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Aiscat: Dl infrastrutture non in linea con l'Europa

Pedaggi italiani più bassi in Europa: sono inferiori a quelli applicati in Spagna, Francia e Portogallo

Roma, 27 giugno 2012 – Le nuove norme, introdotte dal decreto sviluppo che innalzano la quota dei lavori che le concessionarie autostradali devono affidare a terzi, rischiano di causare uno slittamento temporale di più di un anno e mezzo di investimenti per un valore di un miliardo di euro. Apre così il presidente dell'Aiscat Fabrizio Palenzona la sua relazione all'assemblea annuale dell’associazione. "Noi ringraziamo il governo - ha sottolineato Palenzona - per aver difeso l'intangibilità dei contratti. Stupisce pertanto che dopo ripetute dichiarazioni di intenti, sia comparsa nel testo del decreto sviluppo una norma che eleva dall'attuale 40% al 60% la quota minima di lavori che le concessionarie devono affidare a terzi, così cambiando le regole per la seconda volta nel giro di pochi mesi ed in totale controtentenza con la via seguita dall'Europea".

Dal palco della sala Ritz dell’hotel St. Regis alla presenza del ministro Cancellieri e del viceministro delle Infrastrutture e Trasporti Mario Ciaccia, Palenzona ha incalzato: "Altrettanto negativamente deve essere considerata la norma che inspiegabilmente introduce termini ed oneri procedurali del tutto disallineati rispetto alla legislazione europea e agli scopi di semplificazione dichiaratamente perseguite del governo". E ancora, "mancano dal provvedimento alcune misure chiare per l'attrazione di capitali: detrazioni fiscali legati alla fase di costruzione delle infrastrutture e previsione di strumenti innovativi per il finanziamento come l'accorpamento di tratte contigue. Risultano inoltre depotenziare le misure annunciate a sostegno dei project bond".

Sempre sul decreto sviluppo nel corso dell’intervento Palenzona ha ribadito che le concessionarie autostradali faranno la loro parte per lo sviluppo del Paese: “Il programma degli investimenti per il potenziamento della rete autostradale italiana è quantificabile in circa 40 miliardi di euro. Il tutto a costo zero per lo Stato e grazie al contributo dei privati attraverso lo strumento del pedaggio. Nei primi quattro mesi del 2012 - ha evidenziato il presidente dell'Aiscat - sono stati già spesi circa 700 milioni di euro tra nuove opere, adeguamenti e manutenzioni ordinarie e straordinarie”. "Quale altro soggetto - ha chiesto Palenzona - spende ogni anno circa 100mila euro per chilometro nelle opere di manutenzione? Immaginiamo quale potrebbe essere lo stato della nostra viabilità urbana ed extraurbana se regioni, province e comuni potessero garantire un livello di spesa appena confrontabile".

Sui pedaggi autostradali il presidente ha sottolineato che “le tariffe autostradali italiane sono mediamente più basse di quelle delle altre realtà europee. La rete infrastrutturale italiana invece è più complessa ma anche più sicura considerando che le autostrade in concessione sono state l'unico sistema viario nazionale ad aver raggiunto e superato l'obiettivo comunitario della riduzione del 50% del numero dei morti nel decennio 2001-2010".

Palenzona ha quindi concluso la sua relazione ribadendo che i contratti in essere e le regole da essi fissate non vanno modificati perché il rischio è quello di allontanare gli investitori dal nostro Paese. Questo deve essere un punto fermo in una fase, come quella in corso, che vede in atto un riassetto della governance pubblica del settore autostradale che ha introdotto, da una parte, l'Agenzia per le infrastutture autostradali e, dall'altra, la nuova Authority dei trasporti. ''I rapporti tra concessionari autostradali e lo Stato sono regolati dal contratto e le pattuizioni reciprocamente sottoscritte includono anche i profili tariffari. Un contratto, una volta sottoscritto, non può essere unilateralmente modificato da nessuno, sia esso lo Stato o un'Authority", ha rimarcato Palenzona. "E' evidente, infatti - ha sottolineato infine il presidente dell'Aiscat - che la sola percezione del rischio che un soggetto terzo possa modificare le regole tariffarie inserite nei contratti di concessione avrebbe come conseguenza la perdita di credibilità di tutto il sistema, allontanando definitivamente gli investitori dal nostro Paese, che è già in fondo alla classifica di attrazione degli investimenti".

Poi a margine sulla vicenda del Ponte sullo Stretto di Messina, commentando le recenti affermazioni del ministro dello Sviluppo economico Corrado Passera secondo cui per il governo la costruzione del Ponte sullo Stretto non è una priorità, Palenzona ha affermato che bisogna prendere una decisione definitiva, "non siamo più credibili". ''Prendiamo - ha detto Palenzona - una linea che sia definitiva per tutti''.

  Sito Aiscat

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