Passera apre alla quotazione Fs
Dopo l'input della Consob, il ministro dei Trasporti: «L'ipotesi potrebbe essere considerata»
Milano, 17 maggio 2012 – Fermata a Piazza Affari per le Ferrovie dello Stato. La quotazione della società guidata da Mauro Moretti potrebbe non essere così lontana. E a premere l'acceleratore, o meglio, a far capire che il dossier potrebbe già aver imboccato il binario dell'alta velocità è stato ieri Corrado Passera in persona. «L'ipotesi di una eventuale quotazione in Borsa di alcune attività del gruppo Ferrovie dello Stato potrebbe essere considerata anche se finora non lo è stata», ha annunciato ieri il ministro dei Trasporti e dello Sviluppo economico rispondendo ai giornalisti che gli chiedevano un commento sulle recenti dichiarazioni dell'amministratore delegato del gruppo Fs Mauro Moretti, secondo il quale il gruppo ferroviario sarebbe pronto a debuttare a Piazza Affari. «Il gruppo Fs - ha detto Passera incontrando i cronisti a un convegno della Confcommercio sui trasporti - è tante cose diverse: ci sono attività di mercato e non di mercato».
Insomma, dalle parole del ministro emerge molta cautela. Ma nei corridoi del dicastero, secondo quanto risulta a F&M, già si parla da qualche giorno di uno studio di fattibilità che sarebbe stato affidato ad alcuni esperti e che potrebbe essere pronto già per il mese di giugno. A rilanciare l'input era stato lunedì il presidente della Consob, Giuseppe Vegas: «Non so se ce lo dobbiamo aspettare a breve ma la quotazione di Poste e Fs sarebbe una bella cosa», aveva detto il titolare dell'Authority della Borsa e dei Mercati. Del resto, una delle strade più a portata di mano per fare cassa nella fase di forte difficoltà potrebbe essere per il governo proprio la valorizzazione di quelle imprese pubbliche che operano secondo logiche di profitto. Una soluzione, quella della quotazione, che consentirebbe di valorizzare le Ferrovie senza però passare per la vendita diretta, che certamente non sarebbe un'operazione facile da portare a termine.
Nonostante lo scorso anno lo stesso Moretti avesse aperto ad una ipotesi di questo tipo, la privatizzazione tout court delle Ferrovie troverebbe alcuni ostacoli. Tanto per cominciare, il nodo riguarderebbe la situazione patrimoniale (quasi 11 miliardi di debiti di cui la metà a carico di Trenitalia). Il che potrebbe implicare tra l'altro la creazione di una «bad company» e porre il problema dell'italianità di un asset strategico. Insomma, l'operazione ricorderebbe troppo la vendita dell'Alitalia architettata nel 2008 dallo stesso Passera.
Piazza Affari traguardo naturale per Poste e Ferrovie dello Stato