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Patto stabilità: governo annuncia 20 miliardi nel 2013 per pagamento debiti PA

Via libera del consiglio dei ministri ad un pacchetto di misure per l'allentamento dei vincoli del patto di stabilità

Roma, 21 marzo 2013 - Il governo è pronto a varare un pacchetto di misure per l'allentamento dei vincoli del patto di stabilità, che libererà risorse per circa 40 miliardi in due anni, 20 miliardi nel 2013 e altrettanti nel 2014. La decisione di Palazzo Chigi, presa questa mattina in un apposito consiglio dei ministri, arriva dopo il via libera dell'Ue e alla vigilia della manifestazione di protesta organizzata dall'Anci, con l'adesione del settore delle costruzioni e delle province.

I 20 miliardi di euro annui per il 2013-14 che il governo immetterà nell'economia, consentendo alle pubbliche amministrazioni di pagare i fornitori, avranno un impatto sul deficit dello 0,5%, ha spiegato il ministro dell'Economia Vittorio Grilli, in conferenza stampa a Palazzo Chigi. Quindi, nel 2013 l'indebitamento salirà al 2,9% (dal 2,4% rispetto alle stime diffuse oggi). Lo stesso Grilli ha chiarito che il governo invierà alle Camere un provvedimento con "la modifica dei saldi" e, dopo che "il Parlamento avrà approvato la risoluzione", si potrà licenziare il decreto che rende "immediatamente operativa" la procedura di pagamento dei debiti della PA verso le imprese. Proprio in previsione di questi passaggi parlamentari, intanto, i presidenti di Camera e Senato, Laura Boldrini e Pietro Grasso, incontrando il presidente dell'Anci Graziano Delrio e dell'Upi Antonio Saitta, hanno dato la loro disponibilità a istituire una commissione speciale che esamini in tempi brevi il decreto per lo sblocco del patto di stabilità per Comuni ed enti locali.

Il contenuto delle misure del governo

Le misure che il Governo intende adottare per sbloccare i pagamenti della pubblica amministrazione alle imprese "sono finalizzate all'immissione di liquidità nel sistema economico" e interesseranno le amministrazioni centrali, locali e il Servizio Sanitario Nazionale, ha precisato in una nota Palazzo Chigi, a seguito del via libera del Consiglio dei ministri alla Relazione di aggiornamento delle stime macroeconomiche, tappa preliminare al decreto che dovrà sbloccare i pagamenti. Gli importi previsti, si precisa, corrispondono a circa 20 miliardi nella seconda parte del 2013 e ulteriori 20 miliardi nel corso del 2014.

Nel dettaglio, le misure riguardano:

1) La deroga alle spese 2013 per i cofinanziamenti nazionali dei fondi strutturali comunitari;

2) I debiti degli Enti territoriali (Regioni ed Enti locali) attraverso: (a) un allentamento dei vincoli del patto di stabilità interno per consentire l'utilizzo degli avanzi di amministrazione disponibili; (b) l'esclusione del Patto di stabilità delle Regioni dei pagamenti effettuati in favore degli Enti locali sui residui passivi a cui corrispondono residui attivi di Comuni e province; (c) l'istituzione di fondi rotativi per assicurare la liquidità agli Enti territoriali (Regioni ed Enti Locali), con obbligo di restituzione in un arco temporale certo e sostenibile;

3) I debiti del comparto sanitario, attraverso la concessione di anticipazioni di cassa, per il pagamento dei debiti relativi a operazioni già conteggiate negli esercizi finanziari precedenti ai fini del calcolo dell'indebitamento netto, che verranno successivamente restituite secondo un piano di rientro finanziariamente sostenibile;

4) I rimborsi fiscali pregressi a carico dello Stato, attraverso l'utilizzo delle giacenze di tesoreria.

Il comunicato di Palazzo Chigi

"Il Presidente del Consiglio - recita il comunicato - ha tracciato il quadro della lunga e complessa azione svolta dal Governo in sede di Consiglio europeo e in dialogo con la Commissione europea a partire dal novembre 2011. Tale azione, strettamente connessa con l'intenso processo di risanamento finanziario in Italia, ha consentito una graduale e difficile opera di persuasione sull'opportunità di rendere meno angusti e più razionali, in sede di completa applicazione, i principi in tema di disciplina di bilancio".

Il pacchetto delle misure, continua la nota, è stato illustrato dal ministro dell'economia Grilli, che ha affermato che "sin dal suo insediamento, nel novembre 2011, il governo ha individuato i ritardi nei pagamenti della Pubblica Amministrazione come una pratica inaccettabile per i corretti rapporti tra pubblica amministrazione e imprese e come un grave danno per le imprese già colpite dalla difficoltà di accedere al credito bancario nel contesto della crisi. Una pratica che, nei pagamenti di beni e servizi acquisiti dalle amministrazioni pubbliche, ha portato nel corso degli anni all'accumularsi di uno stock di ritardati pagamenti che ha acquisito dimensioni considerevoli. Nel contesto di un forte e rapido consolidamento fiscale, tuttavia, gli spazi per una rapida liquidazione dello stock di debiti pregressi erano fortemente limitati dalla necessità di rispettare gli impegni assunti dall'Italia con l'Unione europea nel quadro del Patto di Stabilità e Crescita. Secondo le regole di contabilità europee, infatti, la liquidazione dei debiti commerciali pregressi determina un conseguente aumento del debito pubblico".

"La parte di questi debiti commerciali corrispondente a spesa per investimenti - si legge nella nota - avrebbe anche un impatto sul deficit pubblico. Tenendo conto di questi vincoli, il governo ha perseguito un'azione su due fronti: da un lato individuare un meccanismo che permettesse da subito di dare respiro alle imprese avviando un'azione di graduale liquidazione dei debiti con modalità compatibili con i vincoli di finanza pubblica e tenendo conto dell'alto costo di rifinanziamento del debito. In secondo luogo, un'azione politica di negoziato a livello europeo per ottenere un margine di flessibilità all'interno del Patto di Stabilità e di crescita che consentisse di accelerare i pagamenti dei debiti commerciali". La svolta è arrivata con il Consiglio europeo del 14 marzo 2013, che "ha riconosciuto la necessità di un risanamento di bilancio differenziato e favorevole alla crescita, che permetta di utilizzare gli spazi di flessibilità controllata per azioni di sostegno per rilanciare crescita e occupazione, pur nel rispetto della necessaria stabilità finanziaria" e con la dichiarazione del 19 marzo della Commissione europea, che "ha sottolineato l'urgenza di una pronta risoluzione del tema dei pagamenti arretrati della pubblica amministrazione e chiarito i termini operativi della nozione di flessibilità".

Il commento di Confindustria

La liquidazione dei crediti delle imprese da parte della Pubblica amministrazione potrebbe portare a una creazione, in 5 anni, di 250 mila nuovi occupati e a una crescita del Pil dell'1% per i primi 3 anni, fino ad arrivare al +1,5% nel 2018, ha detto il presidente di Confindustria, Giorgio Squinzi, citando i dati del centro studi di Viale dell'Astronomia e chiedendo al Governo un provvedimento per il pagamento immediato.

Mario Avagliano

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