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Briciole di pane

Rischio idrogeologico, Anbi presenta un piano pluriennale

E' urgente un'azione anti-dissesto. A rischio scuole e ospedali

Roma, 18 febbraio 2014 – Le alluvioni dei mesi scorsi causate dal maltempo hanno lasciato dietro di sé uno scenario paesaggistico ed urbano distrutto: colline franate, strade e città infangate, abitazioni sommerse dall’acqua. L’Italia è un paese con un suolo a rischio idrogeologico in quasi tutte le regioni da nord a sud.

Dal 2002 ad oggi “si sono registrati circa 2000 eventi alluvionali con la perdita di 293 vite umane, oltre ai danni alle popolazioni, alle produzioni e alle infrastrutture”. A ribadirlo è stata oggi l’Anbi, Associazione nazionale bonifiche irrigazioni, che ha presentato un nuovo Piano pluriennale per ridurre il rischio. Rischio che espone ad un maggior pericolo edifici sensibili come scuole e ospedali, per i quali serve un intervento immediato.

I dati sono “estremamente preoccupanti”: 6 milioni di persone abitano in un territorio ad elevato rischio idrogeologico e 22 milioni di persone in zone a medio rischio. Nel nostro Paese vi sono 1.260.000 edifici a rischio e di questi 6.251 sono edifici scolastici e 547 ospedali.

Contro il dissesto idrogeologico del Paese è necessaria un’azione urgente e capillare, che l’Anbi ha concretizzato in una proposta fatta di 3.400 interventi in tutte le regioni. Per il 2014, l’investimento richiesto è di quasi 8 miliardi di euro. Secondo l'Anbi infatti "l'adeguamento delle opere di bonifica idraulica e' condizione fondamentale per la sicurezza del territorio" per "qualunque attività economica".

Un commento che trova concorde il presidente della commissione Ambiente alla Camera Ermete Realacci, che nella manutenzione del territorio vede "il modo migliore per curare l'Italia e per creare nuovi posti di lavoro".

 

Le responsabilità e i costi del non fare

Per l'Anbi la responsabilità del dissesto idrogeologico in Italia “oltre che alla variabilità climatica e' da attribuire all'impetuosa urbanizzazione ed al disordine nell'uso del suolo”. Non affrontare il tema della messa in sicurezza del territorio e le politiche anti-dissesto aumenta le situazioni di criticità e quindi i costi: secondo i dati Anbi nel 2010 gli interventi programmati erano 1.365, poi 2.519 nel 2011, 2.943 nel 2012, 3.342 nel 2013.

In quattro anni sono quasi raddoppiate le risorse necessarie, passando dai 4,1 miliardi di euro nel 2010 agli 8 nel 2014.

E per le risorse del futuro, l’Anbi bacchetta il governo: “la legge finanziaria 2014 ed il successivo decreto-legge 136/2013 si limitano a dettare norme, che dovrebbero determinare l’utilizzo delle somme già previste nei predetti Accordi di Programma; mentre estremamente modeste sono le nuove previsioni: 30 milioni di euro per il 2014; 50 milioni di euro per il 2015; 100 milioni di euro per il 2016”.

 

La funzione dei Consorzi

I Consorzi di Bonifica e di irrigazione sono enti di autogoverno e sussidiarietà che coprono oltre il 50% del territorio del nostro Paese (circa, 17 milioni di ettari nei quali rientra tutta la pianura, la maggior parte della collina e una parte minore della montagna). Per la difesa del suolo e sottosuolo, i Consorzi - ha spiegato il presidente di Anbi Massimo Gargano -, sono pronti e "qualificati" per contribuire e fornire supporto alle istituzioni; poi "occorre cogliere anche le opportunità che offrono i fondi comunitari per la Pac 2014-2020".

Per Gargano "non e' più procrastinabile un programma di messa in sicurezza del territorio che garantisca le condizioni di conservazione del suolo indispensabili alla vita civile ed alle attività produttive".

Manuela Zucchini

  ANBI - Piano 2014 per la riduzione del rischio idrogeologico

  ANBI - Edifici esposti a rischio idrogeologico

  ANBI - Dati del consumo suolo agricolo

  Cartina Italia a rischio idrogeologico