Federmobilità: "Serve dialogo ferro-strada per rilancio Cargo e trasporto merci"
Secondo lo studio Mercintreno si deve abbandonare la tradizionale competizione tra le varie modalità di trasporto
Secondo Federmobilità, il trasporto intermodale è l'unico in grado di riequilibrare il traffico delle merci in Italia, colmando il ritardo sul fronte ambientale (mettendosi così in linea con gli obiettivi di Kyoto, finora disattesi dall'Italia), economico (la congestione sulle strade erode il 2% del Pil) e infortunistico (il trasporto su strada presenta un tasso di incidentalità più alto rispetto a quello su ferrovia). Ecco perché il dialogo ferro-strada "è necessario - ha spiegato Giovanni De Nicola (nella foto), vice presidente di Federmobilità -. Le due modalita' di trasporto sono infatti destinate a integrarsi".
Lo studio di Mercintreno mette in evidenza una serie di limiti che a oggi hanno ostacolato il ricorso al trasporto ferroviario delle merci. Sul fronte infrastrutturale, lo studio segnala la diversa lunghezza dei treni, della sagoma limite o del carico per asse. Dal punto di vista amministrativo, un regime tariffario poco bilanciato, uno scarso slancio verso le liberalizzazioni e verso il libero accesso ai terminali oltre al costo di produzione del servizio notevolmente superiore a quello su strada (la cui differenza non è sicuramente colmata dall’incentivo di 2 euro al km del ferrobonus: il costo di un carico standard di 25 tonnellate su un autoarticolato è infatti di 1,24 euro per km, mentre su un convoglio ferroviario oscilla fra i 2,10 e i 4,20 euro) mentre sul piano logistico-operativo pesano la carenza di marketing, di servizi porta a porta con frequenze insoddisfacenti e tariffe non competitive.
La soluzione - secondo lo studio Mercintreno - è abbandonare la tradizionale competizione tra le varie modalità di trasporto a favore di una sempre maggiore integrazione. Per De Nicola, "il terreno naturale per il dialogo strada-ferrovia è il trasporto combinato, cresciuto in Europa a un tasso del 5,5% all'anno negli ultimi dieci anni pre-crisi, superando ampiamente la crescita del 3% del traffico ferroviario e il 2,85% di tutto il traffico terrestre".
Guido Nicolini, presidente di Assoferr, Associazione Operatori Ferroviari e Intermodali, ha chiesto dal canto suo "un rilancio del trasporto merci su ferrovia e la separazione tra gestore della rete (Rfi) e operatore del trasporto (Trenitalia). Per Nicolini l'Italia ha bisogno di un quadro normativo chiaro, allineato con quello comunitario. Condivisa da tutti l'esigenza di un piano strategico nazionale che ridia competitività al settore.
A questo proposito il sottosegretario ai Trasporti Bartolomeo Giachino ha confermato che il Piano Nazionale della Logistica sarà presentato quanto prima al Governo.
La fine della contrapposizione ferro-gomma e la collaborazione delle modalità per il trasporto delle merci era stata al centro anche del seminario svoltosi qualche giorno fa e intitolato “Multimodalità: le opportunità e gli strumenti per avvinare la strada al ferro”, nell’ambito del primo Forum internazionale per lo sviluppo del trasporto ferroviario delle merci presso la sede di Roma del Cnel. “La gomma sarà sempre la modalità più usata perchè più flessibile – ha spiegato Carlo Vaghi, docente alla Bocconi di Milano – ma l’Unione Europea punta a una collaborazione tra le modalità di trasporto. E’ su questo presupposto che è nato il progetto del portale dell’intermodalità (www.viacombi.eu) che noi come università abbiamo collaborato a predisporre. Si tratta di uno strumento per conoscere servizi e buone pratiche molto utili allo sviluppo dell’intermodalità. In particolare in Italia dove la situazione è polverizzata e si fa fatica a mettere insieme le aziende. Poi gli incentivi sono uno strumento complementare che aiutano lo sviluppo in un determinato momento”.
Anche per Alessandro Ricci, presidente dell’Unione interporti, “non c’è dubbio che servono fattori concreti altrimenti nel 2010 facciamo il funerale all’intermodalità, ma le risorse a pioggia non sono la soluzione, occorre individuare delle priorità e linee di azione”.
A favore di politiche di settore più ampie si schiera Giuseppe Mele, vicedirettore di Confindustria per le politiche industriali. “Gli incentivi al trasporto combinato – ha detto Mele – sarebbero utili, ma se vogliamo veramente rafforzare il sistema, allora è necessario fare un ragionamento più ampio sull’intero sistema nazionale della logistica”.