - possono essere reperiti attraverso il project financing e un miliardo dallo Stato. Ma visto che si tratta di una grossa cifra, lo farà attraverso la defiscalizzazione".

Il titolare del dicastero di Porta Pia ha quindi tenuto a sottolineare come il "cuore" del decreto sviluppo sia quello di snellire le procedure e reare le condizioni regolamentari e normative per attrarre finanziamenti privati" e espresso fiducia sulla possibilità di conseguire questo obiettivo a fronte del lavoro che è stato svolto con i privati in questi tre anni. "Abbiamo aperto - ha ricordato - un tavolo permanente con i privati i quali hanno assicurato la propria volontà di collaborare se lo Stato approverà atti a garantire un quadro di certezze, di regole e di tempi. Ora bisogna completare questo iter e questo è l'impegno che assumiamo con il decreto sviluppo".

Matteoli ha anche affermato che "la corposa bozza del decreto è ormai a buon punto". Le agenzie di stampa hanno anticipato alcune delle misure del decreto di sviluppo in corso di definizione da parte del governo. Ecco i punti principali per quanto riguarda il settore infrastrutturale e dell'edilizia.

Project bond. Per realizzare infrastrutture le società concessionarie potranno emettere obbligazioni. Queste obbligazioni, trattate a livello fiscale come i titoli di stato, potranno essere sottoscritte solo da investitori professionali o enti di previdenza (pubblici e privati) e saranno nominative. I titoli dovranno "riportare chiaramente ed evidenziare distintamente un avvertimento circa l'elevato profilo di rischio associato all'operazione".

Controlli semplificati. I controlli sulle imprese dovrebbero essere razionalizzati e semplificati con l'obiettivo di "recare minore intralcio" all'attività imprenditoriale. La bozza prevede "la proporzionalità dei controlli e dei connessi adempimenti amministrativi al rischio inerente l'attività controllata". Viene inoltre disposto "il coordinamento e la programmazione dei controlli da parte delle amministrazioni evitando duplicazioni e sovrapposizioni".

Deduzioni Ires. "I soggetti aggiudicatari di nuove opere infrastrutturali comprese in piani o programmi approvate dalle competenti amministrazioni pubbliche, ai fini dell'imposta sulle società, possono dedurre dal reddito di impresa l'equivalente degli aumenti di capitale proprio destinati ad investimenti infrastrutturali".

25% gettito Iva su nuove opere a costruttori. Per favorire la realizzazione di nuove infrastrutture, "in sostituzione totale o parziale del contributo pubblico, può essere attribuita alla società di progetto affidataria della costruzione e gestione dell'opera una quota nel limite massimo del 25%, per un periodo non superiore a 15 anni, del gettito Iva riconducibile al funzionamento dell'infrastruttura".

Stato di emergenza per le opere strategiche. Arriva la possibilità di deliberare lo stato d'emergenza per le infrastrutture strategiche. Nella bozza si precisa che questo avviene "qualora si evidenzino gravi difficoltà o particolari complessità nella realizzazione". Una volta deliberato lo stato di emergenza, l'attuazione degli interventi può avvenire anche con "ordinanze in deroga ad ogni disposizione vigente". Inoltre il presidente del Consiglio può conferire i poteri di attuazione degli interventi ai commissari straordinari.

Silenzio-assenso per permesso costruire. Se non viene espresso "motivato diniego" sulla domanda di permesso di costruire entro 90 giorni dalla richiesta scatta il meccanismo del silenzio-assenso. Cioè il permesso viene accordato. La bozza esclude però i casi in cui sussistono vincoli ambientali, paesaggistici o culturali.

Contratto di disponibilità per le opere pubbliche. Il contratto di disponibilità, si legge nel documento, "è l'operazione di partenariato pubblico-privato con il quale è affidata al contraente generale ovvero la società aggiudicataria, la costruzione a proprio rischio e spesa e la messa a disposizione al soggetto aggiudicatore di un'opera di proprietà privata destinata all'esercizio di un pubblico servizio".

Piano regioni per Reti trasporto Ue. Entro un anno dall'entrata in vigore del dl sviluppo le regioni adottano "piani territoriali specifici" relativi ai progetti di interesse europeo per attuare "la strategia di coordinamento per corridoio" delle reti Transeuropee di trasporto.

Principio reciprocità per le ferrovie. Le imprese ferroviarie "con sede all'estero o loro partecipate" e che "esercitano servizi ferroviari sull'infrastruttura ferroviaria nazionale" sono "soggette relativamente alle regole e procedure di accesso e di utilizzo dell'infrastruttura e degli impianti ferroviari alle stesse limitazioni e vincoli cui sono sottoposte le imprese italiane nei territori dei rispettivi paesi".

Mario Avagliano

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