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Briciole di pane

Al Consiglio Trasporti due difficili compromessi su Cielo Unico e Quarto pacchetto ferroviario

I Ventotto hanno frenato le eccessive aperture al settore privato per salvaguardare i servizi pubblici

Bruxelles, 4 dicembre 2014 - Nel Consiglio Trasporti di ieri, l'ultimo sotto la guida italiana, i ministri dei Ventotto sono riusciti a raggiungere due difficili compromessi, seppur iniziali, in due pacchetti legislativi piuttosto spinosi, quello sul Cielo unico europeo e quello sul pilatro politico del Quarto pacchetto ferroviario.


Il Consiglio ha raggiunto un orientamento generale su due proposte del pacchetto Cielo unico europeo (Single european Sky, Ses II +) che hanno lo scopo di rendere il sistema meno frammentato e più competitivo ottimizzando l'uso delle capacità di gestione del traffico aereo.
Il primo pacchetto sul Cielo unico era stato lanciato nel 2004 e modificato nel 2009 concentrandosi sul miglioramento delle norme di sicurezza esistenti, l'aumento dell'efficienza del traffico aereo, la realizzazione della capacità dello spazio aereo ottimale e la riduzione dei ritardi. Ma da allora i progressi sono stati molto lenti e la Commissione europea ha così messo in campo un Ses II.
Grazie a questa proposta i sistemi di gestione dello spazio aereo, la gestione della rete e del traffico aereo europei diventeranno progressivamente più integrati.

Uno degli obiettivi del Cielo unico è quello di far lavorare insieme le organizzazioni nazionali del traffico aereo per fargli controllare degli spazi più ampi di quelli nazionali e che verrebbero a costituire dei blocchi di regionali, i cosiddetti “blocchi funzionali di spazio aereo” o Fab. Questi saranno istituiti sulla base di accordi tra gli Stati membri e, dove vantaggioso, saranno sostenuti da partenariati industriali.
Il settore dell'aviazione civile ha un grande impatto sull'economia europea: impiega circa 7,8 milioni di lavoratori e contribuisce con 475 miliardi al Pil europeo. Il sistema europeo di gestione del traffico coinvolge 28 istituti nazionali con i sistemi e le regole che controllano più di 100 fornitori di servizi di navigazione aerea diversi. A questo proposito, l'Europa è ancora dietro agli Stati Uniti, che copre lo spazio aereo di dimensioni simili con un solo istituto nazionale. Con questi blocchi regionali e transnazionali si proverà a colmare questo gap.
 

Le nuove regole imporranno poi che le autorità nazionali di vigilanza dovranno essere indipendenti da qualsiasi fornitore di servizi di navigazione aerea, per migliorare ulteriormente la sicurezza e la sorveglianza e per prevenire eventuali conflitti di interesse. Qualora questa separazione non ci fosse i servizi nazionali di vigilanza e quelli di navigazione dovranno essere funzionalmente separati.
L'apertura alla concorrenza dei servizi di supporto, come la comunicazione, la navigazione e i servizi meteorologici, rimarrà volontaria e non obbligatoria come avrebbe voluto la Commissione nella sua proposta originaria. Questo perché secondo alcuni Stati non sarebbe stato il modo migliore per raggiungere l'obiettivo della sicurezza, con alta qualità ma con costi economicamente convenienti.
 

Per quanto riguarda il Quarto pacchetto ferroviario la proposta della Commissione propone di aprire i servizi di trasporto nazionali di passeggeri alla concorrenza a partire dal dicembre 2019. Da quel momento in poi le imprese ferroviarie europee dovrebbero avere parità di accesso in tutti i paesi dell'Ue. Inoltre i contratti di servizio pubblico, che attualmente rappresentano oltre il 90%, dovrebbero essere, come regola generale, oggetto di appalto obbligatoria lasciando l'autorizzazione a quelli già in atto fino alla loro data di scadenza, ma non oltre la fine del 2022. L'esecutivo proponeva inoltre di rafforzare le norme sulla separazione tra i gestori dell'infrastruttura e le imprese che forniscono i servizi ma gli Stati membri hanno voluto frenare su questo punto introducendo pero misure più rigorose di salvaguardia per garantire l'indipendenza del gestore dell'infrastruttura.


Su diversi punti di questa parte della proposta, detti del “pilastro politico”, molto Stati hanno posto seri dubbi affermando che una eccessiva apertura al privato avrebbe potuto compromettere il servizio e per questo hanno proposto delle misure di compromesso. Tali misure dovrebbero preservare la vitalità dei contratti di servizio pubblico, nello specifico per tutelare quei contratti che comportano l'obbligo di fornire servizi anche quando non sono redditizi, come ad esempio quelli su alcune tratte regionali poco frequentate ma indispensabili alla mobilità dei cittadini della zona. Per quanto riguarda le aperture del mercato si introdurranno invece misure di salvaguardia per evitare il cosiddetto “cherry-picking”, ovvero il fatto che le imprese possano scegliere di operare esclusivamente nelle tratte più redditizie lasciando all'abbandono quelle meno frequentate.
Agli Stati membri verrebbe insomma lasciata maggiore possibilità di scegliere il proprio modello di governance ma approvando norme comuni per garantire l'imparzialità dei gestori dell'infrastruttura e la trasparenza dei flussi finanziari indipendentemente dalla struttura.

 

Lorenzo Robustelli

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