Dl Sviluppo, resta a 500 milioni tetto credito d'imposta per infrastrutture
Ritirato in commissione Industria del Senato l'emendamento dei relatori per ridurre la soglia a 100 milioni
Roma, 4 dicembre 2012 - Resta fermo a 500 milioni il tetto al credito d'imposta per le infrastrutture previsto nel decreto crescita. In commissione Industria del Senato è stato infatti ritirato, dopo il parere contrario del governo, un emendamento dei relatori per ridurre la soglia a 100 milioni.
È prevalsa - ha spiegato il sottosegretario allo Sviluppo economico, Guido Improta - la linea di "prudenza" del ministero dell'Economia, contrario a un abbassamento del tetto per motivi di copertura. Il mantenimento della soglia a 500 milioni è giudicato "irragionevole" dal relatore del Pd, Filippo Bubbico. "Non è un fatto positivo - ha affermato - perché l'abbassamento a 100 milioni avrebbe aperto grandi spazi alle infrastrutture".
Intanto la commissione Industria del Senato ha approvato un emendamento all'articolo 33 del decreto Sviluppo bis (33.19, a firma Barbolini, Pd) che prevede l'esenzione dal pagamento del canone di concessione per i titolari di contratto di partenariato pubblico-privato per la realizzazione di nuove opere infrastrutturali di importo superiore a 500 milioni di euro.
L'esenzione è valida però solo nei casi di piani o programmi di amministrazioni pubbliche, di cui si sia accertata la "non sostenibilità del piano economico finanziario", accertata secondo la procedura descritta nello stesso articolo del decreto, che prevede un'apposita delibera del Cipe (Comitato interministeriale per la programmazione economica). Con la stessa delibera, si legge nell'emendamento, "sono individuati i criteri e le modalità per l'accertamento, la determinazione e il monitoraggio dell'esenzione, nonché per la rideterminazione della misura in caso di miglioramento dei parametri posti a base del piano economico finanziario". La misura previtsa nell'emendamento "è riconosciuta in conformità alla disciplina comunitaria in materia di aiuti di Stato".
È prevalsa - ha spiegato il sottosegretario allo Sviluppo economico, Guido Improta - la linea di "prudenza" del ministero dell'Economia, contrario a un abbassamento del tetto per motivi di copertura. Il mantenimento della soglia a 500 milioni è giudicato "irragionevole" dal relatore del Pd, Filippo Bubbico. "Non è un fatto positivo - ha affermato - perché l'abbassamento a 100 milioni avrebbe aperto grandi spazi alle infrastrutture".
Intanto la commissione Industria del Senato ha approvato un emendamento all'articolo 33 del decreto Sviluppo bis (33.19, a firma Barbolini, Pd) che prevede l'esenzione dal pagamento del canone di concessione per i titolari di contratto di partenariato pubblico-privato per la realizzazione di nuove opere infrastrutturali di importo superiore a 500 milioni di euro.
L'esenzione è valida però solo nei casi di piani o programmi di amministrazioni pubbliche, di cui si sia accertata la "non sostenibilità del piano economico finanziario", accertata secondo la procedura descritta nello stesso articolo del decreto, che prevede un'apposita delibera del Cipe (Comitato interministeriale per la programmazione economica). Con la stessa delibera, si legge nell'emendamento, "sono individuati i criteri e le modalità per l'accertamento, la determinazione e il monitoraggio dell'esenzione, nonché per la rideterminazione della misura in caso di miglioramento dei parametri posti a base del piano economico finanziario". La misura previtsa nell'emendamento "è riconosciuta in conformità alla disciplina comunitaria in materia di aiuti di Stato".
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