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Briciole di pane

Legalità e cultura sulla strada degli scrittori

Una serie di articoli sui protagonisti della letteratura nati e vissuti lungo la SS640

Roma, 12 aprile 2017 - La Agrigento-Caltanissetta in un tempo non molto lontano, anzi, in realtà recentissimo, si chiamava Strada Statale 640 “di Porto Empedocle”. Ora ha cambiato nome in Strada Statale 640 “degli Scrittori”. Non per un capriccio, non per un senso di velleitarismo, ma semplicemente perché strada degli scrittori lo è di fatto, dato che lungo il percorso che va da Racalmuto a Porto Empedocle sono nati e cresciuti Luigi Pirandello, Leonardo Sciascia, Andrea Camilleri (che alla sua terra natale si è ispirato per le Vigata, Fela, Fiacca e Montelusa dei suoi romanzi, ossia la succitata Porto Empedocle, Gela, Sciacca e Agrigento), Giuseppe Tomasi di Lampedusa, Antonio Russello e Pier Maria Rosso di San Secondo, solo per fare i nomi dei più noti intellettuali che hanno dato lustro a quelle zone e all’Italia tutta. E così nel 2013 è stato siglato a Racalmuto, alla presenza delle autorità del momento, il Ministro per i Beni e le Attività Culturali Massimo Bray, il presidente dell'Assemblea regionale siciliana Giovanni Ardizzone e altri importanti esponenti politici regionali, un protocollo di intesa che sottoscriveva la proposta di Felice Cavallaro, giornalista del Corriere della Sera, di dedicare un itinerario culturale, denominato "La strada degli scrittori", a Pirandello, Sciascia e Camilleri. Successivamente, Anas ha accolto la richiesta del sindaco di Agrigento Lillo Firetto per il cambio della denominazione, che è stata estesa anche agli altri autori già nominati.

Qualcuno potrebbe osservare che la 640 è però anche la strada dove sono stati uccisi dalla mafia i giudici Antonino Saetta, insieme a suo figlio Stefano, e Rosario Livatino, entrambi sul finire dell’estate, rispettivamente quella del 1988 e quella del 1990. Da allora sono passati moltissimi anni, ma il ricordo è ancora forte e profondo in quella Sicilia torrida che ha visto morire anche Paolo Borsellino e Giovanni Falcone, come Fiorella Infascelli non dimentica di sottolineare in una recente pellicola ambientata su un’altra isola, l’Asinara, in Sardegna, raccontando un momento di condivisione esistenziale fra i due magistrati: e non a caso anche questo film si riferisce alla calda stagione, il titolo è infatti Era d’estate. Come quando sono stati assassinati. E non cessa di rammentarlo nemmeno Pif, fresco vincitore di un ulteriore David giovani: non è forse il suo primo lungometraggio che si chiama La mafia uccide solo d’estate? E infatti Anas, lo scorso 21 settembre, in occasione del 26° anniversario della morte, ha intitolato il viadotto precedentemente noto con il nome `Gasena` al magistrato Rosario Livatino, ucciso il 21 settembre del 1990. Un doveroso omaggio che Anas ha sostenuto con entusiasmo per contribuire ai valori della legalità, che persegue andando contro ogni forma di illegalità e criminalità organizzata. Altrettanto sarà fatto per il giudice Saetta, per il quale è in corso di perfezionamento invece l’iter per dedicargli una targa e il viadotto ‘Giulfo’. Ma la Sicilia, la Trinacria degli antichi, deve essere ricordata anche per altro: per la sua bellezza, e per gli uomini d’ingegno ai quali ha dato i natali. 

E la letteratura siciliana è una realtà vera e profonda che potrebbe essere definita compiutamente anche come elemento a sé rispetto a quella italiana, “continentale”, proprio perché ha cose diverse da dire. Si potrebbe – e forse, anzi, dovrebbe – parlare di letteratura siciliana come non di un sottoinsieme della produzione italiana, ma come elemento parallelo, perché unica, a livello tematico e non solo. Perché con le sue identità e peculiarità ha qualcosa che non appartiene ad altri, a nessuno: e infatti è nota in tutto il mondo. Pirandello, Sciascia, Tomasi di Lampedusa, Camilleri e molti altri sono tra gli autori italiani globalmente più conosciuti. Per questo, sul nostro Le strade dell’informazione, vogliamo raccontarveli, attraverso una serie di articoli redatti da Erminio Fischetti, perché le infrastrutture e le strade passano anche per la cultura. E attraverso la cultura, così come tramite le infrastrutture, passa il progresso di un grande Paese.

Mario Avagliano

  Leggi l'articolo su Luigi Pirandello

  Leggi l'articolo su Leonardo Sciascia

  Leggi l'articolo su Giuseppe Tomasi di Lampedusa

  Leggi l'articolo su Antonio Russello

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