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Briciole di pane

Linea Torino-Lione: ancora appelli alla calma

Imminente l'apertura del cantiere di Chiomonte. Sindaci da Prefetto

Torino, 3 giugno 2011 - Sì alla manifestazione del proprio dissenso, ma no ad atti di violenza e al blocco del primo cantiere della Nuova Linea Torino Lione (NLTL). E’ quanto il Prefetto di Torino ha chiesto ai sindaci della Valle di Susa nell’imminenza dell’apertura dei lavori per la galleria geognostica di Chiomonte: il primo vero atto sul terreno per la realizzazione della NLTL. I lavori devono assolutamente iniziare entro giugno pena la perdita dei fondi che l’Ue ha destinato a Italia e Francia.

Un confronto su cosa fare si è svolto fra i sindaci della Valle e il Prefetto. Al vertice in Prefettura a Torino hanno preso parte 22 sindaci della Comunità montana Val di Susa e Val Sangone, presieduta da Sandro Plano, e il Prefetto di Torino, Alberto Di Pace. Ne è emersa la conferma della delicatezza della situazione, ma anche la determinazione delle Istituzioni nell’avviare i lavori per la NLTL. Il senso della riunione si è risolto in un appello alla mediazione, in extremis, perché si eviti il precipitare della situazione in Valsusa.

I sindaci hanno chiesto che in qualunque giorno verrà avviato il cantiere per il cunicolo della Maddalena (Chiomonte), occorrerà che comunque le operazioni non avvengano di notte, come nel primo tentativo a fine maggio, per questioni di sicurezza, visto il luogo impervio, sul fianco di una montagna a ridosso di un viadotto autostradale. Anche il Prefetto per parte sua ha fatto una lista di richieste ai sindaci dei comuni interessati dai lavori della Torino-Lione.

Secondo quanto riferito da Antonio Ferrentino, sindaco di Sant'Antonino di Susa, il Prefetto ha chiesto ai sindaci “di evitare che ci sia una saldatura tra cittadini che legittimamente protestano e le frange più violente del movimento no Tav”, invitando a spostare al protesta dalla Maddalena in un luogo geologicamente più sicuro e governabile come Susa o Bussoleno. Perchè, ha spiegato sempre Ferrentino: “Il protestare sul cantiere vuol dire arrivare all'interposizione fisica e avrebbe un altro significato”. "Il Prefetto – ha aggiunto Ferrentino - ci ha chiesto di convincere i cittadini che il cantiere non è la distruzione della Valle”.

Mentre un altro sindaco, Nilo Durbiano, di Venaus, fronte caldo nel 2005, sempre a causa della Tav ha aggiunto: "Ci è stato chiesto di riportare la situazione nell'alveo delle istituzioni".

Non sarà facile, anche perché il presidio permanente dei No Tav proprio in località la Maddalena si sta configurando come un vero e proprio villaggio della resistenza, con tanto di “un pool di medici e di legali” riferiscono alcuni sindaci della Val Susa.

Secondo Sandro Plano, presidente della Comunità montana “è necessario abbassare i toni”. I sindaci hanno infine espresso la necessità “di ridiscutere la rappresentanza nei tavoli istituzionali. Lì devono sedere i sindaci dei territori interessati dal progetto”.

Andrea Zaghi

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