La strada degli scrittori: Giuseppe Tomasi di Lampedusa
L'autore del più importante best-seller italiano del '900: Il gattopardo

Era uno di quelli che oggi verrebbe definito un “lettore forte”, Giuseppe Tomasi di Lampedusa, salito nell’olimpo dei grandissimi della letteratura, di fatto, per un unico, e neanche troppo lungo, romanzo, "Il gattopardo", che certo non ha bisogno di presentazione alcuna. Pubblicazione nel 1958 e, conseguente, premio Strega nel 1959, entrambi postumi. Prima di diventare un caposaldo della letteratura italiana del Novecento, il libro è stato rifiutato da molti, da Elio Vittorini per Einaudi in primis, per poi essere acquisito da Feltrinelli, grazie a Giorgio Bassani, che ne ha fatto la sua fortuna editoriale per molti anni. Fu un vero e proprio caso letterario che ha portato a decine di ristampe, e con una delle frasi più citate della nostra letteratura, per definire il nostro Paese nella sua analisi politica e sociale: “Se vogliamo che tutto rimanga come è, bisogna che tutto cambi”.
Persona di estrema cultura, Tomasi di Lampedusa ha frequentato i migliori salotti e personalità d’Europa (fu anche ambasciatore italiano nel Regno Unito) e ha sposato la studiosa di psicanalisi e nobildonna lettone Alexandra Wolff Stomersee (la cui madre, la violinista e mezzosoprano Alice Barbi, a sua volta aveva sposato in seconde nozze lo zio Pietro Tomasi della Torretta, diplomatico e politico noto per il suo antifascismo ai tempi di Mussolini), vicina alle tesi di Freud, che aveva personalmente conosciuto, tanto che il prestigio del nome e degli studi l’aveva fatta diventare molti anni più tardi presidente della Società psicoanalitica italiana.
Tutta la vita del principe, stroncata prematuramente a Roma il 23 luglio 1957 ad appena 60 anni a causa di un tumore, la sua aura internazionale, il suo amore per l’arte e le lettere è da definirsi fondamentale ed essenziale per la lettura data nella sua opera del mondo della nobiltà della decadente società siciliana (era lui stesso Duca di Palma, Principe di Lampedusa, Barone della Torretta, Grande di Spagna di prima Classe) perché gli ha permesso al tempo stesso uno sguardo sì vicinissimo e al tempo stesso distaccato; il distacco di un uomo che conosceva molto più di quei luoghi bellissimi e desolati tanto da potere loro dare una lettura del mondo universale e complessa. I salotti siciliani rivivono la pagina del Risorgimento attraverso la figura del principe Fabrizio Salina, che altri non è che il bisnonno dell’autore, il principe Giulio Fabrizio Tomasi. Una figura monumentale per un’opera immortale della pagina scritta, definita in questo modo anche attraverso lo straordinario adattamento filmico che ne ha fatto Luchino Visconti nel 1963. E infatti al nome Tomasi di Lampedusa e al titolo del suo romanzo viene subito alla mente la famosa scena del ballo fra Burt Lancaster e Claudia Cardinale. Ed è subito Storia: del cinema e della letteratura. Del Risorgimento. Dell’Italia.
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