Grandi opere: il governo punta sui fondi privati
Tra le novità più importanti inserite nel decreto "apri cantieri" la possibilità di emettere project bond
Roma, 9 gennaio 2011 - Il governo sta completando il piano per le infrastrutture che punta a velocizzare, semplificare e sbloccare le opere strategiche. Il nuovo decreto, chiamato “apri cantieri”, vuole rilanciare la crescita, coinvolgendo i capitali privati nella realizzazione di nuove infrastrutture e attirare, inserendo tempi e regole certe, i capitali esteri. Tra le novità più importanti, la possibilità per le società di progetto di emettere project bond, cioè obbligazioni per finanziare i lavori per il completamento di tratti senza copertura economica. Il governo ha anche previsto procedure più snelle per privati che presentano progetti chiavi in mano e favorire progetti in project financing per la costruzione delle carceri. Al fine di favorire forme di partenariato pubblico-privato, nel decreto è stata inserita l’idea di coinvolgere piccole e medie imprese di costruzioni di opere strategiche, con la possibilità, una volta completata l’infrastruttura di pubblico servizio, di ricevere un canone statale a rimborso degli investimenti fatti. Completata la fase della messa in sicurezza dei conti e dei sacrifici, il governo apre il fronte delle misure per la crescita sbloccando 12,5 miliardi di euro a favore degli investimenti per nuove infrastrutture. Fondi che saranno integrati da altri 5 miliardi di euro nella prossima riunione del Cipe. Una ferrea tabella di marcia che prevede: 800 milioni per finanziare l’alta velocità ad alta capacità ferroviaria sull’asse Napoli-Bari, 240 milioni per intervenire sulla Salerno-Reggio Calabria, 698 per la Statale Jonica e 600 milioni per la ferrovia Palermo-Catania. Accanto a queste infrastrutture vi sono però altre opere che per ragioni burocratiche non riescono a partire, come l’autostrada Roma-Latina il cui finanziamento di 468,4 milioni di euro è stato bloccato dal Cipe nel 2010. Il Presidente dell’Ance Lazio Stefano Petrucci chiede di “svincolare l’iter procedurale dai contenziosi perché si consentirebbe di sbloccare la realizzazione di una infrastruttura attesa da 10 anni che rimetrebbe in circolo quasi tre miliardi di euro. Per quanto riguarda invece gli aeroporti, i contratti di programma sono sbloccati per Milano e Venezia. Aggiungendo Fiumicino, i tre aeroporti muoverebbero circa 3 miliardi di investimenti. Punto dolente è invece la logistica: la mancanza di collegamenti tra autostrade, porti e aeroporti costa ogni anno 12 miliardi. I progetti per il futuro riguardano il coinvolgimento in maniera più massiccia dei fondi sovrani, degli investitori internazionali, delle banche e della Cassa depositi e prestiti. Altro punto è rendere effettiva l'autonomia finanziaria dei porti e la defiscalizzazione per supportare chi investe in infrastrutture.
Il viceministro Ciaccia: «Pronto il decreto apri cantieri, dal Cipe arrivano altri 5 miliardi»
Cipe: prossima riunione attesa per metà gennaio
Cipe: scheda sui 12,5 miliardi di euro sbloccati
Appalti, le Linee guida Antimafia del Cipe per le opere strategiche