La strada degli scrittori: Andrea Camilleri
L'autore che è in grado di veicolare col tramite del divertimento una feconda stilla di riflessione e di impegno

Un nome, una garanzia: ironico e divertente anche nella celebre parodia che ne ha fatto il mattatore radiotelevisivo Fiorello, Andrea Camilleri vive a Roma (lo si vede spesso nel quartiere Prati) dalla fine degli anni Quaranta del secolo scorso, dove ha esercitato varie professioni, fra le quali quelle di docente e di regista. È a lui, tanto per dirne una, che si deve l’inizio della carriera di Marco Bellocchio, suo allievo al centro sperimentale di cinematografia: imbarazzatissimo, quello che diverrà poi il cineasta di, tra gli altri, I pugni in tasca, Diavolo in corpo, Vincere, Bella addormentata, Sangue del mio sangue, L’ora di religione, Buongiorno, notte e Fai bei sogni, era un attore che si vergognava e recitava di spalle prima che Camilleri lo convincesse a passare dall’altro lato della macchina da presa. Inoltre Camilleri ha sempre manifestato anche un forte impegno politico nelle file del PCI (l’eccidio di Portella della Ginestra lo sconvolse a tal punto da procurargli una sorta di disgusto e rigetto fisico per il vino, come ha raccontato, ma il legame fondamentale, ombelicale, materno e materico che caratterizza la sua Weltanschauung, la visione del mondo e delle cose che gli appartiene e lo definisce è senza dubbio quello con la sua terra d’origine, che sa raccontare con uno sguardo sempre rivolto all’attualità, per non dire al futuro, anche quando vi ambienta vicende contestualizzate in epoche assai remote, come La concessione del telefono, che prende corpo tra il 1891 e il 1892, o La scomparsa di Patò, ambientato nel 1890, un classico giallo dagli accenti sciasciani che ha ispirato anche un film diretto da suo genero Rocco Mortelliti.
A Camilleri non si può non riconoscere una cifra completamente autonoma, inconfondibile e originale, anche dal punto di vista linguistico, che lo ha portato a creare un siciliano tutto suo, niente affatto ortodosso, che ha dato vita a un vero e proprio vocabolario, consultabile persino on-line: la relazione con la terra natia è pertanto talmente forte e significativa che in alcun modo il suo nome non può non far parte del novero degli autori ricordati dalla strada degli scrittori. Una via che attraversa la Trinacria, in quelle zone come l’agrigentino che hanno dato i natali anche a Pirandello, con cui Camilleri aveva una correlazione di tipo persino familiare (come ha raccontato nei suoi Cunti di Nené, il premio Nobel del 1934 era molto amico di sua nonna). E dire che in realtà il successo di vendite per Camilleri è arrivato tardi, con il suo commissario il cui nome è ispirato a un grande giallista spagnolo, fumatore accanito, anche se sullo schermo, nelle fiction di enorme successo della tv pubblica, esportate in tutto il mondo, che sono state tratte dai romanzi, non lo si vede mai con la sigaretta in bocca, grande gourmet con fidanzata a debita distanza (Boccadasse, Genova) e infallibile solutore di delitti.
La mafia, la corruzione, il malcostume, temi nevralgici che incarnano quell’impegno civile di cui si è già detto e che lo accomunano non solo al già citato Sciascia, ma anche a cineasti come Germi, Rosi e Petri, sono infatti presenze costanti nelle opere - La forma dell’acqua, Il cane di terracotta, Il ladro di merendine, La voce del violino, Un mese con Montalbano, Quindici giorni con Montalbano, Gli arancini di Montalbano, La gita a Tindari, L’odore della notte, La paura di Montalbano, Storie di Montalbano, Il giro di boa, La pazienza del ragno, La prima indagine di Montalbano, La luna di carta, La vampa d’agosto, Le ali della sfinge, La pista di sabbia, Il campo del vasaio, L’età del dubbio, Racconti di Montalbano, Il commissario Montalbano – Le prime indagini, La danza del gabbiano, Ancora tre indagini per il commissario Montalbano, La caccia al tesoro, Acqua in bocca, in cui Salvo Montalbano si trova a dividere la scena con l’eroina di Carlo Lucarelli, l’ispettrice Grazia Negro, Il sorriso di Angelica, Il gioco degli specchi, Altri casi per il commissario Montalbano, Una lama di luce, Una voce di notte, Una cena speciale, Un covo di vipere, Notte di Ferragosto, La piramide di fango, Morte in mare aperto e altre indagini del giovane Montalbano, La giostra degli scambi, L’altro capo del filo - il cui protagonista è Salvo Montalbano, parte fondamentale ma non unica della produzione letteraria cui Andrea Camilleri, di Porto Empedocle, che tutti identificano ormai come la sua Vigàta della pagina scritta, così come a Fiacca corrisponde Sciacca, a Fela Gela e a Montelusa Agrigento, ha scritto nel corso degli anni, dando corpo a una voce critica fondamentale nel panorama culturale italiano, che è in grado attraverso una leggerezza mai artificiosa o banale, di veicolare col tramite del divertimento, che si dipana mediante tutta una serie di maschere e tipi umani, caratteristiche ricorrenti e luoghi comuni degni della migliore commedia dell’arte, una feconda stilla di riflessione e di impegno.
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