Fondi pensione per i cantieri inglesi
Prende quota il progetto del Governo: 20 miliardi per le infrastrutture
Londra, 15 gennaio 2012 - Fondi pensione privati e pubblici: arriveranno anche da lì i quattrini per finanziare il piano infrastrutture che dovrà accelerare l'uscita del Regno Unito dalla crisi economica.
Il cancelliere dello Scacchiere George Osborne lo aveva annunciato a fine novembre, ma da allora l'interesse dei fondi s'è moltiplicato con la mobilitazione di quelli dei governi locali dopo le intese strette con quelli privati. Incontri al Tesoro si sono tenuti anche in questi giorni per dare corpo a un progetto che potrà essere il volano della ripresa.
Nel Discorso d'autunno, appuntamento tradizionale del cancelliere per illustrare lo stato della finanza pubblica, George Osborne, aveva insistito sull'esigenza di avviare al più presto progetti infrastrutturali in linea con il piano globale nazionale (250 miliardi in totale per oltre 500 opere) mobilitando anche, inizialmente con 20 miliardi, i fondi pensione britannici, avari, rispetto a quelli stranieri, nel partecipare a progetti di grandi opere. Da allora agli istituti previdenziali dei dipendenti privati, primi nel rispondere alla proposta del Governo, si sono aggiunti i fondi degli enti locali. Gestiscono un tesoretto di 44o miliardi di sterline e sono desiderosi di investire in ponti e autostrade.
"Siamo stati contattati direttamente - hanno dichiarato al Tesoro - dai fondi degli enti pubblici interessati all'idea", a conferma che il progetto immaginato da George Osborne comincia a marciare nonostante l'opposizione dei sindacati che temono "i rischi di programmi incerti" sulle casse della previdenza dei dipendenti pubblici.
Che siano di lavoratori privati o statali, in realtà cambia relativamente i termini della scelta britannica per finanziare la ripresa. Il concetto che pare decollare molto più rapidamente del previsto è la partecipazione massiccia di investitori istituzionali su opere pubbliche che lo Stato in questa congiuntura non è in grado di finanziare. Il motivo lo ha spiegato chiaramente Joanne Siegers il ceo della Natio-nal association ofpension funds, l'organismo che riunisce i diversi istituti (più di ottanta solo quelli degli enti locali). "E un'idea che sarà a vantaggio di tutti. Il Regno Unito ha bisogno, disperatamente, di ammodernare le proprie infrastrutture e i fondi pensione cercano sbocchi per investimenti di lungo periodo in grado di tutelarli dall'inflazione. I nostri associati hanno capitali che superano i mille miliardi di sterline, ma solo il 2% sono investiti in infrastrutture. Porti o centrali elettriche sono di particolare interesse perché possono offrire solidi utili sul medio lungo periodo".
Il problema però è inventarsi il meccanismo finanziario per convogliare tanti quattrini in opere pubbliche. Joanne Siegers lo ha riconosciuto, sottolineando che il "veicolo finanziario" deve essere individuato per agevolare la partecipazione dei fondi.
I negoziati al Tesoro sono proprio su questo aspetto e le difficoltà non mancano, tanto che si erano diffuse voci dell'improvviso disinteresse dei fondi privati in coincidenza con l'apparizione di quelli degli enti locali, poi smentito.
Il veicolo finanziario dovrà garantire flessibilità e relativa certezza all'investimento. In quanto al profitto - è stato fatto notare dai consulenti finanziari -promette di essere superiore ai titoli di stato britannici che sono ai minimi.
L'idea di George Osborne avanza e non poteva essere diversamente. I fondi britannici infatti mimeranno quanto fanno i gestori dei risparmi dei pensionati australiani e canadesi che con soddisfazione, da molto tempo hanno messo occhi e quattrini su aeroporti e centrali del Regno di Elisabetta.