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Briciole di pane

Stati Generali dell'Edilizia: "Piano speciale per il settore delle costruzioni"

Prima manifestazione unitaria in piazza di costruttori, progettisti, operai

Roma, 1° dicembre 2010 - Costruttori, progettisti, operai insieme contro la crisi del settore. Oggi si sono tenuti a Roma, in Piazza Montecitorio, gli Stati Generali dell`Edilizia, la prima manifestazione unitaria che vede unita tutta la filiera delle infrastrutture per lanciare lo slogan “il futuro si costruisce insieme”. ''Il governo e la politica devono mettere al centro della loro Agenda un piano strategico con una grande prospettiva per fare ripartire il settore'', ha detto il presidente dell'Ance Paolo Buzzetti.

''La notizia fondamentale è che siamo qui tutti insieme: operai, progettisti, tecnici, costruttori, tutto il settore dell'edilizia'', ha continuato Buzzetti, e salutando dal palco allestito in piazza i manifestanti, ha sottolineato: ''Grazie di essere qui così numerosi, è una piazza bellissima, con questi caschi colorati e anche unici, che rappresenta unito tutto il settore''. Riguardo alle risorse per il settore il Presidente dell'Ance ha evidenziato: ''Per primi abbiamo sollevato il problema di dove fossero finiti i fondi Fas. Alcuni sono andati alle emergenze, ma quelli per le infrastrutture sono bloccati e anche quelli europei''. Insomma, ha affermato Buzzetti, il comparto sconta un ''immobilismo''.

Dodici le sigle che hanno rappresentato negli Stati Generali gli imprenditori, gli artigiani e i lavoratori con i sindacati. Si tratta di Ance; Feneal Uil; Filca Cisl; Fillea Cgil; Anaepa - Confartigianato; Claai; Cna costruzioni; Fiae Casartigiani; Aniem Confapi; Agci - Psl; Ancpl; Federlavoro Servizi Confcooperative; Agi; Ascomac - Antiermacchine; Assoimmobiliare; Federcostruzioni (Ance, Andil, Anie, Anima, Federbeton, Federchimica, Federlegno - Arredo, Oice); Finco.

La manifestazione è partita dai dati della recente indagine condotta dall`Associazione nazionale costruttori edili, dalla quale nell’ultimo anno risultano oltre 250mila posti di lavoro persi, oltre il 300% in più di utilizzo ammortizzatori sociali, oltre il 20% medio di riduzione delle produzioni nei settori dei materiali da costruzione, circa 70 miliardi in meno di valore complessivo delle produzioni. «Se a questo si aggiunge l`inaccettabile danno causato dai ritardati pagamenti della pubblica amministrazione - denuncia l`Ance -, con punte di ritardo anche di 24 mesi, emerge un quadro di assoluta gravità». E infine c’è il problema del credito, che pesa ulteriormente sulla situazione.

Una protesta che ha incontrato il sostegno anche di Confindustria. L'associazione degli industriali condivide la "preoccupazione per la mancanza di una forte azione politica per la tutela e lo sviluppo di un intero settore che è importante per l'economia italiana, rappresenta l'11% del Pil e dà lavoro a circa 3 milioni di addetti". "Un settore - afferma la presidente di Confindustria Emma Marcegaglia - che deve tornare ad essere tra le priorità dell'agenda politica e trovare risposte adeguate. Garantire i pagamenti alle imprese per i lavori eseguiti, utilizzare le risorse disponibili per realizzare le infrastrutture che servono al paese, puntare su processi di semplificazione amministrativa rafforzando i controlli di sicurezza e regolarità: sono obiettivi che come Confindustria condividiamo e che meritano adeguate risposte da parte del Governo".

Per il leader della Cisl, Raffaele Bonanni "la manifestazione è significativa perché imprenditori e sindacati manifestano per gli stessi interessi. Senza un'Italia che lavora, l'Italia scende sempre più giù, servono investimenti per le infrastrutture, visto che le costruzioni hanno da sempre una funzione anticiclica". D'accordo il segretario confederale della Cgil, Vincenzo Scudiere, per il quale l'appuntamento di oggi "nasce dalla consapevolezza che senza investimenti per le infrastrutture il paese non riuscirà a trovare la strada per generare la crescita, lo sviluppo e l'occupazione". Il segretario di Feneal-Uil, Antonio Correale, ha affermato che "occorre un piano decennale di interventi di prevenzione e manutenzione, con progetti condivisi, risorse davvero spendibili e tempi certi di attuazione".

Queste le richieste della filiera a Governo, Parlamento e istituzioni locali:

1. sbloccare i pagamenti per le imprese che hanno SAL approvati e oggi vincolati dal Patto di stabilità, anche per consentire alle stesse il pagamento delle forniture e dei servizi utilizzati. Più in generale allentare i vincoli dello stesso patto per gli enti virtuosi al fine di finanziare prioritariamente interventi legati alla tutela e messa in sicurezza del territorio, del patrimonio edilizio e dei beni culturali ed artistici.

2. Rendere effettivamente disponibili, in termini di attribuzioni di cassa, le risorse destinate dal CIPE alle priorità infrastrutturali, a partire da quelle attribuite al programma di piccole e medie opere e all`edilizia scolastica.

3. Puntare su processi di semplificazione amministrativa rafforzando i controlli di sicurezza e regolarità.

4. Eliminare le penalizzanti distorsioni fiscali esistenti nel settore immobiliare (ad esempio l`Iva sull`invenduto dopo 4 anni) nell`ambito di una riforma del fisco orientata allo sviluppo e più equa per lavoratori, imprese e cittadini.

5. Rilanciare gli strumenti di investimento nelle infrastrutture e nell`immobiliare.

6. Attivare strumenti di lotta all`illegalità e promuovere la qualificazione con procedure esigibili e chiare in stretta collaborazione con le imprese e i lavoratori, senza penalizzare la quotidiana operatività delle imprese corrette.

7. Estendere all`edilizia gli ammortizzatori sociali definiti per il settore industria.

  Edilizia, Cgia: crescita significativa dal 2000, nonostante la crisi

  Documento Ance sugli Stati Generali dell'Edilizia

  Dossier Ance su Piano Cipe delle Opere Prioritarie