Flash news Infrastrutture:
 
 

Briciole di pane

FS Italiane: nel 2021 utile netto di 193 mln di euro

Cda approva relazione finanziaria: ricavi operativi pari a 12,2 miliardi di euro, +1,3 miliardi di euro circa (+12,2%) vs 2020

Il Consiglio di Amministrazione di Ferrovie dello Stato Italiane ha esaminato e approvato il 30 marzo il progetto di Relazione finanziaria annuale della Società, che include anche il bilancio consolidato di Gruppo, al 31 dicembre 2021. Lo riporta una nota del Gruppo FS Italiane.

Nell’esercizio in esame il Gruppo chiude con un risultato netto di esercizio positivo, pari a 193 milioni di euro, dopo i pesanti effetti sui risultati dell’anno 2020 (risultato a -562 milioni di euro) connessi con la diffusione della pandemia da COVID-19, che ha avuto impatti – comunque proseguiti, anche se in misura meno rilevante, nel 2021 – sull’intero sistema produttivo, con particolari conseguenze sulla mobilità di persone e merci.

“I positivi risultati conseguiti dal Gruppo nel 2021 – ha dichiarato Luigi Ferraris, Amministratore delegato del Gruppo FS - rappresentano un solido presupposto per il rilancio di tutte le nostre attività, seppure in un contesto ancora condizionato dalla coda della fase pandemica e dalle tragiche vicende belliche tuttora in corso in Ucraina. In questo quadro il Gruppo FS è chiamato a svolgere un ruolo rilevante nel perseguimento degli obiettivi del PNRR, per dotare il Paese di un sistema infrastrutturale, di mobilità e di logistica merci efficienti e integrati, nonché per contribuire a rendere le nostre città più sostenibili. Il Gruppo intende anche essere protagonista del processo di transizione energetica in corso, come importante auto-produttore nazionale da fonti di energia rinnovabili. Si tratta di una sfida che tutti noi, donne e uomini del Gruppo FS, affronteremo con impegno e determinazione, consapevoli della centralità delle nostre attività a beneficio del sistema Paese”

Tutti i margini dell’esercizio presentano saldi positivi e in crescita. Infatti, i ricavi operativi del Gruppo salgono, rispetto all’esercizio 2020, a 12,2 miliardi di euro, con un incremento complessivo di 1,3 miliardi di euro (+12,2%), essenzialmente dovuto alla parziale ripresa dei traffici ferroviari e stradali dopo le chiusure dello scorso anno; all’incremento dei ricavi si accompagna la crescita del Margine Operativo Lordo (EBITDA) di 255 milioni di euro, che arriva a 1,9 miliardi di euro verso i 1,6 miliardi di euro dell’anno precedente (+15,6%); l’EBIT si attesta ad un valore positivo pari a 193 milioni di euro (con l’EBIT Margin che passa conseguentemente da -2,6% a +1,6%).

Più in dettaglio, i ricavi da servizi di trasporto, pari a 5,8 miliardi di euro, segnano un incremento di 730 milioni di euro rispetto al 2020, sia in ambito nazionale che internazionale. Nello specifico, tutte le componenti legate al trasporto mostrano un segno positivo, sostanzialmente per effetto della rinnovata mobilità di persone e merci, pur limitata e soprattutto disomogenea nel tempo e nello spazio: aumentano infatti sia i ricavi relativi ai servizi passeggeri su ferro Long Haul e Short Haul (complessivamente +695 milioni di euro circa), che i ricavi connessi al trasporto passeggeri su gomma e marittimi (+2 milioni di euro) e al trasporto merci su ferro (+33 milioni di euro).

 

L’incremento complessivo dei ricavi relativi al trasporto, particolarmente se confrontato con l’andamento del periodo precedente, è diretta conseguenza della progressiva riduzione delle restrizioni messe in campo dal Governo italiano, in coerenza con quanto deciso negli altri Paesi europei, per il contenimento della pandemia da COVID-19. Trenitalia, infatti, rileva una ripresa dei volumi di domanda pari al 20,7% nella lunga percorrenza a mercato e un aumento dei posti-km vendibili pari al 5%, tenuto anche conto del mantenimento della dislocazione a “scacchiera” dei posti; in ambito Regionale, registra un incremento dei viaggiatori-km pari a +25,8% con un aumento sulla produzione in termini di treni-km pari a +15,0% rispetto al 2020. 

Va evidenziato inoltre che, per gli effetti economici legati al COVID-19, i ricavi operativi includono anche nel 2021 l’iscrizione di contributi a ristoro, previsti, a livello nazionale e internazionale, dalle varie leggi e decreti emanati, per un importo totale pari a 958 milioni di euro, in misura comunque inferiore (-9,1%) a quanto contabilizzato nel 2020 (1.054 milioni di euro), che hanno pertanto mitigato gli effetti negativi subìti dal Gruppo a causa della pandemia.

I costi operativi dell’anno si attestano a 10,3 miliardi di euro, in crescita di 1,1 miliardi di euro (+11,5%) rispetto all’esercizio precedente; aumentano sia i costi del personale (+332 milioni di euro), sia gli altri costi operativi (+730 milioni di euro), legati in particolare alla ripresa delle attività di business e, in parte, per la spirale inflattiva che dalla seconda metà del 2021 si traduce nell’aumento del costo delle materie prime, in primis quello dell’energia elettrica.

Sul fronte degli investimenti, nonostante le forti, oggettive complessità causate dall’emergenza COVID-19, il Gruppo FS Italiane nel 2021 ha proseguito anche con maggior impulso nel suo ruolo centrale di sostegno del sistema industriale nazionale. Nell’anno 2021 è stato infatti gestito un livello di spesa per investimenti tecnici mai raggiunto prima d’ora e pari a 12,5 miliardi di euro contribuendo così significativamente, con una crescita del 40% rispetto al 2020, al rafforzamento del Paese (98% investimenti sul territorio nazionale e oltre 10 miliardi in infrastrutture ferroviarie e stradali), con particolare riferimento allo sviluppo e al rinnovo dei settori trasporto, infrastruttura e logistica. In tale ambito il Gruppo ha anche garantito pieno supporto finanziario al settore delle costruzioni e degli appalti, attraverso immissione di anticipazioni ai fornitori per circa 2,6 miliardi di euro (a fronte di 1 miliardo di euro del 2020).

Strettamente collegato a quanto appena indicato, va sottolineato il decisivo ruolo del Gruppo FS nell’ambito del Programma Next Generation EU (NGEU), lanciato a fine maggio 2020. Ad oggi, dei 235 miliardi di euro (tra React EU, PNRR e Fondo Complementare) assegnati all’Italia, ben 25,2 miliardi di euro dei fondi previsti dal PNRR e dal Fondo Complementare sono stati assegnati a società del Gruppo, in particolare a Rete Ferroviaria Italiana (RFI), in qualità di soggetti attuatori. RFI assume infatti un ruolo estremamente rilevante per la riuscita del Piano ed in special modo per la Missione 3 (interventi sull’Infrastruttura Ferroviaria Nazionale, interventi sulle Ferrovie Regionali, per il monitoraggio e la sorveglianza digitale delle opere d’arte e per i Raccordi ferroviari), nel cui ambito sono destinati a interventi di competenza della società complessivi 23,86 miliardi di euro, pari all’11% dell’intero PNRR italiano.

In parallelo a tutto quanto sopra, il Gruppo FS Italiane mantiene un elevato livello di solidità patrimoniale e finanziaria, con mezzi propri che a fine 2021 ammontano a circa 41,6 miliardi di euro. La Posizione Finanziaria Netta (PFN), che si attesta a 8,9 miliardi di euro, si mantiene allineata a quella al 31 dicembre 2020, con un rapporto PFN/Patrimonio netto circa pari a 0,2. Anche i giudizi delle agenzie di rating danno il pieno riconoscimento dell’affidabilità patrimoniale e finanziaria del Gruppo (con “BBB” da Standard & Poor’s che ha confermato a fine novembre 2021 il proprio giudizio in “BBB” e innalzato l’outlook di FS da “negative” a “positive” e con Fitch che ha effettuato nel mese di dicembre scorso l’upgrade da “BBB-” a “BBB”, con outlook “stable”).

Circa l’85% del valore economico che il Gruppo ha generato con le sue attività (ricavi da vendite e prestazioni e da proventi finanziari) è stato distribuito ai propri stakeholder. Si tratta di una quota pari a 10,4 miliardi che comprende, tra l’altro, i costi operativi, le remunerazioni ai dipendenti, i pagamenti a finanziatori e Pubblica Amministrazione. L’impatto economico che il Gruppo Ferrovie dello Stato Italiane ha generato con le sue attività e investimenti è pari all’1,6% del Valore Aggiunto nazionale mentre quello occupazionale equivale a oltre 290 mila unità, tra occupazione diretta e derivante dagli effetti indiretti e indotti.

Leggi anche La sostenibilità ambientale, sociale e di governance del Gruppo FS Italiane