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Project bond: ok definitivo del Parlamento europeo, che stanzia 230 milioni per le prime emissioni

Questi fondi potrebbero mobilitare fino a 4,6 miliardi di euro in investimenti privati settore dei trasporti, dell'energia e dell'informazione

Roma, 5 luglio 2012 - Da oggi i project bond europei "sono una realtà". Così il presidente della Commissione Ue José Manuel Barroso e il vice presidente Olli Rehn hanno commentato il voto favorevole del parlamento Ue al progetto finale dei project bond. Da questo momento alla fine del 2013 dovrebbero essere disponibili 4,6 miliardi di euro per finanziare infrastrutture per energia, trasporti e banda larga, che creeranno crescita e posti di lavoro. La Commissione propone di estendere la fase pilota al 2014-2020 con un budget di 50 miliardi.

Il Parlamento europeo ha approvato (con 579 voti a favore, 32 contrari e 9 astensioni) uno stanziamento di 230 milioni di euro in garanzie per sostenere l'emissione privata di project bond per lavori nel settore dei trasporti, dell'energia e dell'informazione. Il progetto pilota fa parte del pacchetto per la crescita concordato nel vertice europeo della settimana scorsa. La decisione permette di testare questo nuovo schema disegnato per attrarre investimenti privati per progetti di infrastrutture. Le somme saranno accantonate dal bilancio Ue a garanzia di emissioni da parte della Banca europea per gli investimenti (Bei) e dovrebbero generare investimenti per complessivi 4,6 miliardi.

Nel dettaglio, 200 milioni di euro saranno accantonati per garantire investimenti nelle reti di trasporti, 20 milioni per le tecnologie d'informazione e altri 10 per le reti energetiche. Lo schema sarà gestito dalla Banca europea per gli investimenti (Bei). Con tali garanzie, i project bond emessi da compagnie dovrebbero essere considerati più sicuri e quindi attrarre maggiori investimenti da operatori quali i fondi pensione e i fondi d'investimento. Queste garanzie potrebbero mobilitare fino a 4,6 miliardi di euro in investimenti privati.

Il fabbisogno di investimenti in infrastrutture per trasporto, energia e tecnologia è stimato a 1,5 trilioni di euro per il periodo 2010-2020. I "project bond" saranno introdotti nel 2012 e nel 2013 per aprire la strada eventualmente ad un uso più esteso del "Connecting Europe Facility" all'inizio del Quadro finanziario multi annuale 2014-2020. L'idea è di veder come reagiscono i mercati finanziari e utilizzare l'esperienza per migliorarne la capacità di attrarre investimenti.

"Il settore privato dovrebbe finanziare la maggior parte di questi investimenti di sicuro profitto - ha osservato il relatore, il socialdemocratico svedese Goran Farm - ma il ruolo del settore pubblico europeo sarà cruciale nel raggiungere gli obiettivi di crescita UE2020". Il pidiellino Antonio Cancian, relatore per la Commissione parlamentare Trasporti, sollecita a "non fermarci a questo primo passo", giudica già "insufficiente" il budget "specialmente nel settore dell'energia e delle telecomunicazioni" e spinge perché la Ue "abbia il coraggio di realizzare una iniziativa di emissione diretta di obbligazioni, per partecipare direttamente agli investimenti nelle infrastrutture ritenute prioritarie per trainare l'economia fuori dalla crisi, per creare occupazione e per restituire competitività al sistema".

Mario Avagliano

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