La proposta Ciaccia: defiscalizzare le nuove infrastrutture
Rimini, 23 agosto 2012 - Mario Ciaccia, viceministro per le Infrastrutture, si presenta al meeting ricalcando lo stile degli ex banchieri di Intesa inaugurato lunedì da Corrado Passera. Un nuovo lessico («i mercati strippano di soldi, sta a noi andarceli a prendere») e maniche di camicia, sempre botton down ma stavolta bianca invece che azzurra. Il viceministro, abbronzatissimo, partecipa a un dibattito sui «Lavori in corso».
Ciaccia va per punti. Il primo: da qui al 2015 ci sarà bisogno di 100 miliardi di investimenti per le infrastrutture, che entro il 2020 toccheranno la cifra di 300 miliardi. Secondo punto: all'esecutivo va ascritto il merito di aver riscritto cento nuove norme strategiche che i precedenti governi non avevano approvato lungo l'arco di tre legislature. Queste norme velocizzeranno i lavori («prima occorrevano 14 mesi perché una pratica approvata dal Cipe ottenesse il visto della Corte dei conti. Ora basta qualche settimana», ha ricordato il numero due di Passera) e innoveranno radicalmente l'approccio ai lavori pubblici.
I project bond (avranno un trattamento fiscale del 12,5% pari a quello dei titoli di Stato) che potranno emettere le società di progettazione e costruzione delle nuove infrastrutture (tra le società che si stanno attrezzando per l'emissione il viceministro cita la società Tangenziale esterna Spa di Milano), ma anche la defiscalizzazione dell'Iva per le nuove infrastrutture non remunerative sul quale si è soffermato lungamente.
Spiega: «Ci sono grandi opere che non raggiungono il delta in base al quale diventano economicamente vantaggiose, eppure sono opere strategiche, in grado di generare ricchezza, occupazione e far crescere il Pil. Un esempio è l'alta velocità tra Milano e Venezia.
Chi li mette i soldi? In questo, come in tanti altri casi, una commissione indipendente e neutrale dovrà valutare se queste opere potranno accedere all'esenzione dell'Iva.
E un'idea che sottoporremo ai partner europei, perché secondo noi dovrebbe essere adottata dall'intera Unione. In ogni caso entro pochi mesi saremo in grado di presentarla corredata di tutti i suoi dettagli operativi».
Giovanni Castellucci, ad di Autostrade, approva incondizionatamente l'iniziativa. E aggiunge che quest'anno la sua società investirà 1,5 miliardi, ancora più dell'anno scorso. Lo sconto dell'Iva, nei piani del Governo, potrebbe generare investimenti aggiuntivi per 50 miliardi. Infrastrutture che altrimenti non vedrebbero mai la luce. I vantaggi, sia nel caso dei project bond sia nel caso della defiscalizzazione, sono evidenti: non impattano sulla finanza pubblica né sulle tasche dei cittadini.
Nel caso dell'Iva il gettito inferiore verrebbe ampiamente compensato dal volano economico e occupazionale che opere di decine di miliardi sarebbero in grado di mettere in moto. L'aspirazione del governo, neanche tanto segreta, è che a comprare i project siano società straniere, «magari le stesse società di rating come Moody's e Fitch» dice scherzando - ma neanche troppo - il viceministro. Il retropensiero è chiaro: difficile a quel punto scommettere contro l'Italia se hai acquistato obbligazioni di società di progetto.
Inutile chiedere a Ciaccia quali siano le opere prioritarie. Lui risponde imperturbabile: «Quelle indicate dai programmi dei dieci corridoi di interconnessione europea, di cui ben quattro in Italia. Ci atteniamo a quelli così potremo contare sul cofinanziamento europeo per una cifra oscillante tra il 30 e il 40% del costo totale.
Nelle reti strategiche ci sono 12 porti, con l'ultimo ingresso recente di Taranto come piastra logistica del corridoio Helsinki-La Valletta, dieci aeroporti, due corridoi fluviali, l'Alta velocità tra Napoli e Bari, il Brennero e la Torino-Lione. E poi, tra le autostrade, la Salerno-Reggio Calabria e la Treviglio-Brescia».
Non è finita. I grandi lavori non sono grandi solo nominalmente. Il viceministro, in una conferenza stampa seguita al convegno, annuncia che sono state sottoposte al Cipe altre tre nuove arterie stradali: la nuova Tirrenica, la nuova Pontina e la Orte-Mestre «che nel suo percorso attraverserà ben cinque regioni italiane». Di tutto questo nulla sarà discusso al Consiglio dei ministri di domani, anche se Ciaccia ha assicurato che a Palazzo Chigi ci sarà una riflessione collegiale sulla defiscalizzazione.
Infrastrutture: Ciaccia lavora a un provvedimento per la defiscalizzazione