Cina: la provincia di Tianjin vuole spendere 236 mln di dollari in 4 anni per le infrastrutture
Le risorse stanziate a livello nazionale già superano del 20% quelle del 2011
Roma, 22 agosto 2012 - La provincia di Tianjin, uno dei principali poli produttivi della Cina, ha lanciato un programma di investimenti di dimensioni mostruose: 1.500 miliardi di yuan, ovvero 236 miliardi di dollari, da spendere nell'arco dei prossimi quattro anni, unendo gli sforzi a quelli della provincia di Chongqing nel tentativo di invertire la recente tendenza della locomotiva cinese a rallentare sempre più vistosamente.
Nel prossimo quadriennio, la provincia situata nel Nordest del Paese intende potenziare dieci settori, tra cui il petrolchimico e l'aerospaziale, mentre Chongqing investirà una cifra analoga ma entro il 2015, secondo quanto dichiarato dall'agenzia Xinhua News Agency.
In particolare, poco più di metà della cifra sarà destinata alla città di Changsha per costruire un aeroporto e una linea metropolitana. Ma la spesa non riguarderà solo le infrastrutture. Infatti nelle città di Nanjing e Ningbo saranno varate misure a sostegno dei consumi. Secondo il quotidiano Shanghai Securities News le misure potrebbero comprendere un contributo di 5 mila yuan sull'acquisto di un'autovettura a motore diesel, già programmato dal governo di Pechino per cercare di abbattere le emissioni di CO2.
A livello nazionale gli investimenti programmati superano del 20% la cifra stanziata nel 2011, a dimostrazione dell'impegno delle autorità cinesi, sia a livello centrale che periferico, a imprimere un nuova accelerazione all'attività economica, che in Cina non può scendere sotto il 7-8%, un livello altissimo per gli standard occidentali, ma in Cina appena sufficiente a scongiurare il rischio di gravi tensioni sociali. E nel secondo trimestre del 2012 la crescita del pil ha rallentato all'8,1%, cioè il livello più basso degli ultimi tre anni. Quindi il ritmo di sviluppo è molto vicino alla soglia critica.
In assenza di una robusta spinta da parte delle esportazioni, frenate dalle incertezze nell'Eurozona, principale cliente del gigante asiatico, si rendono necessari massicci programmi di investimenti pubblici, che dovrebbero tradursi anche in agevolazioni sull'affitto del suolo e sul trattamento fiscale delle aziende operanti nei settori interessati dal programma. Quanto ai canali di finanziamento, i responsabili locali auspicano una combinazione di fondi pubblici, risparmio privato e investimenti diretti dall'estero, con l'intento di mantenerne il costo al livello più basso possibile.
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