Patto di Stabilita, Commissione: investimenti in infrastrutture strategiche fuori da conteggio deficit
L'esecutivo ha pubblicato le linee guida sulla flessibilità, si cerca il via libera degli Stati

Bruxelles, 13 gennaio 2015 - La Commissione europea ha presentato oggi le linee guida sui margini di flessibilità che verranno concessi negli investimenti pubblici rispetto al patto di Stabilità e crescita europeo. Secondo le intenzioni dell'esecutivo riguarderanno innanzitutto i contributi degli Stati al Feis, il Fondo europeo per gli investimenti strategici, che mobiliterà almeno 315 miliardi di euro di investimenti pubblici e privati in tutta l’Unione europea. Questi contributi saranno sì contabilizzati ma non utilizzato ai fini del calcolo del debito e del deficit. Inoltre non contribuiranno all'apertura di procedure per deficit eccessivo o per squilibri macro-economici le spese di co-finanziamento nazionale dei programmi pagati dai fondi strutturali europei. Non solo: dal calcolo potrebbero essere escluse le spese nazionale per le opere infrastrutturali previste dai programmi europei per le grandi reti (trasporti, telecomunicazioni ed energia) e dal fondo che li finanzia (Cef). Questi allentamenti del Patto di stabilità sarebbero concessi ai Paesi sotto controllo preventivo, quindi anche all'Italia, ma non a quelli che hanno una procedura di infrazione già in atto per queste questioni. La Francia, in sostanza, non avrà margini di spesa.
Per Valdis Dombrovskis, vicepresidente per l'Euro e il dialogo sociale, “il Patto di stabilità e di crescita è la pietra angolare della governance economica europea”, ma deve essere “applicato in modo intelligente, efficace e credibile”. Con la guida di oggi sull'uso della flessibilità all'interno del Patto, ha aggiunto, “ci proponiamo di facilitare le riforme strutturali e gli investimenti così necessari per stimolare la crescita e creare più posti di lavoro in Europa”. Allo stesso tempo però “stiamo facendo in modo che le norme stabilite di comune accordo siano seguite”.
L'obiettivo è raggiungere un accordo politico su queste linee guida entro aprile ma, per venire incontro a quei Paesi che non vorrebbero allontanarsi troppo dalla linea del rigore, si è già stabilito che le regole avranno durata limitata nel tempo e nell'entità della deviazione degli obblighi di correzione delle finanze pubbliche. Ai Paesi membri dell'Ue che attuano le riforme strutturali verrà concesso più tempo sistemare i propri conti pubblici, ma dovranno dimostrare che le riforme avranno un impatto positivo nel medio termine. La deviazione temporanea non dovrà comunque eccedere lo 0,5% del Pil. “Non stiamo cambiando le regole”, ha sottolineato il commissario agli Affari economici, Pierre Moscovici. Quello che accade, ha precisato, è che “la priorità nuova è favorire gli investimenti”. È una delle due priorità della squadra Juncker, accanto a quella di “finanze pubbliche in ordine, già mantenuta”. La responsabilità fiscale, ha detto Moscovici, “è una condizione necessaria ma non sufficiente per rilanciare crescita e occupazione”. Per farle ripartire “servono anche riforme strutturali e investimenti, e l'applicazione più intelligente del patto di stabilità che annunciamo oggi ci aiuterà a compiere progressi decisi su tutti questi fronti”.