La sfida di Moretti «Anche nel Sud treni ad alta velocità»
Investiti 50 miliardi da Torino a Salerno «Ora avanti tutta con la Napoli-Bari»

Napoli, 15 giugno 2011 - Visto da Napoli il Sud per Mauro Moretti, amministratore delegato di Ferrovie dello Stato, è una grande opportunità. Non solo di sviluppo aziendale, alla luce peraltro dei numerosi progetti in cantiere che troveranno tra pochi giorni il loro ulteriore approfondimento nel piano industriale (il 22 giugno la presentazione). Ma anche di fiducia verso il riscatto di quest'area della Penisola, dimenticata da investitori e governi. È per questo che Moretti ha deciso di far parte della giunta dell'Unione industriali di Napoli, garantendo l'attuazione piena della delega ai trasporti che gli è stata affidata.
Una scelta di immagine o c'è dell'altro?
«Tutt'altro. Una scelta ragionata e impegnativa. Più volte ho sostenuto la necessità, per il Paese, di disporre di un sistema di trasporto dimensionato per soddisfare le esigenze di mobilità soprattutto dei grandi nodi urbani dove si concentrano le attività produttive e dove, quindi, è più alta la domanda di traffico pendolare. Napoli e il Mezzogiorno sono parte integrante del Paese e non possono che far parte di questo sforzo».
II Mezzogiorno carente di infrastrutture: cosa vuol dire allora riportarlo al centro dello sviluppo dal suo punto di vista?
«Vuol dire garantire un tasso di competitività nel trasporto ferroviario che deve mettere il Mezzogiorno alla pari con le altre aree del Paese. Non ci siamo affatto risparmiati in questi anni, lo dicono i risultati raggiunti e quelli che ci siamo posti a breve e medio termine».
Ma l'alta velocità non è ancora in gran parte una sconosciuta nel Sud?
«Non è così. E in ogni caso lo sforzo che l'azienda ha messo in campo in questi anni non è affatto terminato. L'alta velocità, ad esempio: da Torino fino a Roma, Napoli e Salerno abbiamo finora investito oltre 50 miliardi di euro. La Napoli-Bari, segmento del corridoio VIII verso i Balcani, è inserita nella Legge obiettivo dell'Alta capacità: il collegamento, così vitale per il Mezzogiorno anche in funzione europea, costerà 5 miliardi e dovrebbe essere pronto entro il 2020».
Ma sarà possibile collegare in modo funzionale attraverso la rete ferroviaria tutte le città più importanti del Sud?
«Sicuramente. È quanto abbiamo già messo in cantiere nell'ambito dello sviluppo di un progetto integrato che ha proprio l'obiettivo da lei indicato: seguiremo cioè il processo di estensione verso le due altre direttrici fondamentali, la Bari-Lecce da un lato e la Calabria-Sicilia dall'altro. E in Sicilia abbiamo previsto anche un investimento di 4 miliardi di euro per potenziare la linea Palermo-Catania».
La sua presenza nel direttivo degli Industriali di Napoli coinciderà con un massiccio impegno per la città più importante del Mezzogiorno?
«Napoli è da anni strategica per il trasporto ferroviario. E l'azienda è impegnata a migliorare i servizi e le opportunità di sviluppo che già da tempo offre. Stiamo pensando ad esempio a collegare meglio il porto con la rete ferroviaria, con un raccordo che sia autonomo dal resto della parte urbana».
C'è già un progetto?
«Di più, c'è l'ok allo studiò di fattibilità e soprattutto c'è uno stretto raccordo con i progetti di sviluppo di Napoli est sui quali è direttamente impegnata l'Associazione degli industriali. Il porto del resto è fortemente connesso al progetto di riqualificazione di Napoli Centrale: è una struttura internazionale che serve il Centrosud, compresa una buona metà di Roma. Io penso che ormai nello sviluppo portuale dell'Italia bisogna pensare a un massimo di 5-6 scali principali. Ci vuole una logica di sistema, con un polo centrale e poi tanti satelliti. Non è possibile che ci siano tutti "Soli". In questo contesto, Napoli è il porto privilegiato del Ccentrosud».
Napoli e Roma sempre più vicine: cosa vuol dire, in prospettiva?
«Che ormai si deve puntare sempre più a uno sviluppo bipolare tra le due aree. Un sistema che, come detto, può trasformarsi in tripolare con l'estensione verso Bari, con l'integrazione di funzioni avanzate. Succede così in altre parti del mondo. Basti pensare al polo Tokyo-Osaka in Giappone. Nel contesto economico mondiale le dimensioni sono importanti».
Mai tempi dei progetti saranno rispettati?
«Stiamo lavorando al completamento della stazione ad Alta Velocità di Afragola, con un investimento di 45 milioni di euro. E, come detto, alla linea ad Alta Capacità Napoli-Bari: stiamo completando alcune tratte in Puglia e siamo determinati a rispettare scadenze e impegni»
È ottimista sul riscatto di Napoli e del Sud?
«Sì, e non lo dico per retorica. Anche io sono convinto che bisogna procedere alla ricostruzione urbana di Napoli: è possibile ricreare in questa città condizioni di assoluta qualità e "venderla" nel mondo perla sua bellezza, i suoi servizi ma anche perla sua capacità imprenditoriale».
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