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Briciole di pane

UE, Reti Ten: "Corridoio 1" arriverà fino a Palermo

Per finanziare le opere, Bruxelles propone il lancio di project bond

Bruxelles, 17 ottobre 2011 -   Il "corridoio 1", ribattezzato Helsinki-Valletta, non si fermerà a Napoli ma arriverà fino a Palermo.  La Commissione europea mercoledì dovrebbe confermare il suo sostegno al potenziamento dei collegamenti ferroviari tra Napoli e la Sicilia, aggiungendo tra le priorità anche la linea ferroviaria Napoli-Bari. 

Il Ponte sullo Stretto di Messina resta uno snodo essenziale dell'asse ferroviario, ma l'opera sarà realizzata senza i finanziamenti della Ue. Il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Altero Matteoli ha commentato positivamente il regolamento che l'Unione si appresta a firmare e ha sottolienato:  "La conferma del "corridoio 1", che da Berlino arriva a Palermo con l'aggiunta del collegamento ad alta capacità Napoli-Bari, sarebbe un successo politico e strategico del governo italiano".  Il ministro si augura quindi che la notizia venga ufficializzata il 19 ottobre e sul Ponte ha affermato che: "L'opera sarà realizzata a prescindere dall'eventuale finanziamento europeo, in quanto le risorse per il manufatto saranno reperite sul mercato, come previsto dal piano finanziario". 

Queste in grandi linee le indicazioni per l'Italia contenute nel  progetto di regolamento per la realizzazione delle grandi reti infrastrutturali europee nel campo dei trasporti, dell'energia e delle telecomunicazioni che la Commissione europea varerà mercoledì prossimo.

Un pacchetto corposo che prevede la mobilitazione di finanziamenti Ue per un totale di 50 miliardi di euro tra il 2014 e il 2020 al fine di tappare i buchi ed eliminare i colli di bottiglia delle grandi reti. Solo per il completamento delle grandi infrastrutture transeuropee la Commissione ha infatti stimato che saranno necessari investimenti per oltre 1.000 miliardi di euro nei prossimi 10-15 anni. Dei 50 miliardi Ue, la maggior parte (317 miliardi) è destinata a finanziarie i progetti prioritari individuati nel campo dei trasporti. Alle telecomunicazioni, e soprattutto allo sviluppo della banda larga, andranno 9,2 miliardi, mentre la realizzazione delle interconnessioni delle grandi reti di trasporto dell' energia elettrica e del gas potranno contare su 9,1 miliardi di euro.

A questi fondi Bruxelles intende affiancare strumenti finanziari innovativi, come i project bond.

L'elenco delle opere italiane inserite nella lista delle priorità Ue inizia con quelle facenti parte del corridoio Baltico-Adriatico. Udine, Trieste, Venezia e Ravenna potranno beneficiare degli aiuti europei per finanziare parte dei lavori necessari per la loro interconnesione e lo sviluppo di scali merci multimodali. Tra le priorità del cosiddetto corridoio Mediterraneo figurano invece la Torino-Lione e il potenziamento dei collegamenti ferroviari Milano-Brescia, Brescia-Venezia- Trieste e Trieste-Divaca. II sistema dei trasporti italiani è poi particolarmente interessato e coinvolto nella realizzazione dell'ex corridoio uno Berlino-Palermo, ora ribattezzato Helsinki-Valletta. In questo contesto l'Ue, per valicarele Alpi, è pronta a contribuire alla realizzazione del nuovo tunnel di base del Brennero e agli studi e ai lavori per potenziare la linea ferroviaria Fortezza-Verona. II sostegno europeo andrà anche allo sviluppo dei collegamenti su rotaia tra Napoli e Bari e, appunto, tra Napoli e Reggio Calabria. In Sicilia sarà finanziata la linea Messina-Palermo. Confermata poi nei piani di Bruxelles la priorità assegnata al corridoio Genova-Rotterdam. In questo contesto l'Ue è disponibile a contribuire agli studi relativi alla linea ferroviaria tra il capoluogo ligure, Milano/Novara e il confine con la Svizzera.

La crisi, si legge nel documento predisposto dalla Commissione, ha dimostrato ancora una volta che le infrastrutture sono di «cruciale importanza per il futuro dell'economia Europa» e rappresentano una «parte importante» dei piani di stimolo della ripresa.

II regolamento che la Commissione si appresta a varare, e che dovrà passare comunque al vaglio di Parlamento e Consiglio, fissai paletti per procedere alla ripartizione dei finanziamenti e prevede la possibilità che l'elenco delle opere da finanziare possa essere modificato «per tenere conto di possibili cambiamenti delle priorità politiche, del manifestarsi di nuovi fattori tecnici e anche di variazioni nei flussi dei traffici». Ma in ogni caso i fondi assegnati saranno persi se i lavori non cominceranno entro un anno dalla data indicata negli accordi.

Laura Perna

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